Tra gli Elohim sottoposti al supremo El Elyon, è Yahweh, signore della famiglia di Giacobbe e di tutta la sua discendenza, a essere il principale protagonista delle scritture bibliche.
Può apparire come una frase criptica e senza senso, ma per comprenderla è sufficiente tentare di familiarizzare con le teorie di Mauro Biglino. Sicuramente il suo seguito avrà assodato determinati concetti, ma per chi (come me) si trova in qualche maniera a cercare di comprendere certe teorie, l’impresa è un po’ più ardua, ma assolutamente (per quanto riguarda un’infarinatura) alla portata di chiunque.
Chi è Mauro Biglino?
“Nella Bibbia non c’è Dio e non c’è culto rivolto a Dio. Io non affermo né l’esistenza di Dio né la sua non esistenza, non lo posso sapere perché nella Bibbia non c’è scritto. Nella Bibbia non si parla di quel Dio trascendentale in cui il credente ripone la sua fede, ma di altro che con Dio non ha niente a che fare.”
Mauro Biglino nasce a Torino nel 1950 ed è uno studioso e traduttore dell’Antico Testamento che, a causa delle sue teorie e del suo approccio interpretativo, è al centro di numerose contestazioni.
Amante e appassionato di storia delle religioni, si è specializzato nella traduzione dall’ebraico biblico, competenze che gli hanno permesso di tradurre diciassette libri del testo mesomerico (la versione della Bibbia attualmente riconosciuta e utilizzata all’interno della comunità ebraica) per le Edizioni San Paolo.
Biglino, da diversi anni, ha accresciuto la propria notorietà, grazie anche alle conferenze che tiene in tutta Italia al fine di spiegare la chiave di lettura letterale che, secondo lui, permetterebbe di interpretare la Bibbia in maniera diversa. È molto attivo nella produzione di materiale multimediale (materiale facilmente reperibile e consultabile sul web), motivo che ha sicuramente contribuito alla sua popolarità sulla rete e ha permesso a molti di familiarizzare con le sue teorie.
Divinità o creature aliene?
“Facciamo finta che tutto ciò che troviamo scritto nella Bibbia sia vero.”
Un espediente interpretativo, che Biglino propone per cercare di colmare i vari buchi e dogmi delle scritture bibliche, è quello (già noto tra i suoi seguaci) del “facciamo finta che”.
Con il “metodo Biglino” facciamo finta che tutto ciò che troviamo scritto nella Bibbia non debba essere interpretato, ma che sia esattamente quello che viene scritto. Leggiamola avvalendoci di un’interpretazione letterale, senza arrogarci l’autorità di assumere che “viene detto A ma in realtà si intendeva B”.
Per fare ciò, secondo Biglino, è necessario dare alle parole “il loro valore originale” e non attribuire a esse significati dati un po’ per convenienza e/o negligenza e un po’, se la si pensa come Biglino, per nascondere la vera storia dell’umanità.
Per entrare in una ennesima tana del bianconiglio, basterebbe quindi sostituire alcuni termini largamente diffusi nella trasposizione dall’ebraico antico all’italiano delle scritture con quella che, secondo lo studioso, sarebbero le vere traduzioni (con significato e significante annessi) derivanti dall’ebraico biblico. Nel caso non esista un equivalente in italiano, lasciare semplicemente il termine ebraico ed interpretare il tutto alla luce del suo significato originale.
Ecco i termini da utilizzare:
Elohim: nella Bibbia viene tradotto con “Dio”, ma in realtà sarebbe un sostantivo plurale, quindi indicherebbe più entità/divinità. Il termine “Dio” sarebbe “Elòhah”, il singolare di Elohim appunto.
Yahweh: sempre nella Bibbia viene tradotto con “Signore”, ma al netto della teoria di Biglino non può essere inteso come l’unico Dio (che poi una divinità non è), ma come uno dei vari Elohim (piano piano comincia a delinearsi la faccenda). A lui venne assegnato il controllo sulla famiglia di Giacobbe e su tutta la sua discendenza.
Elyon: tradotto come “Altissimo”, è uno dei nomi ebraici di Dio, ma, vista la presenza di più divinità e visti alcuni passaggi della Bibbia, seguendo questa interpretazione si ipotizza che Elyon rappresenti in realtà il capo/padre degli Elohim, la gerarchia più elevata che raramente torna sulla terra a valutare l’operato dei suoi sottoposti. Infatti “Altissimo” avrebbe valore di rango o gerarchia, non spirituale.
Bara: termine ebraico tradotto con “creare dal nulla”. In realtà secondo Biglino non esiste nell’ebraico antico un termine per definire la creazione dal niente, ma “bara” starebbe a indicare una sorta di “modifica su una situazione già esistente”. Infatti gli Elohim non avrebbero creato la terra, ma avrebbero probabilmente attuato un processo molto più simile alla terraformazione.
Al netto di questi pochi termini farò un sunto estremamente breve e ruvido sulla teoria di Biglino:
Nella Bibbia non si parlerebbe di Dio come essere spirituale, ma di Elohim, entità materiali la cui provenienza non sarebbe nota, incredibilmente longevi seppur mortali (sarebbero infatti capaci di vivere anche decine di migliaia di anni); motivo per cui vengono definiti “eterni”.
Entità estremamente evolute e progredite tecnologicamente, si sarebbero però comportati con la razza umana in tutto e per tutto come colonizzatori. Naturalmente, durante le proprie dissertazioni, e nei propri libri, Biglino asserisce più o meno velatamente, che questi colonizzatori, siano Alieni
L’homo sapiens (Adàm) sarebbe stato creato “in laboratorio” dagli Elohim, incrociando il loro materiale genetico con gli ominidi già presenti sulla terra (Adamà). Il capo di questa nuova stirpe sarebbe stato Elyon e a lui avrebbero risposto vari sottoposti, come Yahweh, al quale venne assegnato il comando sul popolo di Israele.
Leggendo l’Antico Testamento come propone di fare Biglino si potrebbe quindi osservare come gli Elohim si sarebbero spartiti i territori e come sarebbero addirittura arrivati a muoversi guerra per arricchirsi e incrementare il proprio potere. Molto lontani quindi dalla nostra idea di divino.
Secondo questa lettura quindi, l’Antico Testamento, più che essere un libro dalla valenza spirituale, sarebbe definibile come un vero e proprio libro di guerra. La storia di un popolo che raccontava se stesso e che quindi, conseguentemente, si è trovato a dover parlare anche del suo governante elevato, a forza di essere tradotto e ri-tradotto, a divinità.
Mauro Biglino distribuisce molte spiegazioni a carico della propria tesi, invitando le persone a leggere la Bibbia con questa chiave di lettura e valutare come (secondo la sua opinione) così facendo, sarebbe tutto molto più limpido e trasparente.
“Nessuno legge la Bibbia e chi lo fa ne legge solo dei brani, ma purtroppo lo fa avendo già il filtro dell’educazione.”
Contestazioni
Naturalmente come ci si può aspettare certe idee sono avversate, e interpretate come pura speculazione da molti.
Una delle principali critiche mosse a Biglino è quella di affascinare e disorientare il lettore ignaro grazie all’eterogeneità degli argomenti chiamati in causa: filologia semitica, archeologia, letteratura classica, ufologia e molto altro.
Altro punto mosso dai più è quello di definirlo una persona poco preparata sull’ebraico antico, attribuendo in maniera arbitraria significati a parole che, nel corso dei secoli, hanno trovato il consenso dell’élite intellettuale rabbinica.
Inoltre, il termine Elohim, veniva utilizzato come plurale tantum in tutto il semitico nord-occidentale, perciò non c’è da scandalizzarsi se viene utilizzato anche per definire una singola entità.
Le varie contestazioni alla teoria di Mauro Biglino sono moltissime, facilmente trovabili in rete, ma più sotto, per completezza di informazione, vi riportiamo un sito in cui si trovano critiche organiche al suo lavoro.
Le contestazioni di Aleteia
Tra i vari posti , in cui si possono trovare contestazioni delle teorie di Mauro Biglino, troviamo anche il sito Aleteia.org, in cui quest’ultime vengono descritte come “una costruzione fatta di idee che reggono se stesse in un circolo vizioso autoreferenziale”
Uno sui punti sul quale il magazine tende a focalizzarsi riguarda, oltre ai vari attacchi alla cultura di Biglino sull’ebraico biblico, gli stessi lettori di certe teorie.
Secondo Giovanni Marcotullio ( autore su Aleteia.org) : “Il lettore, che per il fatto stesso di essere un lettore di Biglino non è uno specialista, resta impressionato dallo scoprire una cosa che non sapeva e che discorda dalle sue (normalmente scarse) nozioni di cultura religiosa“.
Altro perno fondamentale della teoria di Biglino, capace di colpire particolarmente Marcotullio , riguarda (come già accennato in precedenza) la pluralità/singolarità del termine Elohim.
Riporto un pezzo tratto direttamente da un articolo: “La Bibbia è stata letta da decine di secoli senza che nessuno – tra quanti l’ebraico lo parlavano agevolmente (e prima dei masoreti!) – abbia mai provato imbarazzo su quando e come tradurre Elohîm come theós (dio) e quando tradurlo come theói (dèi)…”.
Lo scontro è alquanto acceso e non mancano colpi bassi e malumori, dato ciò è sicuramente importante (come regola generale) ascoltare sempre quante più opinioni possibili.
Tempi Difficili
È facile essere affascinati da certe teorie, e la tentazione della teoria che spiega tutto è sempre presente nelle nostre teste, magari è anche un’esigenza della nostra psiche, chi sa dirlo?
Fatto sta che Internet ha sicuramente amplificato questo fenomeno, e porta alla nostra attenzione tante affascinanti nuove possibilità e spiegazioni, e spesso non abbiamo tutti gli strumenti per giudicarli con serenità.
Siamo tutti (o quasi) convinti del fatto che la terra si sferica, ma scommetto che molti di noi, alla prova del nove, se dovessero dimostrarlo senza fare riferimento alle foto della Nasa, si troverebbero in forte difficoltà, senza consultare Google. Ci sono prove matematiche di questo fatto da tempo immemore, ma almeno per quanto mi riguarda, foglio alla mano, sarei in difficoltà nel mostrarlo.
Per Biglino la cosa è molto simile in fondo. Tutto si basa su un approfondito studio della Bibbia, e su una conoscenza filologica e linguistica avanzata. Biglino porta delle “prove” a sostegno della sua tesi, ma, per quanto affascinato, io almeno personalmente non ho le competenze reali per andare a controllare. Per fare la semplice operazione di “sostituire” delle parole, infatti, si scoperchia un problema di metodo importantissimo, una questione scientifica e metodologica fondante. Si può forse giudicare in autonomia ma servono svariati anni di studio, per capire se quella “semplice” operazione è fattibile. Più facile controllare forse se esiste un vero dibattito, anche simile, su questioni di filologia biblica vicine a questa questione. Diventa però un affascinantissimo studio, che impegna probabilmente una vita.
Per un approccio equilibrato vanno come al solito fatte altre ipotesi , ognuna apre un mondo di considerazioni, troppo lunghe da affrontare qui ma facilmente intuibili:
“E se Biglino fosse in buona fede, ma si sbagliasse?”
“E se Biglino fosse in cattiva fede, quale sarebbe il suo tornaconto?”
Naturalmente parto dal caso di un lettore che non abbia il dono della Fede, e che, nel caso lo abbia, riesca nella difficile operazione del “facciamo come se non avessi il dono della fede”.
Mi piace poi pensare che, non sapendo tutto, dobbiamo essere sempre preparati all’imprevisto, allo straordinario e ascoltare anche i pensieri fuori dalla nostra “bolla” ci aiuta ad aprirci a nuove prospettive, per quanto possano sembrare assurde.
Forse siamo veramente figli delle stelle o forse siamo creature di un Dio amorevole, se proprio Darwin e Mendel non ci stanno simpatici, ma sicuramente è poco ciò che riconosciamo tutti per vero con certezza. Possiamo però sognare, sperare, indagare.
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