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Le reazioni avverse ai vaccini: cosa aspettarsi?

Il rapporto beneficio/rischio per un vaccino è altissimo, vediamo insieme cosa significa e perché

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    Un vaccino è una preparazione contenente patogeni, o parti di essi, in grado di istruire il nostro sistema immunitario a fronteggiarli nel caso dello sviluppo di una loro infezione.

    In Europa le autorità stanno andando avanti con il piano vaccinale che ci aiuterà a sconfiggere la pandemia con una serie di vaccini diversi prodotti da grandi nomi dell’industria farmaceutica e della ricerca biomedica; nel vecchio continente i vaccini usati per la campagna di immunizzazione sono: VaxZevria prodotto da Astrazeneca e Università di Oxford (conosciuto come “Astrazeneca”); Pfizer-BiontechModernaJohnson&Johnson; il russo Sputnik V prodotto dall’Istituto di ricerca Gamalayeva.
    In Italia per ora sono somministrati Astrazeneca, Moderna (in minima parte) e Pfizer; sta per entrare in scena anche il Johnson&Johnson mentre ci sono ancora molte indecisioni, perlopiù giustificabili solo geopoliticamente e non scientificamente, sull’eventualità di accettare anche il vaccino di Mosca. Purtroppo, da un po’ di anni c’è la convinzione altamente radicata nell’opinione pubblica che i vaccini siano particolarmente pericolosi, che è esattamente l’opposto della realtà. Vediamo di approfondire l’argomento.

    Cos’è un vaccino

    Un vaccino è efficace in primis perché esiste il sistema immunitario ossia quell’insieme di cellule e molecole che ci protegge dall’arrivo dei patogeni e ci permette di contrastare le infezioni, (oltre che regalarci spiacevoli momenti in primavera con le allergie). Una sorta di strategia d’elite del sistema immunitario è quella di sintetizzare anticorpi, attuata da cellule dell’immunità specifica chiamati linfociti: questi sono proteine altamente specifiche per le strutture molecolari caratteristiche del patogeno, che riescono di fatto ad attaccarlo interagendo con esso intimamente per rendere il microbo praticamente inerte e quindi incapace di danneggiare le nostre cellule.

    Una delle proprietà più importanti del sistema immunitario è quella di avere memoria: quando i linfociti incontrano un patogeno e lo sconfiggono, ricordano le sue molecole caratteristiche e quindi conservano la facoltà di produrre anticorpi specifici per quei profili molecolari; ogni patogeno ha delle strutture molecolari che vengono riconosciute dal sistema immunitario per produrre anticorpi, nel caso del virus del Covid le ricerche hanno dimostrato con chiarezza che la molecola più immunogena è quella che permette di forzare la “serratura” delle nostre cellule: la proteina Spike, esposta sull’involucro esterno della particella virale.

    I primi vaccini sono stati ottenuti inoculando nel paziente miscele di virus o batteri poco concentrate o nel migliore dei casi rese inoffensive con il calore; oggi le avanzate tecniche biotecnologiche ci permettono di letteralmente di costruire i vaccini usando solo alcune parti del patogeno, impedendo che possa svilupparsi un’infezione.

    I vaccini anti Covid

    Il panorama degli attuali vaccini anti Covid-19 inizia a essere abbastanza vasto, anche se tra di essi molti condividono la tecnologia di funzionamento.
    In Europa, i vaccini attualmente in uso sono i seguenti:

    • Pfizer/Biontech: efficacia al 95%; si basa sulla tecnologia a mRNA laddove si inietta la molecola di RNA messaggero protetta da nanoparticelle di grasso, che una volta assorbite dalle cellule, verranno decodificate dai ribosomi per produrre proteine Spike e quindi indurre la produzione di anticorpi anti covid. 
    • ModRNA: efficacia del 94%; tecnologia identica al Pfizer, con qualche modifica chimica sull’RNA per aumentarne la stabilità.
    • Astrazeneca Oxford: efficacia media dell’81%, compresa in un range molto ampio, tra il 60% e il 90%; tecnologia leggermente più obsoleta, ma più semplice da gestire: un ceppo virale appartenente al raggruppamento degli Adenovirus dello Scimpanzè viene privato delle sue componente virulente e tramite procedimenti di ingegneria genetica è svuotato del suo genoma e dotato di proteine Spike sulla sua capsula, in modo che possa funzionare da vettore per presentarle al nostro Sistema Immunitario.
    • Sputink V: efficacia intorno al 92%; tecnologia simile al vaccino di Oxford, laddove al posto di un ceppo virale di scimmia, vengono usati due ceppi di Adenovirus umani, resi inefficaci e dotati di un genoma contenente solo il gene per la proteina Spike, di modo che una volta entrato nelle cellule umane, questo DNA venga decodificato nella proteina Spike immunogena.

    Le reazioni avverse

    I vaccini sono i farmaci con la minore frequenza di reazioni avverse. È un concetto tanto difficile da far penetrare nell’opinione pubblica, quanto comprovato da dati incontrovertibili: la sicurezza dei vaccini è imparagonabile a confronto di altri farmaci di uso quotidiano, che probabilmente vengono assunti senza porsi minimamente alcun problema.
    È anche vero che, in generale, qualsiasi tipo di medicazione comporta dei rischi, che però devono essere rapportati ai benefici: ad esempio un vaccino può provocare febbre alta in un caso su 200.000, ma allo stesso tempo la malattia per il quale è stato progettato provoca la morte in un contagio su 30; è ovvio che conviene prendere il vaccino.
    C’è un ulteriore aspetto molto importante e assolutamente non scontato: quando si fanno vaccinazioni o medicazioni di massa, si espone tutta la popolazione a quel trattamento; su quella medesima popolazione continueranno a presentarsi le malattie di sempre, con la stessa incidenza e forma statistica di prima, dando l’impressione che i due fenomeni siano correlati, ma di fatto si tratta due vettori di eventi paralleli assolutamente non sovrapponibili tra loro.
    In generale nell’ambito della farmacovigilanza vengono date le seguenti definizioni:

    • l’evento avverso è un qualsiasi episodio sfavorevole che si verifica dopo la somministrazione di un farmaco o di un vaccino, ma che non è necessariamente causato dall’assunzione del farmaco o dall’aver ricevuto la vaccinazione; 
    •  una reazione avversa, invece, è una risposta nociva e non intenzionale a un farmaco o a una vaccinazione per la quale è possibile stabilire una relazione causale con il farmaco o la vaccinazione stessa. Per distinguere, quindi, se siamo di fronte a un evento avverso o a una reazione avversa, dobbiamo valutare se è possibile risalire a una causa legata al prodotto medicinale. Non è sufficiente che l’evento si sia verificato a breve distanza dalla vaccinazione o dall’assunzione del farmaco; 
    • un effetto indesiderato è un effetto non intenzionale connesso alle proprietà del farmaco o del vaccino, che non è necessariamente nocivo ed è stato osservato in un certo numero di persone. Si tratta quindi di un possibile effetto noto, verificatosi nel corso del tempo e considerato accettabile. 

    In Italia, per ora, sono somministrati solo i vaccini Astrazeneca Oxford, Pfizer Biontech e Moderna; vediamo quali sono le reazioni avverse previste con una certa incidenza nella popolazione.

    • Astrazeneca Oxford
      La maggior parte delle segnalazioni di reazioni avverse riguarda la parte delle patologie generali non gravi, relative a condizioni di stampo ordinario come febbre, stanchezza, dolore nella sede di somministrazione brividi; il 90% di queste segnalazioni è definita come non grave.
      Seguono in ordine di frequenza gli eventi che rientrano fra le Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo, rappresentati soprattutto da dolori muscolari e articolari diffusi. Anche in questo caso, il 90% dei casi è classificato come non grave.
      Infine, per ordine di frequenza, troviamo reazioni avverse che riguardano condizioni relative al sistema nervoso (nell’ordine dei mal di testa) e gastrointestinale (vomito), classificate come non gravi nell’85% dei casi. La maggior parte delle 79 segnalazioni di eventi avversi gravi per questo vaccino si riferisce a febbre alta con eventuali altri sintomi sistemici associati. Altri termini preferiti riportati con frequenza inferiore alle 10 segnalazioni sono: tremore, vertigine, sudorazione eccessiva, sonnolenza, difficoltà di respirazione, dolore generalizzato.  
    • Moderna
      La maggior parte degli eventi avversi è relativa alla parte delle patologie generali, quindi anche in questo si parla di febbre, brividi, stanchezza e dolore locale alla sede di somministrazione, considerate non gravi nel 95% dei casi.
      Seguono in ordine di frequenza gli eventi che rientrano fra le Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo, soprattutto dolori muscolari e articolari diffusi, classificati come non gravi nel 95% dei casi, fra le Patologie del sistema nervoso, soprattutto mal di testa, classificati come non gravi nel 92% dei casi e fra le Patologie Gastrointestinali, prevalentemente nausea e vomito, classificati come non gravi nell’86% dei casi.
      In 32 casi sono stati osservati eventi che si definiscono gravi, con febbre alta e dolori diffusi.
    • Pfizer Biontech
      Ugualmente agli altri due, anche in questo caso il grosso delle segnalazioni si hanno a livello di condizioni di patologia generale con febbre, brividi, stanchezza, dolore locale, considerati non gravi nel 95% dei casi; seguono condizioni a carico del sistema nervoso, non gravi nel 93% dei casi, con formicolii e mal di testa; per poi finire con le segnalazioni che riguardano il sistema muscolare e connettivo con reazioni non gravi per il 95% dei casi (dolori muscolari) e quelle relative al sistema gastrointestinale (nausea e diarrea), per il 91% non gravi.
      Complessivamente, sono presenti 1.700 segnalazioni gravi al vaccino Comirnaty. Indipendentemente dal fatto che si tratti di una 1a o 2a dose e dal nesso di causalità, le reazioni più frequenti coincidono con la distribuzione di tutte le reazioni e sono rappresentate prevalentemente da febbre alta, cefalea intensa, dolori muscolari/articolari diffusi e astenia.

    In generale i sintomi illustrati fino a ora sono da imputare, nella stragrande maggioranza dei casi, alla seconda dose del vaccino, indipendentemente dal tipo.

    Fonti

    aifa

    wikipedia.COVID-19_vaccine

    Immunologia cellulare e molecolare Abul K. Abbas, Andrew H. Lichtman, Shiv Pillai

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