Epatite C: i sintomi

Come riconoscere la comparsa dell’Epatite C e quali consigli seguire per evitare il suo arrivo

donna con nausea e vomito

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    L’Epatite C è una malattia infiammatoria del fegato causata dal virus HCV.

    È una malattia piuttosto frequente: secondo l’OMS ogni anno si registrano circa 1,5 milioni di nuovi casi. Cosa comporta l’epatite C e come fare a riconoscerla? In questo articolo vediamo quali sono i sintomi dell’Epatite C e come può essere diagnosticata e curata questa infezione.

    Cos’è?

    L’epatite C è una malattia infiammatoria del fegato causata da un virus a RNA (HCV, acronimo di Hepatitis C Virus), appartenente al genere Hepacivirus della famiglia dei Flaviviridae.

    Si tratta di una malattia diffusa in tutto al mondo, che può essere di due tipologie:

    • Acuta: di breve durata, da qualche settimana fino a 6 mesi;
    • Cronica: di lunga durata, quando supera i 6 mesi.

    L’epatite C si trasmette venendo a contatto con il sangue di una persona infetta (uso di droghe per via endovenosa, trasfusioni di sangue infetto, utilizzo di strumentazioni mediche o estetiche non sterili e, in alcuni casi, per via sessuale.

    Vediamo come riconoscere l’arrivo di questa infezione e cosa fare per curarla efficacemente.

    Come si manifesta?

    Generalmente l’epatite C acuta decorre in maniera asintomatica. Tuttavia, quando sintomatica, ci sono alcuni segnali riconducibili all’epatite C, ossia sintomi che segnalano l’epatite C:

    • febbre;
    • nausea e riduzione dell’appetito;
    • vomito;
    • dolori muscolari e addominali;
    • stanchezza e debolezza;
    • ittero: colorazione giallastra della pelle e della parte bianca degli occhi (sclera).

    I sintomi compaiono dopo 2-3 mesi da quando si è contratto l’epatite C e l’infezione può durare fino a 6 mesi (epatite acuta). Nel 30% dei casi, i sintomi rimangono lievi e l’infezione si risolve senza bisogno di alcun trattamento.

    Nel restante 70% dei casi, invece, l’infezione può generare complicanze e trasformarsi in epatite cronica, ossia una patologia di lunga durata. Cosa comporta ciò?

    Complicanze: quando l’epatite diventa cronica

    Se il virus persiste nell’organismo a distanza di 6 mesi dal contagio, l’epatite C può evolversi in un’infiammazione permanente del fegato e diventare epatite cronica

    Questa condizione interessa circa il 60-80% degli individui che contraggono l’epatite C e presenta i seguenti sintomi: perenne percezione di fatica; malessere generale; debolezza e stanchezza; gonfiore e dolore addominale; dolori muscolari e articolari e, in alcuni casi, segnali di ansia e depressione.

    L’epatite cronica è pericolosa poiché facilita lo sviluppo di gravi malattie correlate al fegato e a carico di altri organi. Tra le complicanze possibili troviamo:

    • Cirrosi epatica: alterazione della struttura del fegato dovuta allo sviluppo di tessuto fibroso che si sostituisce alle parti funzionanti dell’organo a causa dell’epatite cronica. La cirrosi può portare a insufficienza epatica (quando il fegato non riesce più a svolgere le sue funzioni) e facilitare lo sviluppo di un tumore al fegato – nell’1-3% dei casi di cirrosi l’anno;
    • Tumore al fegato o epatocarcinoma: tumore che ha origine nel fegato e che tende a diffondersi raggiungendo ossa e polmoni. La correlazione tra epatite cronicizzata e tumore al fegato è evidente: si stima che 1 tumore al fegato ogni 4 sia causato da epatite cronicizzata;
    • Encefalopatia epatica: indica uno stato confusionale dell’individuo che può raggiungere anche la condizione di coma. Questa avviene quando il fegato non è più in grado di smaltire le sostanze tossiche presenti nel sangue che, non venendo eliminate, possono raggiungere il cervello, aggravando il suo funzionamento.

    Come fare per curarla?

    Innanzitutto la diagnosi è il primo passo da compiere! Infatti, diagnosticando precocemente l’epatite C si consente di ridurre la probabilità di incorrere nelle gravi complicanze che abbiamo visto (cirrosi epatica, tumore al fegato). Per diagnosticare l’epatite è sufficiente svolgere esami del sangue specifici, che permettono di rilevare la presenza degli anticorpi specifici che l’organismo ha sviluppato per combattere il virus.

    Dopo aver diagnosticato l’infezione si può stare tranquilli: grazie alla cura specifica, il medico provvederà a somministrare i farmaci antivirali ad azione diretta, in grado di curare il 95% delle persone infette. Attualmente non è disponibile il vaccino contro l’epatite C, tuttavia la terapia odierna ha raggiunto risultati sorprendenti.

    Buone norme da seguire

    Si sa che prevenire è meglio che curare. Per questo, prima di lasciarci, ecco qualche consiglio finale: 

    • Rispetta le norme igieniche generali;
    • Dato che l’epatite può essere trasmessa anche per via sessuale, evita rapporti a rischio e utilizza sempre il preservativo;
    • Evita lo scambio di oggetti personali, come: spazzolino da denti, forbicine, rasoi e siringhe;
    • In caso di tatuaggi o piercing, scegli luoghi sicuri che rispettano le condizioni igieniche e che sterilizzano gli strumenti di lavoro.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali

    Ho letto e accetto le condizioni di privacy