ADHD negli adulti

Più comunemente conosciuto come Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, l’ADHD può manifestarsi anche in età adulta.

adulto frustrato alla scrivania

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    Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è considerato un disturbo del neurosviluppo che colpisce tra il 5 e il 15% dei bambini. Tuttavia, forme di questo disturbo possono manifestarsi anche in età adulta.

    I bambini, è risaputo, sono difficili da gestire, soprattutto nei primi anni di vita. Sono vivaci e iperattivi. Ma, spesso, può trattarsi di ADHD, uno dei disturbi più comuni tra bambini e adolescenti.

    Cos’è l’ADHD?

    Per ADHD si fa riferimento al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), un disturbo neuroevolutivo che si manifesta soprattutto in età pediatrica.

    Questo disturbo si caratterizza per una durata scarsa o breve dell’attenzione e/o da vivacità eccessive non appropriate all’età, risultando essere molto attivi a livello motorio. 

    Come si manifesta?

    I sintomi che si manifestano in questo disturbo sono principalmente tre.

    • disattenzione;
    • iperattività;
    • impulsività;

    Per disattenzione si intende la difficoltà nel mantenere alta la concentrazione e attenzione in compiti che richiedono uno sforzo prolungato e l’incapacità di organizzarsi per raggiungere un obiettivo.

    L’iperattività, invece, si caratterizza per il bisogno di muoversi costantemente anche quando non è necessario. Implica un’eccessiva attività motoria quando non richiesta. Negli adulti si manifesta sotto forma di eccessiva agitazione immotivata.

    L’impulsività si manifesta attraverso azioni estremamente affrettate. Alcuni comportamenti tipici possono essere:

    • interrompere gli altri durante una conversazione;
    • rispondere in maniera frettolosa senza che la domanda sia stata completata;
    • difficoltà ad attendere il proprio turno;
    • prendere decisioni importanti senza riflettere sulle conseguenze.

    Questi sintomi, inoltre, consentono una classificazione in base alla prevalenza di uno dei tre:

    • manifestazione con disattenzione predominante;
    • manifestazione con iperattività-impulsività;
    • manifestazione combinata: si tratta di un quadro combinato dei precedenti.

    Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – DSM5 devono essere presenti pattern di comportamento di disattenzione, iperattività e impulsività persistenti in più contesti (casa, scuola, lavoro).

    L’insorgenza di tali sintomi deve presentarsi prima dei 12 anni di età.

    Cause

    Le cause che portano allo sviluppo di questo disturbo non sono ancora state accertate dai medici.

    Sicuramente la genetica, in questi casi, fa la sua parte, ma alcuni studi sembrano voler valutare gli effetti di alcol e fumo durante la gravidanza. Altri sostengono che si tratti di di fattori ambientali, altri ancora che sia causa di una nascita prematura. Insomma, le ipotesi sono tante, ma nulla di certo.

    ADHD in età adulta

    Sebbene questo disturbo sia associato ai bambini poiché si sviluppa, principalmente, durante il periodo infantile, alcuni studi hanno evidenziato che circa il 4% degli adulti potrebbe soffrire di ADHD, con sintomi leggermente diversi da quelli dei bambini.

    I sintomi principali negli adulti sono:

    • difficoltà di concentrazione;
    • difficoltà nel portare a termine i compiti;
    • sbalzi d’umore;
    • logorrea;
    • impulsività comportamentale e verbale;
    • impazienza e agitazione;
    • difficoltà nel mantenere relazioni;
    • difficoltà di memorizzazione.

    Diagnosi

    Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività può essere più difficile da diagnosticare in età adulta poiché i sintomi possono essere simili ad altri disturbi come:

    La diagnosi di ADHD viene condotta da professionisti mediante una valutazione clinica con vari test per mettere alla prova le funzioni esecutive (attenzione, memoria, organizzazione, pianificazione, impulsività). 

    Nel caso dei bambini, si avrà una diangnosi di ADHD se si riportano almeno 6 sintomi tra quelli elencati qui. Nel caso degli adulti, inoltre, è ancora più difficile capire se si tratta di ADHD o meno. Infatti, la diagnosi non può essere confermata senza la prova che i sintomi siano presenti sin dall’infanzia.

    Si può curare?

    Si può trattare, ma con curare. 

    Il percorso che si intraprende prevede un trattamento multimodale che consiste in un trattamento sia farmacologico che psicologico. È una condizione con cui si deve imparare a convivere, ma sicuramente il contesto ambientale può favorire o contenere quelli che sono i sintomi.

    Alcuni farmaci sono in grado di ridurre i sintomi causati dall’iperattività e impulsività, migliorando così la capacità di attenzione e concentrazione.

    I farmaci più efficaci risultano essere:

    • psicostimolanti, come il metilfenidato; 
    • non psicostimolanti, come l’atomoxetina;
    • antidepressivi;
    • ansiolitici.

    Affinché vi siano miglioramenti duraturi, è necessario affiancare alla cura farmacologica un percorso terapeutico. Gli psicologi e i terapeuti in generale possono fornire un grande aiuto alle persone affette da ADHD per acquisire consapevolezza delle proprie difficoltà, fornendo consigli preziosi non solo su come affrontare la situazione, ma anche spunti per modificare il proprio comportamento al fine di adottare comportamenti corretti, rispettando le regole e interagendo correttamente con gli altri.

    Non esiste, quindi, una cura vera e propria, ma trattamenti capaci di ridurre i sintomi. Grazie alla combinazione di diversi strumenti, come farmacia e supporto psicologico, la terapia, piano piano, darà i suoi frutti.

    Fonti

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