Perché partorire in acqua?

L’acqua è l’elemento più naturale dove far nascere il proprio bambino. Ma come funziona il parto in acqua?

Perché partorire in acqua

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    Prepararsi al parto è un processo lungo e pieno di emozioni. Ma se c’è una cosa a cui molte donne non sono mai pronte è il dolore del parto. Certo, esistono numerosi metodi per poter prevenire questo momento, come ad esempio l’epidurale o gli esercizi di Kegel da eseguire durante la dolce attesa. Ma sempre più donne hanno deciso di approcciarsi al parto in acqua.

    Ma perché partorire in acqua è considerata la scelta migliore per molte future madri?

    Il parto in acqua: come funziona?

    Insomma, il momento del parto è carico di ansia e di aspettative, oltre che di dolori. Si tratta di un’esperienza unica che mette a dura prova il fisico di una donna, visto che si trova d’improvviso ad affrontare le sue paure, ansie e insicurezze dopo nove mesi di gravidanza. Tuttavia, se c’è la possibilità di renderlo meno doloroso, perché non approfittarne? È per questo che viene in aiuto il parto in acqua, una modalità sempre più diffusa e ricercata da moltissime future madri.

    Ma che cos’è il parto in acqua? E come funziona?

    Il parto in acqua è una procedura che permette alla madre di affrontare il travaglio in una vasca adatta allo scopo. L’elemento dell’acqua non è scelto a caso: grazie al suo effetto rilassante e dolce, riesce a diminuire i dolori dovuti alle contrazioni. Questo tipo di parto è sempre più richiesto da molte partorienti, per questo numerose strutture stanno cercando di attrezzarsi per garantire questa scelta.

    Dove si può partorire in acqua?

    Ovviamente in strutture apposite e con un personale medico specializzato. Non si tratta di una modalità che può essere eseguita nella propria vasca da bagno e senza la supervisione di qualcuno. Questo perché anche la vasca deve avere delle dimensioni ben precise: deve permettere alla madre di potersi muovere liberamente, così da assumere le posizioni più comode. Per questo la profondità della vasca deve poter contenere almeno 70-80 cm di acqua, con una temperatura che va dai 35 ai 37 gradi. Inoltre l’igienizzazione della vasca deve essere garantita costantemente con il ricambio continuo dell’acqua, poiché è normale che durante il parto possano verificarsi episodi di incontinenza.

    Di solito la partoriente viene fatta entrare all’interno della vasca nella fase del travaglio, ovvero quando il collo uterino è dilatato di almeno di 3-5 cm. Da questo momento in poi la salute della madre e del bambino verranno costantemente monitorati grazie a una serie di strumenti senza fili che possono essere immersi in acqua.

    Ovviamente la donna può entrare in vasca anche prima dell’inizio del travaglio: la scelta è sua. L’acqua calda permette il rilassamento totale della donna e diminuisce i dolori del parto. Una volta che la madre è immersa dentro la vasca, l’ostetrica può iniziare a massaggiarle la schiena per garantire ancora il rilassamento della muscolatura lombare. Quando si è arrivati alle ultime spinte, viene effettuata raramente l’episiotomia, visto che i genitali, grazie al calore dell’acqua, sono più irrorati di sangue e diminuiscono la percentuale delle lacerazioni vaginali.

    Quando si può partorire in acqua?

    In generale, partorire in acqua non presenta alcuna controindicazione per nessuna donna. Anzi, si tratta di uno dei modi più naturali con cui si può concludere il concepimento. Di norma il parto in acqua è adatto a tutte le future madri, purché la loro gravidanza sia considerata fisiologica e che il travaglio sia ben avviato. Lo stato di salute della madre deve essere ottimale, ovvero lei non deve presentare alcuna patologia o febbre, e il battito cardiaco del bambino deve essere regolare; di solito non è consigliabile se si è in attesa di un parto gemellare. Ovviamente, il parto in acqua deve svolgersi in una struttura specializzata e sia il medico che l’ostetrica devono essere d’accordo con la scelta: partorire in acqua a casa è consigliabile soltanto se il parere medico è positivo e se si dispongono delle attrezzature adatte. In quel caso, l’ostetrica verrà a domicilio a seguire la partoriente.

    I benefici del parto in acqua

    Non c’è cosa più naturale del parto in acqua, questo lo sappiamo. Non si tratta soltanto di un fattore di comodità, ma presenta dei benefici sia per la donna che per il bambino.

    • La madre è libera di assumere tutte le posizioni che preferisce: supina, sdraiata, in ginocchio… L’acqua le permette la piena libertà di movimento
    • Quando esce, il neonato passa dal liquido amniotico all’acqua e si tratta di un momento meno traumatico per lui
    • Il calore dell’acqua accelera la dilatazione della cervice uterina e riduce la tensione muscolare
    • L’acqua riscaldata attenua il dolore delle contrazioni e stimola la produzione di endorfine, diminuendo lo stress
    • L’elasticità del canale del parto e del perineo è maggiore e riduce la possibilità di ricorrere all’episiotomia, ovvero l’incisione del perineo e della parete posteriore della vagina
    • Il parto in acqua facilita anche la respirazione, rendendola profonda e regolare. In particolare questo è molto utile per chi soffre di asma
    • Lo stato di calma della gestante ottimizza anche l’apporto di ossigeno al bambino tramite la placenta: più è rilassata la mamma, meno è agitato il neonato
    • Il senso di controllo che la donna sente sul proprio corpo le garantisce un maggiore rilassamento
    • Il bambino non rischia di affogare perché il parto in acqua sfrutta il “riflesso di apnea”, ovvero un sistema di auto-protezione che si attiva bloccando la respirazione quando l’acqua entra in contatto con i recettori cutanei del viso
    • Il parto in acqua non ha alcun costo: basta rivolgersi alle strutture specializzate e iniziare il percorso insieme ai medici. A meno che non si decida di partorire in casa e in quel caso è bene procurarsi una vasca delle dimensioni adeguate.

    Il parto in acqua ha delle controindicazioni?

    Il parto in acqua non ha delle controindicazioni, a meno che non sia caldamente sconsigliato dai medici. I casi in cui si possono presentare delle problematiche è quando la madre ha già delle patologie pregresse che rischiano di compromettere la sicurezza del parto in acqua o quando il parto è considerato prematuro. Se la donna presenta nervosismo e disagio all’interno della vasca, è bene evitare il parto in acqua. L’esperienza del parto in acqua è unica nel suo genere: la donna si sente leggera e libera, il calore la avvolge e la tranquillizza e le contrazioni, anche se ben presenti, sono più gestibili grazie alla possibilità di muoversi all’interno della vasca.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali