Silvia Boselli, l’ostetrica tenera e pop che fa successo su Instagram

10 mila follower in un anno e tanta voglia di parlare alle donne in maniera non seriosa e senza tabù, ma sempre con estrema professionalità

Intervista a Silvia Boselli l'ostetrica influencer

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    La dolcezza e l’umiltà di Silvia Boselli sono tra le prime caratteristiche che emergono scorrendo il feed del suo profilo Instagram, anche se scherzosamente si dichiara nella sua biografia la tua ostetrica “prefe”. Una tenerezza e anche una leggerezza di cui evidentemente la professionista va fiera e a ragion veduta, perché sono tanto marcate da riuscire a oltrepassare un asettico schermo dello smartphone. Da poco Silvia ha toccato quota 10 mila follower, raggiunti in un anno e con soli 100 post, post che hanno la loro forza nei contenuti di valore, divulgativi e pure un po’ pop che l’ostetrica cura con estrema attenzione e professionalità, tanto che sono arrivate le prime collaborazioni con le aziende.

    Prima di iniziare a parlare di mestruazioni, masturbazione e anatomia femminile con l’aiuto di Sailor Moon e de Il Re Leone, Silvia era una delle tante ostetriche che dopo la laurea affrontavano l’incertezza di un Paese che in quel momento riservava pochi concorsi per queste professioniste, così scoraggiata da non sapere quale strada prendere. “Ero sul treno Roma-Milano, era mezzogiorno”, mi racconta, “tornavo dal corso di Violeta Benini sul pavimento pelvico e riflettevo: cavoli, Silvia, hai 32 anni, non hai un lavoro, non ci sono concorsi…mandavo curricula sperando nella libera professione, anche facendo l’ostetrica sotto un ginecologo”.

    A quel punto arriva l’illuminazione e decide di aprire un profilo Instagram un po’ diverso. “Fino a quel momento stavo cercando di far diventare influencer il mio gatto, ero solo Silvia”, mi spiega ridendo, “poi ho avuto l’idea di aprire un profilo che diventasse il diario della riabilitazione del mio pavimento pelvico. Dopo tre ore, però, mi seguivano tutti i miei amici e mi sono fermata subito, era qualcosa di intimo; ho iniziato con la divulgazione da quel momento, ma parlo sempre anche un po’ di me”.

    Non essere noiosa con i suoi post per Silvia è stato importante fin da subito, ma quello che si percepisce è che niente è lasciato al caso, tutto è frutto di competenza e cura nei temi scelti. In maniera simpatica, condisce i suoi post e le sue stories con una bella dose di cultura pop, facendosi aiutare nella divulgazione da personaggi dei cartoni animati o dei fumetti. E la cosa funziona. “Per come è nato tutto, quando sono arrivata a 200 follower mi sentivo già una influencer, poi ad agosto erano già 1000, a dicembre 4000; i miei amici mi prendevano in giro, poi ho iniziato a crederci. A metà maggio, dopo un anno, ero già a 10 mila”.

    Silvia è perfettamente consapevole che dietro quei numeri ci sono delle persone, alcune delle quali spesso faticano ad avere consapevolezza del proprio corpo e delle proprie necessità di donna, per questo con il crescere dei follower è cresciuta anche la responsabilità che sente di dover avere nei loro confronti. “All’inizio mi affidavo molto più alla mia buona memoria, ora prima di scrivere qualsiasi cosa faccio ricerche accurate per essere sicura, affinché passi un’informazione valida, anche solo per quelle 3000 persone che guardano le mie storie. È quello che è accaduto anche per i video che ho realizzato per Control Italia, ho fatto molta attenzione a quello che avrei dovuto dire”. Da poco, infatti, Silvia Boselli ha collaborato con l’azienda di prodotti per il benessere sessuale, parlando alla community di temi come i rapporti anali, gli orgasmi e l’igiene intima, senza tabù, ma con la speciale delicatezza e la semplicità che contraddistinguono questa ostetrica.

    A proposito dei risultati raggiunti con il suo profilo, Silvia si dice molto soddisfatta, ma non tanto per i numeri, quanto per le possibilità che questa avventura le ha dato. “Questo profilo mi ha permesso di spiegare a chi mi segue come intendo io l’ostetricia e come intendo la riabilitazione del pavimento pelvico, in più – una cosa a cui tengo molto – mi ha fatto dire alle donne cosa devono pretendere da un professionista. So dalle mie esperienze come ci si sente ad affidarsi completamente a qualcuno per la cura di sé e volevo far capire come deve essere, cosa si può chiedere, anche prima di una gravidanza: per esempio, se la visita è superficiale e frettolosa non è un bene. Quello che forse un po’ dispiace è aver perso con i follower il rapporto diretto e per l’ostetrica il rapporto 1 a 1 è fondamentale; i primi 500 li conoscevo tutti, praticamente, adesso è difficile”. Nonostante questo, sono diverse le pazienti che hanno scelto Silvia Boselli proprio a partire dalla sua attività su Instagram, chiedendole una visita ostetrica nei suoi studi dove esercita la libera professione.

    Il successo è indubbio, ma chiedo a Silvia se nel profondo c’è qualcosa di Instagram che non le piace. “In realtà mi piace quasi tutto”, mi spiazza, “quando ho aperto il mio profilo nel 2014 Instagram mi piaceva perché era mera estetica, tutti questi colori da coordinare sul feed, mi impegnavo tanto a fare delle belle foto. Quello che non mi piace è come viene usato dalle persone, specialmente il suo sfruttamento becero. Un esempio nel mio caso? Una persona che neppure ti segue e che ti butta in direct foto di un’ecografia o di una perdita vaginale e ti chiede di risolverti il problema e, se non lo fai perché stai facendo valere il tuo codice etico, comincia pure a insultarti. Non mi riferisco a una questione di soldi, ma di professionalità: rispondere, a quel punto, non è professionale e nessuno dovrebbe farlo”.

    Seppur dedita alle sue pazienti, Silvia mi fa capire che ha lasciato il cuore in sala parto. “Ogni ostetrica interpreta l’ostetricia in maniera diversa e per me è la sala parto, lo è stata fin da allieva. Accompagni le mamme in un periodo brevissimo, se ci pensi, 24 ore al massimo, ma quello è l’esatto momento in cui la donna diventa mamma e l’uomo papà e quel giorno sarà per sempre il compleanno di quel bambino. Quando lo accogli con le tue mani, vedi quella testolina e senti fare quel primo colpetto di tosse…” Solo a descrivermi la sensazione Silvia si emoziona e io rincaro la dose, chiedendole subito dopo di raccontarmi la sua esperienza più recente. Negli ultimi mesi è stata chiamata all’ospedale Sacco di Milano per assistere in sala parto le mamme positive al Covid-19.

     

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    Un post condiviso da La tua Ostetrica Prefe 💖 (@silviaboselli_) in data: 1 Mag 2020 alle ore 1:49 PDT

    “Nonostante tutta la sua tragicità, a me il Covid ha regalato la sala parto, proprio quando non ci credevo più. Mi ero rassegnata, già mi dicevo che l’ultimo bambino fatto nascere sarebbe rimasto per sempre l’ultimo che ho aiutato da allieva, prima della laurea. E invece… La sala parto Covid sicuramente aveva molto meno contatto fisico, specialmente all’inizio quando anche noi operatori eravamo tutti un po’ impauriti. È una sala parto diversa, con dei drammi ad accompagnare il momento, con donne che avevano magari la nonna del bambino che stava morendo in terapia intensiva e senza compagno, perché questo era in quarantena, però ho visto anche cose meravigliose, tipo l’affetto dei milanesi, che ci hanno fatto dei doni splendidi: tablet per far collegare da casa i papà e i parenti, creme, pigiami, cibo. E poi quelle mamme… Anche se il travaglio lo è di nome e di fatto, quando le donne partoriscono si sentono molto più forti; dare alle luce in un momento particolare come questo le fa sentire così ancora di più, ti fa vedere di cosa una donna può essere capace”. E da lì, con un sorriso che sono certa le arrivi dalla sua parte più profonda, Silvia inizia un elenco di nomi: maschi, femmine, italiani, stranieri, sono indistintamente tutti i bambini che ha visto nascere e che porterà sempre con sé, nella vita e nel lavoro. Loro e le loro storie.

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