Il buono che migliorerà il mondo: quando l’umanità vince sul dolore

Storie straordinariamente ordinarie di solidarietà durante la pandemia Covid

atti di generosità ai tempi del covid

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    Il buono che migliorerà il mondo. È ciò che portiamo avanti con il nostro lavoro in redazione, è ciò che raccontiamo con le vostre storie.

    Inutile dire che l’anniversario pandemico che ci siamo appena lasciati alle spalle ha segnato tutti noi in maniera profonda, le fasi emotive che abbiamo vissuto (e che stiamo vivendo) sono state molteplici e si sono susseguite in un vortice continuo di alti e bassi.

    Siamo passati da un “saremo tutti migliori” a un “non cambieremo mai, nemmeno dopo una pandemia”, perché le persone in fondo pensano solo a loro stesse, a cosa succede nel loro piccolo orticello, non curandosi dell’altro a meno che non abbiano un tornaconto personale. Ma è davvero così? Siamo davvero un’umanità così cinica e poco empatica nei confronti del nostro prossimo?

    Quelle che troverete in questo articolo sono storie straordinariamente ordinarie di solidarietà, portate avanti da persone comuni come noi e come voi.

    Cucina Vicina: storia di Laura Chierico

    Il settore ristorazione è senza alcun dubbio tra quelli che ha subito più disagi e danni a causa della pandemia e Laura Chierico, chef del ristorante Carbonara, situato nell’omonima località in provincia di Pavia lo sa bene. Nonostante il periodo a dir poco difficile però, Laura non ha perso la sua passione e la sua voglia di cucinare per gli altri e, in special modo, per chi ne ha più bisogno. Così ha deciso di creare “Cucina Vicina”, un’iniziativa per consegnare pasti a cento anziani che vivono soli nel paese e che a causa della pandemia sono costretti a rimanere in casa. Per farlo, la chef ha chiesto l’aiuto del comune, di suoi colleghi e di supermercati che donassero generi alimentari alla causa. La prima distribuzione è avvenuta, grazie ai volontari della protezione civile, il 31 gennaio e ci auguriamo che sia solo la prima di una lunga serie.

    Un caffè al bar Gioia: storia di Renato di Matteo

    Rimanendo in ambito ristorazione, la storia di Renato di Matteo è un racconto che parla di amicizia oltre che di solidarietà. L’uomo, titolare della Pizzeria Al Ponte di Castenaso, piccolo comune che si trova nella provincia di Bologna, ha infatti creato un’iniziativa per aiutare il bar Gioia, che si trova proprio davanti al suo locale, appartenente a quello che da oltre dieci anni, oltre ad essere un collega, è anche un amico. Dal lunedì al venerdì, chi usufruisce di un menù studente o lavoratore della Pizzeria Al Ponte, riceve il tagliando per un caffè gratuito da consumare esclusivamente al bar Gioia. Il conto di tutti i caffè omaggio viene poi saldato a fine giornata dallo stesso Renato che in questo modo contribuisce alla sopravvivenza del bar dell’amico in questo difficile periodo.

    Area 51 di Rozzano: storia di Gennaro Speria

    Quella di Gennaro Speria è una storia che probabilmente varrebbe la pena raccontare indipendentemente dalla pandemia Covid.

    Già, perché quella dello zio Genny, come ama farsi chiamare lui, è una vicenda che comincia dopo nove anni passati in carcere, in un’officina di Rozzano, nell’hinterland milanese, chiamata Area 51.

    Un luogo diventato un vero e proprio punto di riferimento non solo per Gennaro, il quale ha trovato qui la forza e la possibilità di riabilitarsi, ma anche per tutte le persone (in primis ex-carcerati e famiglie) che hanno trovato nell’Area 51, un posto dove poter trovare aiuto e sostegno.

    Prima del Covid, l’officina era un posto sicuro dove persone che avevano scontato la propria pena nei confronti della società potevano reinserirsi e dove i più bisognosi potevano trovare saltuariamente pacchi alimentari.

    Con l’arrivo della pandemia l’Area 51 ha completato la sua trasformazione diventando un centro di raccolta e smistamento di pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà. Questo grazie a Gennaro, il quale, oltre ad utilizzare l’officina come punto di raccolta delle offerte provenienti da privati, ha venduto attrezzi e strumenti per poter comprare beni di prima necessità per i più bisognosi.

    Postazioni digitali gratuite: storia della famiglia Rustignoli

    Massimiliano Rustignoli, co-proprietario della Camatti Ufficio di Faenza insieme al padre e al fratello ha deciso di donare dieci postazioni digitali ad altrettante famiglie in difficoltà della sua città.

    Una scelta dettata da una vera e propria esigenza di dare il proprio contributo in una situazione d’emergenza e che ha portato con sé altri risvolti decisamente positivi.

    Le postazioni donate sono infatti costituite da materiale recentemente sostituito da clienti dell’azienda, ripristinate e aggiornate completamente così da poter essere d’aiuto a chi non può permettersi una spesa simile. Un’iniziativa che permette quindi di aiutare il prossimo, restituendo nuova vita a tecnologie ancora perfettamente utilizzabili e funzionanti. Con questo spirito la famiglia Rustignoli ha deciso di non fermarsi e ha lanciato un appello ad altre aziende per la raccolta di postazioni che possano aiutare altre famiglie bisognose residenti nella provincia.

    Sappiamo che le storie che vi abbiamo raccontato non sono sufficienti (forse) a compensare gli orrori e l’egoismo a cui giornalmente siamo abituati; ma voglio essere un seme, un piccolo segno di speranza del buono che c’è. Perché se la verità probabilmente, come in tutte le vicende umane, sta nel mezzo, quello che vogliamo fare con A Good Magazine è condividere con voi il bello, ma soprattutto il buono, anche se quel buono fosse poco, poiché è proprio con quel buono che, ne siamo convinti, si può cambiare il mondo.

    Fonti

    https://laprovinciapavese.gelocal.it

    https://www.bolognatoday.it

    https://www.fanpage.it

    https://www.ravennatoday.it

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