Al sole senza rischi: consigli pratici per proteggere la pelle dei bambini nei mesi estivi

I benefici dei raggi solari per una sana crescita sono molteplici ma i problemi legati a una scorretta esposizione possono essere dietro l’angolo. Come prestare attenzione e quali sono i rischi reali?  

Esposizione dei bambini al sole

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    Stare all’aria aperta ha numerosi vantaggi sulla salute dei bambini (di qualunque età): aumenta di gran lunga la concentrazione, stimola la creatività, tiene lontano il rischio di iperattività e deficit dell’attenzione, aumenta le loro difese immunitarie ed è, infine, un ottimo strumento per socializzare e per combattere ansia e insicurezze.

    E se la raccomandazione di passare quanto più tempo all’aria aperta vale per tutto l’anno, d’estate diventa quasi un obbligo perché il sole – con le dovute accortezze che vedremo più avanti – è un grande alleato nella sana crescita dei più piccoli. Stimola, infatti, lo sviluppo armonico dell’apparato scheletrico e sfiamma le mucose delle vie aeree superiori nonché di tutto l’apparato respiratorio. L’esposizione ai raggi solari aiuta l’organismo a produrre la preziosa vitamina D che fa sì che il calcio introdotto con gli alimenti si fissi alle ossa, rendendole più forti e più elastiche, a vantaggio di una buona crescita e incide positivamente sull’umore per il suo effetto antidepressivo

    Tuttavia, un’eccessiva o inadeguata esposizione al sole può rivelarsi estremamente dannosa soprattutto per i più piccoli poiché la loro pelle ha un aspetto e un funzionamento diversi da quella degli adulti.

    Pelle dei bambini: impariamo a conoscerla

    Neonati e bambini hanno bisogno di un trattamento speciale per mantenere la pelle sana poiché i meccanismi di autoprotezione sono meno sviluppati. Anche se la cute esterna (o, in termini più scientifici, lo strato corneo) dei più piccoli ha lo stesso numero di strati di quella degli adulti, ognuno di essi risulta essere molto più sottile – solo un quinto dello spessore dei grandi – ed è pertanto più sensibile alle aggressioni esterne e bisognosa di massima protezione. Anche le ghiandole sudoripare e sebacee sono meno attive, e così il film idrolipidico (emulsione di acqua e grassi che copre e protegge la superficie della pelle) ed il mantello acido protettivo (parte di acqua del film idrolipidico) sono ancora relativamente deboli. Ne consegue che la pelle sia meno resistente, più sensibile ai raggi UV (anche a causa della bassa pigmentazione), agli agenti chimici, fisici e alle aggressioni microbiche, nonché più facilmente soggetta a disidratazione. Mentre cresce il bambino, cresce anche la sua epidermide ma è solo intorno ai 6 anni che la struttura della pelle e le sue appendici (capelli, unghie, ghiandole) sono completamente mature e corrispondono a quelle di un adulto. L’attività delle ghiandole sebacee non aumenta fino ai cambiamenti ormonali della pubertà, che avvengono a circa 12 anni.

    Conseguenze di una scorretta esposizione al sole nei bambini

    La conseguenza più comune e frequente di una esposizione eccessiva e non progressiva ai raggi solari è la famosa scottatura solare. Non tutte le scottature, però, sono uguali ed è consuetudine distinguerle in:

    • Eritema, ovvero la comparsa di un tipico arrossamento della cute spesso accompagnato da bruciore e/o edema (gonfiore) della zona interessata;
    • Ustioni solari, ovvero la comparsa di eritema seguito da vesciche o bolle.

     La scottatura – di qualunque natura essa sia – è quindi causata dai raggi UV, in particolare quelli UVB, poiché danneggiano il materiale genetico delle cellule cutanee. Come si riconosce una scottatura solare? Dalla pelle arrossata ed infiammata, talvolta accompagnata da una generale sensazione di fatica e lievi capogiri.
    Poiché, quindi, è stato dimostrato che i danni dei raggi UV e le ripetute scottature solari durante l’infanzia aumentano il rischio di cancro alla pelle in età adulta, è fondamentale proteggere adeguatamente la pelle dei bambini. Ci sono, inoltre, alcune particolari condizioni che potrebbero ulteriormente aggravare gli effetti del sole: lentiggini, capelli rossi, derma particolarmente chiaro sono “segnali” di una pelle che produce poca melanina, pertanto aumentano le probabilità di una scottatura; anche la prescrizione di farmaci per l’acne può rendere la pelle più sensibile alla luce del sole. Infine, particolare attenzione nella protezione della pelle dei bambini con nei evidenti.

    Bambini 0-6: attenzione al caldo eccessivo

    I più piccoli si adattano meno facilmente dell’adulto alle temperature elevate e hanno più difficoltà a regolare la loro temperatura corporea. Questo essenzialmente perché il sistema circolatorio della loro pelle non è completamente formato e le loro ghiandole sudoripare sono meno attive. Per questo, quando fa molto caldo, bisogna evitare di portarli in locali chiusi surriscaldati e scarsamente ventilati.
    Durante le ondate di caldo, inoltre, occorre dedicare particolare attenzione ai bambini che hanno già qualche problema di salute – malattie cardiache, circolatorie, respiratorie e asma – perché sono ancor più sensibili alle alte temperature e ai valori elevati di ozono. Anche diarrea e patologie del sistema nervoso aumentano il pericolo di ipertermia e di disidratazione. 

    Bambini e sole: gli orari migliori

    In generale, i bambini dovrebbero evitare il sole fra le 11 del mattino e le 4 del pomeriggio, quando i raggi sono più intensi e, laddove non fosse possibile, per proteggerli, è necessario utilizzare vestiti leggeri, in fibra naturale, copricapi, occhiali e crema solare.

    Scegliere la giusta crema solare per bambini

    E’ bene ricordare che non esistono “protezioni totali”: la protezione massima dichiarata è di SPF 50+ per gli UVB mentre per gli UVA non ci sono ancora metodi standardizzati. Questi consigli non riguardano soltanto il sole che si prende in spiaggia ma sono validi tutte per tutte le volte che il bambino è esposto ai raggi, come durante l’attività sportiva e/o ludica all’aperto o in montagna.

    In breve quindi, il modo migliore per proteggere la pelle è quello di mettere una barriera tra essa e i raggi del sole. E poiché ogni persona – adulto o bambino – reagisce in modo diverso alle radiazioni ultraviolette, è utile conoscere il proprio fototipo per tenere il giusto comportamento durante l’esposizione e, soprattutto, scegliere i corretti prodotti solari. In dermatologia, il fototipo di una persona indica la reazione dell’epidermide quando è esposta alla radiazione ultravioletta e determina il tipo di abbronzatura che si può raggiungere. Esistono sei diverse tipologie e per ciascuna di esse è consigliato un particolare fattore di protezione presente nei prodotti solari.

    • fattore 50+ protezione molto alta (per fototipo 1);
    • fattore da 50 a 30 protezione alta (per fototipo 2, 3);
    • fattore da 25 a 15 protezione media (per fototipo 3, 4, 5);
    • fattore da 10 a 6 protezione bassa (per fototipo 5, 6).

    Tuttavia, il discorso sul fototipo dei bambini è diverso rispetto ad un adulto, perché anche a parità di fototipo, hanno una pelle estremamente più sensibile al sole e va da sé che debbano essere protetti con filtri solari con alto indice di protezione a prescindere dal fototipo a cui appartengono.

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    Neonati al mare: come comportarsi?

    Considerati gli effetti negativi che uno scorretto rapporto con il sole potrebbe comportare, nei bambini di età inferiore a 6-8 mesi, bisogna proprio evitare l’esposizione diretta poiché i loro naturali meccanismi di protezione non si sono ancora formati. Molti genitori, poi, si interrogano se i prodotti solari per gli adulti possano essere adeguati alla pelle dei bambini o se è meglio preferire una linea specifica studiata appositamente per loro. Quanto alla scelta vera e propria, infine, è opportuno optare per una protezione solare per bambini capace di proteggere la pelle sia dai raggi UVA che dai raggi UVB e sceglierla senza coloranti, profumi e parabeni.

    La pelle ha buona memoria

    E’ importante tenere a mente che la pelle comincia a subire un danno già prima della scottatura solare: i primi segni di arrossamento sono il segnale che è già stata superata di molto la dose massima di luce UV tollerata. E la pelle ha buona memoria: sin dall’infanzia, dopo ogni esposizione eccessiva, alcune cellule rimangono danneggiate e per questo, le scottature solari in gioventù, fanno aumentare il rischio di tumore della pelle. E’ saggio evitare, quindi, anche solo gli arrossamenti.

    Fonti

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