Le chatbot per aiutare i pazienti: come funzionano?

Se hai qualche dubbio medico, puoi sempre chiedere alla chatbot. Ma come funzionano? E soprattutto, sostituiranno i medici?

Chat Bot

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    La pandemia ha costretto molti ambienti a passare alla digitalizzazione e il settore farmaceutico e sanitario non è rimasto fuori da questo cambiamento. Una rivoluzione in questo senso è rappresentata dalla chatbot, uno strumento molto utile per ridurre il divario tra medico e paziente. Vediamo in cosa consiste.

    Cosa sono le chatbot?

    Quando si parla di chatbot, c’è ancora molto scetticismo. Molti pensano che la loro diffusione possa creare un enorme divario nel rapporto tra medico e paziente. Questo perché il paziente andrebbe ad approcciarsi a una macchina, piuttosto che a un altro essere umano. Tuttavia il Covid-19 ha messo in ginocchio il sistema sanitario mondiale e soluzioni simili si sono rivelate molto utili per tamponare la mancanza di personale medico. Molti dubbi su queste nuove tecnologie sono dovuti alla poca conoscenza che c’è sull’argomento. Andiamo a scoprire un po’ di cosa si tratta.

    Le chatbot sono dei software che sfruttano la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale per simulare una conversazione scritta con l’utente. Basta pensare all’esempio di Alexa, che adesso può offrire consulenza anche per la nostra salute con le nuove funzionalità aggiornate.

    Ti è mai capitato di accedere a un sito e di veder comparire da un lato una piccola chat? Si tratta proprio di una chatbot, pronta a fornirti assistenza per risolvere qualunque dubbio. Questa tecnologia è stata applicata anche all’ambito medico. Le chatbot sono in grado di raccogliere informazioni da conversazioni precedenti o da un database dell’azienda, rispettando comunque la privacy del paziente. Grazie al comando vocale, alcune chatbot sono in grado di ascoltare le tue domande e di processarle per darti la risposta più adatta.

    Quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle chatbot?

    Nell’ambito della sanità pubblica le chatbot riescono a sopperire a diverse necessità. Hai bisogno di prenotare un appuntamento in poliambulatorio? La chatbot lo farà per te. In altri casi le chatbot in ospedale possono controllare l’identità dei pazienti, la verifica di eventuali coperture assicurative o il recupero di informazioni sulla storia clinica del paziente, accedendo a tutti i farmaci utilizzati, ad eventuali allergie e alle terapie affrontate. In questo modo lo stato di salute del paziente viene costantemente monitorato e aggiornato; il dispositivo diventa così un prezioso alleato per il medico nel momento in cui ha bisogno di rintracciare la storia clinica del proprio paziente.

    Se invece non sei sicuro riguardo i sintomi di una malattia, le chatbot collegate a pagine mediche possono risolvere i tuoi dubbi, fornendoti tutte le informazioni riguardo un determinato farmaco o il sintomo di una malattia. Abbiamo sempre cercato su Internet gli effetti di una determinata malattia sul nostro corpo, spesso incorrendo in diagnosi errate. Queste chatbot, unite a un’IA sempre aggiornata, si pongono l’obiettivo di offrire quell’autorevolezza di cui ogni paziente necessita quando ha un dubbio.

    Tuttavia le chatbot mediche non sono i sostituti di un medico. Sono dei validi strumenti di supporto per gli specialisti, ma non possono fare delle diagnosi specifiche sulla salute dei pazienti: queste possono essere eseguite soltanto dai professionisti, che prescrivono anche le ricette da prendere.

    Nonostante questo abbia facilitato la reperibilità delle informazioni in ambito medico, ci sono delle incertezze nell’ambito della privacy. L’IA delle chatbot ha accesso ai dati sanitari forniti dall’utente e molti hanno criticato che queste informazioni potessero essere utilizzate dalle aziende a scopi di marketing. Nel caso di chatbot utilizzati all’interno dei sistemi sanitari, le informazioni a cui i dispositivi hanno accesso fanno parte del database ospedaliero e rimangono a sola disposizione del personale medico, che potrà avere un quadro clinico molto chiaro del paziente.

    Le chatbot nel mondo: a che punto siamo?

    Esistono diversi tipi di chatbot e molte di queste le abbiamo già incontrate. Basti pensare a tutte le app di personal training che scarichiamo ogni giorno dal nostro store, provviste di chatbot che incoraggiano gli utenti a seguire uno stile di vita sano. Oppure alle app femtech sulla salute per le donne, dove un’IA monitora il ciclo mestruale e l’ovulazione.

    Le chatbot dedicate ai consigli sull’alimentazione, sugli esercizi fisici da seguire e sulla salute sono le più conosciute e utilizzate. Ma per quanto riguarda le chatbot dedicate al servizio sanitario?

    Laila

    La startup italiana Mazer ha sviluppato Laila, un chatbot empatico basato su un’IA in grado di emulare e comprendere il dialogo ad alti livelli. L’obiettivo è quello di fornire un approccio sempre più umano e personalizzato per ogni utente alla ricerca di informazioni. Questo device è stato poi inserito all’interno dell’ambito medico per poter valutare le condizioni cliniche dei soggetti a rischio Covid-19. Come ci riesce? Molto semplice: pone una serie di domande al paziente con sintomi da Coronavirus e raccoglie tutte le informazioni così da fornire agli operatori sanitari un monitoraggio completo 24h/24.

    PatchAi

    Sulla stessa onda di Laila, PatchAi presenta una funzione molto simile: grazie a un sistema di Machine Learning, l’assistente virtuale sfrutta un approccio patient-oriented per imparare a conoscere il paziente, raccogliendo informazioni sul suo stato di salute e implementando di volta in volta nuove funzioni per fornirgli un’assistenza completa. L’obiettivo resta quello di migliorare l’autogestione alla salute degli utenti sulla base della terapia che devono seguire, ma non solo: PatchAi dà consigli sulle giuste abitudini da seguire e l’utente può costantemente monitorare il proprio stato di salute.

    Parkinson Bot

    Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa che colpisce non meno di 300 mila persone in Italia e non è sempre facile occuparsene: non solo per i malati, ma anche per le famiglie. Questo assistente fornisce notizie e aggiornamenti sulla malattia 24h/24, rispondendo alle domande più comuni grazie alle informazioni reperite dall’Ospedale Campus Bio-Medico di Roma.

    Elena e Sara di Janssen

    All’apparenza dei nomi molto comuni, Elena e Sara sono invece due assistenti virtuali sviluppati da Janssen per aiutare i pazienti con psoriasi e malattie ematologiche a trovare informazioni e fonti mediche autorevoli in modo semplice ed efficace. Possiamo trovare informazioni su una determinata patologia o scoprire se ci sono altri casi simili all’interno del territorio, fornendo una lista di specialisti da cui rivolgersi a seconda delle proprie necessità. Questo servizio vuole fornire un’assistenza costante soprattutto in un momento dove la pandemia ha messo in secondo piano le altre patologie.

    L’introduzione delle chatbot all’interno del sistema sanitario è un enorme passo avanti nella gestione del paziente e dell’informazione medica. Questi dispositivi possono trasformarsi in assistenti per i medici e fidate guide per i pazienti, andando a riempire il divario che questa pandemia ha rischiato di creare.

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