Prevenzione dell’abuso sessuale: L’Ombelico Associazione Onlus da anni in prima linea

Cos’è la prevenzione dell’abuso sessuale? E come si interviene? Lo abbiamo chiesto ad Adriano Gasparetti, Vicepresidente de L’Ombelico Associazione Onlus

Associazione per prevenire abusi

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    Parliamo spesso di violenza sessuale, in tutte le sue forme… parliamo molto meno dell’importanza della prevenzione dell’abuso sessuale. Parliamo ancora meno della prevenzione dell’abuso sessuale a bambini e bambine della scuola primaria. Una buona educazione al rispetto nelle relazioni può permette di riconoscere per tempo un’aggressione e una violenza in età scolastica (e non solo), a sapersi relazionare con gli altri e, soprattutto, a conoscere se stessi, fin dalla più tenera età. 

    Questa conoscenza di sé, il lavoro sull’autostima e l’empatia sono alcune delle basi su cui poggia la prevenzione dell’abuso.

    Abbiamo parlato di questo argomento, così delicato e interessante, con Adriano Gasparetti, Vicepresidente de L’Ombelico Associazione Onlus. L’Ombelico nasce a Milano nel 2006 da un equipe di consulenti che si occupava di prevenzione specifica nell’ASL (oggi ATS). Quando ASL decise di cambiare la modalità di questi progetti, rivolgendoli ai soli formatori e senza prevedere più il coinvolgimento diretto di bambini e bambine, alcuni professionisti convinti della validità dell’incontro diretto scelsero di continuare a proporre questo approccio fondando L’Ombelico Onlus, associazione che, prima della pandemia da Covid raggiungeva ogni anno ben 80-100 classi, di bambini, bambine, ragazzi e ragazze di varie età e proponendo vari progetti, tutti guidati da un unico fil rouge: l’ascolto del corpo e delle emozioni nel rispetto di sé, delle relazioni e degli altri.

    Da qui, ci spiega il dottor Gasparetti, si diramano numerosi progetti, dall’educazione sessuale e affettiva a quello dedicato alla gentilezza, dall’educazione emotiva relazionale alla prevenzione dei comportamenti prevaricatori tra pari, fino alla prevenzione dell’abuso sessuale “Le parole dette non dette”, pensato per i bambini e bambine del 4° anno della scuola primaria.

    Quanto è importante coinvolgere i bambini e quanto gli adulti nei progetti che presentate?

    Ogni nostro progetto ha due livelli: il coinvolgimento di bambini e bambine e quello degli adulti. Noi incontriamo insegnanti e genitori per spiegare le linee guide del percorso e al termine degli incontri nelle classi ci vediamo di nuovo per parlare del progetto e di ciò che è emerso. A nostro giudizio non ha senso fare progetti di questo tipo su chi sta crescendo senza coinvolgere gli adulti che li stanno educando. Per questo gli insegnanti e i genitori sono sempre coinvolti nelle varie attività e progetti.

    La prevenzione dell’abuso sessuale a scuola: di cosa parliamo esattamente?

    Tramite i laboratori e i giochi diamo gli strumenti a bambini e bambine per ascoltare il proprio corpo e le proprie emozioni, cerchiamo di aumentare la loro autostima, di dare loro gli strumenti per cogliere quei campanelli d’allarme – le nostre emozioni – che ci allertano quando succede qualcosa che non rispetta le nostre sensibilità. Con questo progetto piantiamo dei semi – parole, riflessioni, momenti di confronto – e con insegnanti e genitori cechiamo poi di farli germogliare.

    Cosa succede in classe durante gli incontri?

    Durante i 5 laboratori da 2 ore noi non andiamo a fare lezione, ma proponiamo giochi ed esperienze che poi ci permettono di ragionare e fare delle riflessioni mirate. Ogni laboratorio ha un punto focale, ad esempio, l’autostima, l’unicità o lo scoprirsi belli e differenti: in questo caso, giusto per fare un esempio, ad ogni bambino e bambina viene chiesto di esprimersi con il corpo, ad occhi chiusi, nel riprodurre la fiamma di una candela, un fiocco di neve che cade, una tempesta o il vento. Poi si aprono gli occhi e ognuno scopre, guardandosi intorno, che ogni persona ha il proprio stile, un modo diverso di interpretare la stessa cosa, si vede e sente che ogni persona è unica e che questo è un importantissimo valore.

    Questi giochi come si inseriscono nel progetto della prevenzione dell’abuso sessuale?

    Lavoriamo sull’unicità perché chi subisce alcune forme di violenza generalmente ha un’autostima più bassa. Se noi creiamo in una classe le condizioni per lavorare sull’autostima, per rendere consapevole ogni persona del suo valore e dei suoi diritti avremo persone meno vulnerabili di fronte alle lusinghe di chi vuole approfittare di loro.

    Quali altri giochi fate con i bambini durante il percorso?

    Ad esempio, ci sono giochi in cui sono previsti dei tocchi come una carezza sul viso, strette di mano, tirate di capelli o pacche sul sedere. Questo gioco serve per ragionare insieme su qual è stato il tocco più piacevole e quello più spiacevole. Serve a sentire che il tocco bello o brutto non esiste ma che è il tuo corpo a dare segnali in tal senso e che solo tu, che ricevi un tocco, puoi decidere se è bello o brutto. Oppure ci sono giochi pensati per parlare della differenza tra vergogna e imbarazzo. Per sentire che la prima viene da fuori, da un giudizio, mentre l’imbarazzo viene da dentro, che nasce all’interno di noi per avvisarci di un’intrusione nella nostra riservatezza. Quindi capire questa differenza tra vergogna ed imbarazzo è già un primo passo per prevenire e bloccare sul nascere un abuso.  Inoltre ci permette di capire come il senso di colpa spesso blocca e non fa parlare, mentre è importante dire ai genitori se succedono cose che il nostro corpo non vuole. 

    È fondamentale che bambini e bambine abbiano la sensazione di arrivare con i loro strumenti, il loro ragionare, a questa “conclusioni”. Li fa sentire efficaci, li rende attivi e partecipi della loro sicurezza. Imbarazzo, vergogna, senso di colpa, autostima, conoscenza del proprio corpo sono tutti temi da prendere in considerazione perché sono le basi della nostra azione preventiva.

    Quindi con questi giochi vengono affrontati argomenti importanti e delicati, che sono fondamentali per la conoscenza di sé sia da piccoli, ma poi anche da adulti…

    Esattamente. Tanti giochi servono per le relazioni, per prevenire prevaricazioni e mancanze di rispetto, per le relazioni di coppia, per accrescere l’ascolto di se stessi e l’empatia verso gli altri. 

    In questi 20 anni di lavoro i nostri giochi e le parole usate sono stati provati, discussi, confrontati e “limati” nella nostra equipe per piantare quei semi che poi continuano a crescere dopo i nostri laboratori e che bambini e bambine si porteranno dentro anche in età più avanzata.

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