Capillari rotti sul viso: cause e cure dell’inestetismo

Per lo più chi ne soffre non deve preoccuparsi, anche se potrebbe essere sintomo di una malattia rara

capillari viso rotti

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    Succede soprattutto alle donne di una certa età. Nel giro di qualche giorno, sul volto, inizia a comparire una macchia sanguigna, tecnicamente definita porpora: sono i capillari rotti, sottilissimi vasi dai quali il sangue trasportato si riversa nella zona circostante, rendendo evidente la rete di canali circolatori a occhio nudo.

    Si tratta di un tipo di disturbo particolarmente fastidioso, antiestetico, che può provocare alle volte anche la sensazione di bruciore nelle zone interessate. Per sicurezza, però, è bene fare qualche controllo per accertarsi che dietro ai capillari rotti non si nasconda qualcosa di più grave.

    Sintomi dei capillari rotti

    La condizione che abbiamo appena descritto può essere definita come fragilità capillare. Questa si rende evidente quando zone del volto vengono interessate dalla comparsa di una serie di macchie emorragiche puntiformi, più o meno estese. Queste zone di porpora (così si definiscono in termini tecnici) non hanno sempre una causa precisa: spesso compaiono spontaneamente, altre volte a seguito di piccoli traumi. La conseguenza è sempre la stessa: i capillari si rompono e lasciano che il sangue trasportato si accumuli nell’area circostante, provocando un inestetismo importante.

    Le cause della fragilità capillare

    I motivi per i quali i capillari si rompono e compaiono zone edematose sul volto possono essere tanti, dai meno preoccupanti a quelli sui quali è bene intervenire in fretta. Nella categoria di cause meno pericolose, che generalmente fa capo a una predisposizione genetica per la rottura dei capillari, possiamo ascrivere le seguenti cause:

    • deficit nutrizionali, in particolare di vitamina C;
    • alterazioni ormonali temporanee e più o meno repentine, come uno stato di gravidanza o una fase premestruale più intensa e dolorosa del solito;
    • abitudini comportamentali e alimentari scorrette, che può significare una prolungata ed eccessiva esposizione al sole, totale inattività fisica che aggrava una condizione di obesità, oppure forti e continuativi periodi di stress.

    Altra cosa, invece, sono le cause di stampo patologico che inducono la comparsa di capillari rotti. In questo caso, la persona che ne soffre deve stare sull’attenti e procedere immediatamente con ulteriori esami clinici di approfondimento.
    Le malattia più note che provocano fragilità capillare sono:

    • ipersurrenalismo, ovvero aumento esagerato di produzione di ormoni corticosteroidei da parte delle ghiandole surrenali con la conseguente comparsa della sindrome di Cushing;
    • sindrome di Ehlers-Danlos, caratterizzata da varie problematiche del tessuto connettivo umano tra le quali anche i capillari rotti;
    • sindrome di Marfan, l’alterazione del gene che sintetizza la proteina fibrillina e che determina disturbi ai vasi sanguigni e ai tessuti connettivi.

    Prevenzione alimentare

    La prima cosa da fare se si vuole prevenire la comparsa di capillari rotti è assumere una serie di comportamenti alimentari e abitudinari giusti. In tal senso, possiamo integrare la nostra dieta quotidiana con pesce, frutti di bosco, ciliegie, prugne e integratori di vitamina C. A questo, ovviamente, si somma un’attività fisica equilibrata per lo stilo di vita che ognuno conduce: potrebbe trattarsi di una passeggiata a ritmo sostenuto al giorno oppure corsa o attività aerobica.

    Trattamenti naturali contro i capillari rotti

    Sono facilmente reperibili in farmacia o parafarmacia una serie di creme e unguenti di derivazione naturale che aiutano a trattare l’inestetismo. La base con cui questi preparati sono fatti può essere di:

    • vitamina C  e acido ascorbico;
    • escina, ricavata dai semi dell’ippocastano;
    • rutina o esperidina.

    Trattamenti clinici contro i capillari rotti

    Dal punto di vista degli interventi pratici sulle aree di volto e gambe interessate da capillari rotti, le alternative sono tre:

    • laserterapia, ovvero l’applicazione di una luce ultra violetta di agire in modo preciso sui capillari che vengono cauterizzati e mano a mano il sangue si riassorbe;
    • luce pulsata, che funziona secondo un principio simile alla tecnica precedente;
    • scleroterapia, ovvero l’iniezione di un liquido particolare che fa chiudere i capillari e quindi blocca le micro-emorragie di sangue.

    Fonti

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