Pamela Anderson e l’epatite C

Come si vive con l’epatite C oggi e come si sconfigge questa malattia

spiaggia con galleggiante bagnino

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    Malattia infiammatoria del fegato: l’epatite C può essere sintetizzata così. Spesso cronica, a volte degenerativa, l’infezione può portare a ridotte funzionalità epatiche e/o insufficienze epatiche. Lo sa bene Pamela Anderson che dopo 13 anni è riuscita a sconfiggere questa malattia, grazie alla somministrazione di una cura specifica contro l’epatite C.

    La modella e attrice, sex symbol degli anni ’90 e famosa per il suo ruolo nella serie televisiva Baywatch, ha raccontato i suoi anni della malattia, contratta nel 2002 dall’ex marito Tommy Lee (il batterista dei Mötley Crüe) dopo aver condiviso un ago da tatuaggio. Ha convissuto per anni con questa malattia, poi ha seguito una cura specifica e, nel 2015, ha dichiarato di essere guarita. Pamela Anderson ha dichiarato che pensava che la sua vita sarebbe stata sempre influenzata dalla malattia, quindi, nel momento in cui ha sconfitto l’epatite C, ha ammesso che è stato come se fosse tornata indietro di anni, a prima della scoperta di aver contratto l’epatite C.

    Nonostante non sia una malattia fortemente invalidante, infatti, l’epatite C inevitabilmente condiziona la vita, sia per la terapia da seguire sia per i sintomi (che spesso arrivano in ritardo), oltre allo spettro di un peggioramento che potrebbe aggravare lo stato di salute di chi ne soffre (come l’insufficienza epatica, la cirrosi e il tumore del fegato).

    Cos’è l’epatite C

    L’epatite C è una malattia infiammatoria virale, che coinvolge il fegato e il suo funzionamento. Molto spesso, quando si contrae il virus, non si avvertono subito dei sintomi evidenti e il virus può rimanere latente nell’organismo anche anni prima che si manifesti, solitamente con danni al fegato.

    I sintomi e i segnali di allarme

    Solitamente, già dopo 1-3 mesi dall’infezione si può sviluppare l’epatite acuta C e i suoi sintomi, se ci sono, possono riguardare:

    • Febbre
    • Affaticamento
    • Nausea e vomito
    • Dolori articolari, muscolari e addominali
    • Colorazione della pelle e della sclera (il bianco dell’occhio) sul giallo
    • Urine scure e feci chiare

    Come si contrae l’epatite C

    Il contagio avviene con il sangue di una persona infetta con quello di una persona sana, spesso attraverso l’utilizzo di aghi non sterilizzati adeguatamente. Non è un caso che l’epatite C fosse più frequente nei decenni precedenti, quando le norme igieniche non erano regolamentate e seguite come lo sono da qualche decennio a questa parte. Oltre agli aghi delle siringhe per uso di droga, si parla anche di quelli dei tatuaggi, dei piercing e dei dentisti. Il contagio può avvenire anche con l’utilizzo di spazzolino o rasoi tra persone infette e sane, che possono così entrare in contatto con il sangue infetto e contagiarsi o, in casi più rari, attraverso rapporti sessuali non protetti.

    Cosa fare quando si scopre di avere l’epatite C

    Quando si scopre di aver contratto l’epatite C l’importante è sapere che oggi si può guarire da questa malattia, se si segue la giusta terapia e le abitudini corrette.

    Prima di tutto, è fondamentale avvertire il medico ed eseguire esami specifici richiesti dai centri specializzati in epatiti, così da iniziare tempestivamente il ciclo di terapie più indicato. Dopo aver effettuato gli esami in grado di stabilire le caratteristiche e la quantità del virus nel sangue, è fondamentale eseguire esami specifici per il fegato per capire quanto è stato danneggiato. Dopo questa fase, definito lo stadio di fibrosi e capite le caratteristiche del virus, il medico può prescrivere la terapia più indicata da seguire.

    Come si cura l’epatite C

    Guarire dall’epatite C si può: la ricerca e la scienza hanno fatto passi da giganti, soprattutto negli ultimi anni. La cura con l’interferone funziona, ne è la prova proprio Pamela Anderson, che dopo pochi mesi dall’inizio della cura ha debellato la malattia. Ma funzionano anche gli antivirali di nuova generazione, che stanno sostituendo gli interferenti nella cura dell’epatite C.

    La terapia da seguire viene indicata dal medico dopo una serie di esami diagnostici, ma le probabilità di guarire sono molto elevate. 

    Cura con l’interferone

    Gli interferoni sono proteine prodotte naturalmente dalle cellule del nostro organismo. Medicinali con interferoni, stimolano il sistema immunitario a debellare il corpo da determinate malattie, tra cui l’epatite C. Oltre a dare la capacità di resistere a molti virus, gli studi hanno confermato anche la loro capacità di inibire la crescita delle cellule (quindi anche quelle maligne) e di dare la possibilità a determinate cellule del sistema immunitario di difendere l’organismo. Proprio per questo, l’interferone è stato usato nella cura dell’epatite C. Pamela Anderson ha usato proprio questa cura e nell’arco di pochi mesi ha visto già i primi risultati di guarigione.

    Oltre che per l’epatite cronica C, l’interferone può essere prescritto anche per la cura di epatite cronica B, leucemia a cellule capellute, leucemia mieloide cronica, sarcoma di Kaposi correlato all’AIDS o ad altre condizioni legate all’abbassamento del funzionamento del sistema immunitario (immunodepressione), linfoma non Hodgkin follicolare, melanoma maligno, carcinoma renale avanzato, linfoma cutaneo a cellule T, mieloma multiplo, tumore carcinoide, condilomi. (Fonte: ISSsalute)

    Esistono vari medicinali con diverse tipologie di interferone per sconfiggere l’epatite C: interferone alfa-2a, interferone alfa-2b, peginterferone alfa-2a, peginterferone alfa-2b.

    Cura con antivirali

    Da qualche anno a questa parte, l’epatite cronica C viene curata anche con terapie antivirali; appartengono alla categoria di farmaci detti antimicrobici alla quale appartengono anche antibiotici, antiparassitari e antifungini. Nello specifico, farmaci antivirali servono a bloccare il moltiplicarsi del virus. Anche in questo caso, i farmaci con antivirali sul mercato sono diversi, spesso da assumere in associazione tra loro.

    Fonti

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