Il “robot a raggi UV” per un vino senza pesticidi

Il progetto 100% italiano si chiama ICARO X4 e propone un nuovo modo di coltivare il vigneto a beneficio della salute di tutti

Vino senza solfiti

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    Un mondo in cui tecnologia e natura non sono più visti come concetti agli antipodi ma come due aspetti dell’esistenza umana complementari e in armonia si sta piano piano avvicinando e per certi aspetti è già una realtà. Quella che viene definita greentech è una delle espressioni di ciò che può fare la mente umana quando sceglie di cooperare con la natura. 

    In Italia non mancano certamente delle eccellenze a riguardo, una delle quali è rappresentata dalla startup Free Green Nature e al suo robot ICARO X4, con brevetti depositati e tutelati intellettualmente a livello mondiale. Abbiamo avuto modo di parlarne con il Dott. Valter Mazzarolo, una delle menti dietro al progetto insieme al socio Guido Tarticchio.

    Che cos’è ICARO x4?

    ICARO X4 è un rover tecnologicamente avanzato e capace di trattare in completa autonomia i vigneti attraverso l’irradiazione di raggi UV-C (radiazioni ultraviolette con una lunghezza d’onda compresa tra i 280 e i 100 nm). Questo mette in salvo la vite da funghi e batteri ostili preservandola da malattie crittogamiche come la peronospora, l’oidio e la botrytis cinerea.

    Il centro di ricerca di Free Green Nature ha progettato e sviluppato interamente ICARO X4, con capitali privati, in ogni sua parte: dalla meccanica, all’elettronica, dal software al firmware. Nulla è stato sviluppato esternamente, al fine di proteggere la proprietà intellettuale della macchina, tutelandola in ogni particolare e soluzione. Inoltre ICARO X4 può beneficiare delle agevolazioni sul credito d’imposta riguardanti gli investimenti nell’industria 4.0.

    Come nasce il progetto?

    Nonostante sia una startup giovane, il progetto della Free Green Nature viene da lontano e muove i suoi primi passi nel 1992. L’idea nasce prima che la tecnologia del tempo sia pronta ad accoglierla permettendone lo sviluppo. Un esempio è dato dalla precisione del tracciamento attraverso la tecnologia GPS, essenziale per il buon funzionamento del robot e che attualmente riesce ad avere una precisione di circa 2,5 cm (e a volte anche scendere fino ai 2 cm). Tale precisione nel ‘92  era impensabile.

    L’intuizione arriva anche grazie ad alcuni studi risalenti alla letteratura scientifica del 1929 dimostranti già al tempo l’efficacia delle radiazioni ultraviolette nella lotta alle malattie fungine e batteriche. Sostanzialmente è lo stesso metodo su cui si basano le tecniche di sterilizzazione degli strumenti negli studi odontoiatrici, detto “Ultraviolet germicidal irradiation” (UVGI). Un principio con cui cominciare a familiarizzare può apparire semplice, ma tanto efficace da destare l’interesse di numerose Università nel mondo e così riassumibile: “a una lunghezza d’onda di 254 nm le radiazioni UV distruggono i legami molecolari del DNA dei microrganismi, distruggendoli o rendendoli inoffensivi”.

    Questo materiale offre spunti per cominciare nel ‘92 le prime ricerche ed esperimenti in laboratorio per la taratura di frequenza e potenza su piante colpite da varie infezioni, fino ad arrivare nel 2014 al primo test sul campo (letteralmente). Il primo test avvenne senza un sistema di motopropulsione autonomo, ma semplicemente spostando il prototipo della macchina avanti e indietro lungo i filari attraverso l’ausilio di una sorta di carrello. Questo è l’unico tipo di trattamento utilizzato (niente pesticidi e/o fitofarmaci) e i risultati, sebbene ancora non ottimizzati, sono fin da subito incoraggianti.

    La rivelazione finale arriva nel 2019, con il primo collaudo durante una vendemmia vera e propria. A sette giorni dalla raccolta la zona viene colpita da una violentissima grandinata, la quale distrugge quasi completamente l’uva nella parte più a valle del vigneto, ma senza danneggiare eccessivamente i frutti nella parte più alta della collina. Nel frattempo, e fino alla raccolta, quello che rappresenta ancora solamente il sogno di ICARO X4 continua a muoversi avanti e indietro per i filari, irradiando i filari di raggi UV-C in mezzo a una situazione complessa a causa della rottura degli acini e dell’umidità.

    La sorpresa giunge nel giorno della vendemmia: l’uva è completamente sana. Alcuni chicchi sono ovviamente rotti a causa dell’effetto meccanico della grandine, ma non presentano segni di muffa e/o di infezioni varie. Questo ha permesso la produzione di un vino dalle buone proprietà organolettiche e gustative, senza l’aggiunta di interventi chimici in vigna. Da allora una sicurezza in più inizia a muovere il progetto, fino ad arrivare alla presentazione ufficiale di ICARO X4 il 3 ottobre 2020 in provincia di Treviso.

    Il funzionamento e la composizione di ICARO X4

    Come abbiamo già anticipato ICARO X4 è un rover dotato di due pannelli laterali (i quali sono responsabili dell’irradiazione dei raggi UV-C) con con telaio monoscocca poggiante su 4 ruote sterzanti. Si muove in completa autonomia su 10 ettari di terreno grazie a un motore Kohler a benzina da 429 cc di cilindrata, un sistema di guida GPS di precisione e un complesso sistema di sensori di sicurezza, tra cui troviamo:

    • radar;
    • ultrasuoni;
    • termoscanner;
    • sensori termici.

    Ma la vera anima di ICARO X4 risiede nel suo software e nel suo algoritmo, un segreto di cui Free Nature Green è ideatrice e unica proprietaria. Attraverso i dati inviati dal laboratorio ambientale installato sul terreno di proprietà riportanti la velocità del vento, la temperatura, l’umidità, il punto di rugiada e altri aspetti, il software riesce a individuare il trattamento più idoneo e la durata dello stesso.

    L’impatto sulla salute

    Durante l’intervista con il Dott. Valter Mazzarolo emerge come l’utilizzo di ICARO X4 per i trattamenti di prevenzione in vigna sia in grado di offrire vantaggi non solamente economici per le aziende, ma anche e soprattutto dal punto di vista della salute pubblica e della tutela dell’ambiente.

    Paragonato a un trattore odierno, il robot è in grado di consumare il 90% in meno di carburante durante i trattamenti. Ciò eviterebbe l’immissione nell’atmosfera di miliardi di tonnellate di CO2.

    Altro dato estremamente rilevante è il risparmio di trilioni di litri d’acqua utilizzati durante i tradizionali trattamenti in vigna oltre ovviamente alla possibilità di evitare l’utilizzo di fitofarmaci e pesticidi di varia natura. Infatti ICARO X4 non necessita nemmeno di una goccia d’acqua per intervenire, tantomeno di pesticidi, rame e/o fitofarmaci. Tutto ciò a beneficio del consumatore finale e ovviamente dell’ambiente.

    Anche il mondo della vinificazione e dei vini naturali potrebbe cambiare radicalmente: infatti avere la possibilità di portare in cantina un’uva sana e “vergine” dal punto di vista dei trattamenti chimici potrebbe ridurre la necessità di utilizzare solfiti nel vino (la solforosa viene prodotta naturalmente durante il processo di fermentazione, ma viene anche aggiunta in cantina al fine di salvaguardare il vino da contaminazioni durante le normali operazioni di routine) e semplificare la vita a tutti quei produttori che fino a oggi avrebbero desiderato rinunciare alla chimica ma che purtroppo, per ragioni ambientali o tecniche, non avevano la possibilità di percorrere questa strada.

    Attualmente il progetto è in partnership per la sperimentazione con il CREA di Conegliano ovvero il Centro di Ricerca per la Viticoltura il cui responsabile referente è il Dott. Tomasi Diego una delle voci più autorevoli in materia sul territorio italiano.

    Cosa ci riserva il futuro? 

    Dalla cordiale conversazione con il Dott. Mazzarolo, il quale ci ha gentilmente fornito tutte le informazioni utili e necessarie per scrivere questo articolo, è emerso come l’utilizzo attuale di ICARO X4 non sia il punto di arrivo, ma il trampolino di lancio per progetti sempre più ambiziosi. Attualmente la Free Green Nature è impegnata a ottenere svariate certificazioni e a ottimizzare i processi in vigna, ma il desiderio sarebbe quello di espandere l’utilizzo del robot a tutte le colture, siano esse frutta o verdura. 

    “Cerchiamo di produrre un cambiamento radicale per migliorare la salute di tutti. Non è solamente una questione di denaro, ma crediamo fermamente in quello che facciamo e siamo convinti che, prima o poi, sia la natura che le persone ce ne saranno riconoscenti.” – Valter Mazzarolo.

    Fonti

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