Cesare Cremonini racconta “sentivo un mostro premere contro il petto, salire alla gola”

Dal successo alla diagnosi di schizofrenia, un’esperienza che lo ha portato a superare i cento chili

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    “Vespe truccate anni sessanta, girano in centro sfiorando i novanta (…)” sono queste le prime parole che ci saltano in mente quando pensiamo a Cesare Cremonini. 

    Prima leader dei Lunapop, dedicatosi poi a una carriera da solista di successo, è stato la colonna sonora di tutti gli adolescenti vissuti tra la fine degli anni Novanta e i primi anni 2000 che sono cresciuti con lui e la sua musica.

    Quello che molti dei suoi fan non sapevano però, è che dietro al successo si è pian, piano insidiato un vero e proprio mostro, che ha dato una battuta d’arresto alla vita del cantante: una diagnosi di schizofrenia

    Cesare Cremonini e la diagnosi di schizofrenia

    A raccontarlo è stato proprio lui, in un’intervista di qualche giorno fa rilasciata al Corriere della Sera

    Cremonini ha ripercorso gli inizi della sua carriera, il suo rapporto con i genitori e l’incredibile successo arrivato a soli diciannove anni: dopodiché, come lui stesso ha dichiarato “la follia ha preso il sopravvento” e quella che era diventata una vera e propria ossessione per la musica, ha fatto crescere in lui la sensazione di avere un mostro che abitava il suo corpo.

    La diagnosi è arrivata un po’ per caso in realtà, il cantante infatti stava accompagnando un’altra persona dallo psichiatra, al quale poi ha cominciato a raccontare i suoi sintomi.

    Oltre al mostro, vera e propria allucinazione, descritta come un essere con “braccia corte e appuntite, gambe ruvide e pelose”, Cremonini non si muoveva più, non riusciva ad avere rapporti sessuali -se non sotto l’effetto di alcolici- e mangiava dalle tre alle quattro pizze al giorno, sintomatologia che lo portò a pesare più di cento chili.

    Dalla cura al libro “Let them talk”

    Per poter combattere i mostri che lo abitavano, Cesare Cremonini ha seguito una terapia farmacologica molto leggera, alla quale ha affiancato -sotto consiglio dello psichiatra- un’attività che lo facesse sentire bene: il camminare.

    Così, percorrendo centinaia di chilometri, il cantante è riuscito a ritrovare il suo equilibrio, facendo persino nascere una nuova canzone “Nessuno vuol essere Robin” e un libro “Let them talk”, scritto su suggerimento del suo dottore.

    Nonostante stia meglio, i mostri non sono del tutto spariti, così quando li sente “borbottare” si rimette in cammino, non prestando loro attenzione ma, “lasciandoli parlare”.

    Come ha dichiarato Cremonini stesso però, non tutte le persone a cui viene diagnosticata la schizofrenia riescono ad uscirne con una terapia “leggera” e questo perché non tutti le schizofrenie sono uguali, così come i sintomi che le caratterizzano.

    Cos’è la schizofrenia?

    La schizofrenia è un disturbo di tipo psicotico legato a disturbi di tipo emotivo, comportamentale e cognitivo. Non a caso, il termine schizofrenia deriva dall’unione di due termini di origine greca, schizo, che significa separare o scindere e phrenie che significa mente.

    Ne soffre circa l’1,1% della popolazione e la sua causa può essere sia di tipo genetico sia ambientale. 

    Diagnosi e sintomi 

    Per poter essere diagnosticata, il paziente con sospetta schizofrenia deve aver riscontrato almeno due dei sintomi sotto elencati, durante un arco di tempo di circa un mese.

    Sintomi positivi :

    • delirio (ad esempio- manie di persecuzione, o di grandezza)
    • allucinazioni (che possono coinvolgere tutti e 5 i sensi)
    • pensiero disorganizzato (difficoltà a concentrarsi, illogicità dei discorsi, eloquio disorganizzato)

    Sintomi negativi ( chiamati così perché  “tolgono” capacità alla persona)

    • perdita dell’affettività
    • apatia
    • isolamento sociale
    • difficoltà nel provare emozioni

    Tra questi sintomi, per una diagnosi di schizofrenia, deve obbligatoriamente essere presente uno tra delirio, allucinazione o eloquio disorganizzato, per un periodo non inferiore ai sei mesi. 

    Dati questi sintomi, la schizofrenia si distingue in tre diverse tipologie più una: Schizofrenia catatonica, paranoide, di tipo disorganizzato e di tipo indifferenziato.

    Schizofrenia di tipo Catatonico:

    Questa tipologia si distingue da un forte distacco del paziente dalla realtà che lo circonda. Lo schizofrenico catatonico ha una paura ossessiva di sbagliare e questa incapacità di “rischiare” lo porta ad estraniarsi, fino al punto di non riuscire a fare nulla. Sintomi caratterizzanti di questa condizione sono:

    • mutismo
    • posture anormali
    • immobilità
    • scarsa (se non assente) igiene e cura personale.

    Schizofrenia di tipo Paranoide:

    I pazienti affetti da questo tipo di schizofrenia si distinguono per il loro atteggiamento sospettoso e ostile nei confronti di una realtà percepita da loro come pericolosa. In particolare, queste persone presentano veri e propri deliri di persecuzione che possono derivare dalla convinzione di essere spiati, perseguitati o comunque, essere vittima di un qualche tipo di cospirazione ordita al solo scopo di danneggiarli. Questo può portare gli schizofrenici paranoidi a compiere atti violenti nei confronti di quelle persone ritenute fonte della minaccia. 

    Schizofrenia di tipo Disorganizzato: 

    Chiamata anche schizofrenia di tipo Ebefrenico, è caratterizzata da un eloquio disorganizzato, un tipo di comportamento incoerente rispetto al contesto in cui il paziente di trova, oltre a mancanze e disordini a livello emotivo ed affettivo, che portano la persona affetta da questo tipo di schizofrenia a distaccarsi dal mondo poiché non prova interesse per ciò che le sta attorno.

    Schizofrenia indifferenziata

    Ultimo tipo di schizofrenia, detta anche residua, che non presenta particolari caratteristiche e quindi classificata come semplice e non specifica.

    Come si cura la Schizofrenia

    Come abbiamo visto, sia dal racconto di Cesare Cremonini, sia dal nostro approfondimento, la schizofrenia può essere trattata in diversi modi a seconda del grado di gravità.

    Le terapia ad oggi applicate e in grado di avere dei buoni risultati sui pazienti schizofrenici sono due:

    • terapia farmacologica
    • terapia cognitiva-comportamentale.

    Nel primo caso si tratta di far assumere ai pazienti dei farmaci antipsicotici che riescono a avere un effetto che elimina deliri e allucinazioni. La terapia farmacologica ha inoltre sortito buoni effetti dal punto di vista delle ricadute e dei ricoveri: recenti studi sui trial hanno infatti registrato una minor possibilità dei pazienti sottoposti a terapia farmacologica di subire recidive e ricoveri ospedalieri.

    Per quanto riguarda la terapia cognitivo- comportamentale, si tratta di un approccio che mette in campo vari tipi di attività come la terapia metacognitiva (MCT), il compassionate mind training (CMT), il metodo dei livelli (MOL) e la mindfulness terapeutica, oltre alla psicoterapia, al fine di creare un cambiamento non solo nella sfera emotiva personale del paziente, ma anche nell’ambiente che lo circonda. 

    In entrambi i casi, il modo migliore per poter avere buoni risultati e trattare al meglio la schizofrenia è riuscire ad avere una diagnosi precoce, così da poter intervenire tempestivamente sui sintomi ed evitare l’aggravamento del paziente. 

     

    Fonti

    www.corriere.it

    www.stateofmind.it

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