Il disturbo ossessivo compulsivo

Quando lavarsi le mani di continuo o controllare mille volte di aver chiuso la porta non sono solo fissazioni

mano allinea matite

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    Paura eccessiva dei germi, dubbi insistenti su azioni quotidiane, come chiudere la macchina o la porta di casa, possono essere patologici; si parla in questo caso di disturbo ossessivo compulsivo (abbreviato in DOC – OCD in inglese), un disturbo psichiatrico che ha pesanti conseguenze sulla vita delle persone che ne soffrono e di chi sta loro attorno. Come vedremo, ciò che distingue una normale fissazione o un pensiero intrusivo e negativo episodico dal DOC è proprio l’impatto che quest’ultimo ha sul normale svolgersi della vita quotidiana.

    Che cos’è il disturbo ossessivo compulsivo

    Il disturbo ossessivo compulsivo, come abbiamo accennato, è un disturbo psichiatrico. Fino al 2013 rientrava nei disturbi d’ansia, oggi invece fa parte di una categoria a sé, che comprende anche:

    • disturbo da accumulo: consiste nella paura di buttare via oggetti, anche se inutili, compensata dalla compulsione ad accumulare questi stessi oggetti, ad esempio acquistandoli in serie o raccogliendo quelli che sono stati buttati o abbandonati
    • disturbo da escoriazione: ovvero il continuo stuzzicamento della pelle, che può portare anche a lesioni cutanee
    • tricotillomania: consiste nel giocare continuamente con i propri capelli, arrivando anche a strapparseli
    • dismorfismo corporeo: ovvero la percezione ingigantita di difetti minimi o del tutto assenti

    Per quanto riguarda il disturbo ossessivo compulsivo, ne esistono varie tipologie, strettamente collegate, come vedremo, al modo in cui si manifestano i pensieri ossessivi e ai comportamenti compulsivi o rituali messi in atto.

    Sintomi

    Come dice il nome, questo disturbo si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni, fra loro collegate.

    Le ossessioni infatti sono pensieri intrusivi che compaiono senza che il soggetto possa impedirlo. Le ossessioni più comuni che caratterizzano questa patologia sono:

    • la fobia dei germi
    • il dubbio di non aver compiuto un’azione (come chiudere la macchina, le finestre, il gas…)
    • l’ordine e la simmetria
    • pensieri blasfemi
    • la perdita del controllo e il pericolo di fare del male a se stessi o agli altri

    Nel momento in cui questi pensieri emergono, le emozioni che suscitano nel soggetto sono di ansia e paura; di conseguenza metterà in atto comportamenti compulsivi volti, per i meccanismi che caratterizzano il disturbo, a compensare il pensiero ossessivo.

    Questi comportamenti compulsivi possono avere lo scopo di calmare il soggetto, ma anche quello afferente al “pensiero magico” di frenare la catastrofe che la persona si aspetta accada in seguito al manifestarsi dell’ossessione. Esempi di comportamenti di questo tipo sono:

    • lavarsi continuamente le mani
    • controllare molte volte di aver compiuto un’azione, come chiudere le finestre, il gas o la macchina
    • riordinare a lungo per rispondere all’ossessione di ordine e simmetria
    • compulsioni mentali:
      • contare e ricontare oggetti (ad esempio le mattonelle in una stanza)
      • ripetere una parola, una frase o una preghiera

    Sintomi compulsivi come questi sono detti anche rituali, in ragione della loro natura ripetitiva e che segue uno schema molto rigido, al quale il soggetto si attiene scrupolosamente.

    Le ossessioni e le compulsioni non si risolvono quasi mai spontaneamente, anzi, nella maggior parte dei casi è necessaria una terapia prolungata; i sintomi infatti possono essere altalenanti e ricomparire ad esempio in fasi delicate della propria vita, come un lutto.

    Diagnosi

    Diagnosticare il disturbo ossessivo compulsivo non è così semplice: chi ne soffre tende a nascondere i propri pensieri intrusivi e i conseguenti comportamenti compulsivi, soprattutto per vergogna; ciò, come vedremo, porta spesso a una condizione di isolamento che frena la completa realizzazione personale di questi soggetti.

    Bisogna anche considerare che non basta avere delle fissazioni o dei riti per fare una diagnosi. Questi, così come pensieri sgradevoli e indesiderati, possono caratterizzare un po’ tutti: pensiamo alla ripetitività con cui molti campioni di tennis compiono sempre gli stessi gesti prima del loro turno. Ciò che differenzia le ossessioni e le compulsioni è proprio la loro natura impellente, che interferisce con il normale svolgimento delle attività quotidiane e causa sofferenza in chi le vive.

    Le condizioni che devono sussistere per la diagnosi infatti sono:

    • ossessioni e/o compulsioni (nel 90-98% dei casi sono presenti entrambe)
    • compulsioni o rituali che occupano almeno un’ora nella giornata
    • esclusione di altri disturbi mentali con quegli stessi sintomi
    • esclusione di una correlazione dei sintomi con qualche sostanza assunta

    L’età media di esordio di questo disturbo è ventidue anni, con l’emergere dei sintomi che di solito avviene dopo la pubertà; in un 15% dei casi emergono prima dei dieci anni, mentre è più raro che il disturbo si manifesti dopo i trent’anni.

    Qual è la causa del DOC?

    La letteratura e la ricerca scientifiche non sono ancora pervenute a individuare le cause esatte del disturbo ossessivo compulsivo. Gli studi e le ricerche evidenziano però come vari fattori concorrano al suo sviluppo:

    • genetici: ci sarebbe una predisposizione allo sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo se ci sono altri casi in famiglia
    • biologici; nei soggetti con DOC sono stati rilevati:
      • aree cerebrali con attività e struttura inusuali
      • bassi livelli di serotonina
    • ambientali, come:
      • traumi
      • esperienze educative
    • altri disturbi psicologici o psichiatrici, come:
      • disturbo da tic
      • disturbo d’ansia permanente
      • depressione maggiore permanente

    Spesso il disturbo ossessivo compulsivo si manifesta insieme a quegli stessi disturbi che costituiscono un fattore di rischio del suo sviluppo.

    Il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo

    Non esiste un modo univoco per trattare il disturbo ossessivo compulsivo: a una grande varietà di manifestazioni corrispondono cure specifiche e personalizzate per ogni singolo caso.

    In generale, però, l’intervento potrà essere:

    • psicoterapeutico
    • farmacologico

    Vediamo nel dettaglio come funzionano e quali benefici possono apportare questi due approcci.

    Psicoterapia cognitivo-comportamentale

    Questo approccio della psicoterapia si è rivelato particolarmente utile nella gestione del disturbo ossessivo compulsivo. Un percorso di psicoterapia di questo tipo comprende:

    • una parte comportamentale: in particolare, per il DOC si attua l’esposizione e prevenzione della risposta; consiste nell’esporre il paziente allo stimolo che scatena il comportamento compulsivo, in modo da ottenere gradualmente l’annullamento di questo stesso comportamento
    • una parte cognitiva, con l’obiettivo di disinnescare quei processi di pensiero automatici e disfunzionali che causano ossessioni e compulsioni

    Attraverso un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale il soggetto potrà anche imparare a gestire le emozioni di disgusto, ansia, senso di colpa e vergogna spesso associate ai pensieri intrusivi e ai comportamenti compulsivi.

    Farmaci

    Il trattamento farmacologico del disturbo ossessivo compulsivo sfrutta farmaci che agiscono sul sistema serotoninergico, ovvero sulla regolamentazione della serotonina; nei soggetti con DOC, infatti, i livelli di questo ormone risultano più bassi della norma.

    Farmaci di questo tipo sono:

    • antidepressivi triciclici, in particolare la clomipramina
    • SSRI, ovvero i farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, usati anche come antidepressivi; le dosi per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo sono di solito superiori a quelle per il trattamento della depressione

    Il trattamento farmacologico in caso di DOC deve essere prescritto da uno psichiatra e avrà modalità diverse per ognuno.

    Incidenza del DOC

    Circa il 2-3% della popolazione soffre di disturbo ossessivo compulsivo; in un terzo dei casi i sintomi si manifestano già in età infantile e nel 75% dei casi entro i trent’anni. In Italia le persone con questo disturbo sono 800 mila.

    Ma cosa comporta convivere con il disturbo ossessivo compulsivo? Quali conseguenze ha nella vita quotidiana?

    A differenza di chi presenta disturbi psicotici, che si caratterizzano per una perdita di contatto con la realtà, la maggior parte delle persone con DOC è consapevole dell’esagerazione e dell’irrazionalità dei propri pensieri e comportamenti, ma questi si presentano senza possibilità di controllo.

    Questo, oltre a suscitare in chi lo vive sentimenti di colpa, vergogna e ansia, può portare anche a un progressivo isolamento. È stato osservato come le persone con DOC abbiano mansioni inferiori alle loro reali possibilità e grandi difficoltà relazionali: nel 50% dei casi non è per loro possibile mantenere un rapporto di coppia, ad esempio.

    Convivere con questi disturbi può essere molto stremante, oltre che frustrante, e può comportare conseguenze a livello di scelte e possibilità di vita. Il disturbo ossessivo compulsivo, per quanto cronico, però, può essere trattato: le terapie farmacologiche hanno bisogno di almeno due settimane per dare i primi risultati, mentre la psicoterapia impiega più tempo ma dà risultati più duraturi, insegnando al paziente a gestire i pensieri intrusivi.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali

    Ho letto e accetto le condizioni di privacy