Scegliere con coraggio cos’è che ci definisce come persone

La storia di Lizzie Velasquez, affetta da una rarissima patologia chiamata sindrome di Barsy ci insegna quanto sia importante scegliere cos’è che ci definisce come persone e quanto le difficoltà possono essere tramutate in opportunità.

Lizzie Velasquez come le differenze possono essere la nostra forza

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    Lizzie Velasquez è nata ad Austin, il 13 marzo 1989. È cresciuta con due genitori fantastici e oggi è una speaker motivazionale famosa in tutto il mondo, oltre che un’attivista e scrittrice.

    La prima e l’ultima cosa che si dice di Lizzie è che è affetta da una rarissima malattia chiamata Sindrome di De Barsy. Questa malattia impedisce al suo corpo di accumulare e conservare il grasso che, come ironicamente spiega lei, a primo impatto potrebbe sembrare una cosa entusiasmante, ma in realtà la costringe a ingerire cibo in continuazione, ogni 15 minuti, per poter sopravvivere e da quando è nata non è riuscita a pesare mai più di 29 kg.

    L’infanzia di Lizzie non è stata facile, soprattutto quando per la prima volta, a scuola, si è accorta di non essere come gli altri bambini.

    “Un sacco di persone non volevano aver niente a che fare con me, niente. E non capivo perché. Perché? Cosa avevo fatto? Non gli avevo fatto niente! Nella mia testa ero ancora una bimba troppo giusta. Dovetti andare a casa e chiedere ai miei genitori. “Cos’ho che non va? Cos’ho fatto? Perché non gli piaccio?”

    I genitori di Lizzie che l’avevano sempre cresciuta come una bimba normale, le dissero qualcosa che formò il suo punto di vista per tutti gli anni che sarebbero venuti dopo, con alti e bassi certo, ma avevano ragione: 

    “Lizzie, l’unica cosa che hai diversa dagli altri è che sei più piccola degli altri bambini. Tu hai questa patologia, ma questo non definisce chi sei. Vai a scuola, tieni alta la testa, sorridi, continua ad essere te stessa e vedrai che tutti gli altri si accorgeranno che sei proprio come loro.” Così fece e così andò, Lizzie non si lasciò definire dalla sua patologia ma dai suoi obiettivi.

    “Voglio che pensiate per un momento e vi chiediate proprio ora, che cos’è che vi contraddistingue? Chi siete? C’entra qualcosa da dove venite? E le vostre esperienze? Sono i vostri amici? Cos’è? Che cosa vi definisce come persone?”

    Non fu facile capirlo. Non lo è mai per nessuno. Lizzie per troppo tempo ha creduto che fosse il suo aspetto esteriore a distinguerla, a definirla, odiava la sua malattia, ogni notte andava a letto sperando di svegliarsi normale. E mentre niente cambiava il tempo passava, finché Lizzie non decise di dare ascolto alle persone che la amavano, la sostenevano e le dicevano che nonostante la vita sia dura e spesso ingiusta lei non avrebbe dovuto lasciare che fosse la sua malattia a definire chi era. 

    “La mia vita è nelle mie mani, proprio come la vostra nelle vostre. Siete voi le persone sedute alla guida nella vostra macchina. Siete voi a decidere se la vostra auto andrà giù per una certa brutta strada o una buona. Siete voi che stabilite la vostra identità.”

    Al liceo Lizzie trovò un video online su di lei, dove era indicata come “la donna più brutta del mondo”. Il video aveva avuto 4 milioni di visite e migliaia di commenti in cui la gente chiedeva a Lizzie di uccidersi, “fai un piacere al mondo, prendi una pistola e falla finita”. Dopo averlo visto e pianto disperatamente, qualcosa ha fatto clic nella sua testa.

    “Voglio davvero permettere a chi mi ha dato del mostro di definire chi sono? Permetterò davvero che chi ha detto, “Datti fuoco!” dica chi sono? No. Saranno i miei obiettivi, il mio successo e i miei risultati a dire chi sono. Non il mio aspetto esteriore, non il fatto che sono ipovedente, non il fatto che ho questa patologia di cui nessuno sa niente.”

    Ha scelto di usare la cattiveria che le era stata lanciata come spinta propulsiva per raggiungere i suoi obiettivi: una laurea, una famiglia, una carriera.

    “Ho usato le persone che mi dicevano che non ce l’avrei fatta per motivarmi. Ho usato la loro negatività per accendere in me la passione che mi ha permesso di andare avanti. Usatela. Usate quella. Usate quella negatività che incontrate nella vita per diventare migliori, perché ve lo garantisco, ve lo garantisco, vincerete.”

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