Purtroppo dobbiamo dirlo con convinzione: nell’universo maschile la salute sessuale è molto trascurata, decretando un divario assai ampio a favore delle donne, che invece si recano con più frequenza dal medico specialista, fin dalla prima adolescenza.
I motivi di tutto questo possono essere molteplici, sicuramente in larga parte legati a dinamiche sociali, di reticenza da parte di qualche sedicente maschio alfa di dover ammettere di aver qualche dubbio sulla propria salute sessuale e aver bisogno di farsi ispezionare i propri genitali da un medico.
Tuttavia, l’incidenza delle malattie all’apparato riproduttivo maschile non tiene di certo in conto questo fenomeno di genere e va avanti per la sua strada, evocando percentuali notevoli di patologie specifiche, anche gravi, come il tumore al testicolo.
Superare questo insieme di pregiudizi è necessario per entrare in un’ottica di prevenzione delle patologie dell’apparato riproduttore maschile, per la quale lo strumento più efficace è innanzitutto l’autopalpazione. Ecco come effettuarla.
Anatomia dell’apparato riproduttivo maschile
- Testicoli o didimi: contenuti nella sacca scrotale, sono le gonadi maschili, e quindi hanno il compito di produrre gli spermatozoi, i gameti maschili, oltre che sintetizzare il testosterone
- Prostata: ghiandola posta al di sotto della vescica che ha il compito di produrre il liquido seminale, importante per la nutrizione degli spermatozoi
- vescicole seminali: producono una componente del liquido seminale
- Epididmo: groviglio di canalicoli posti al di sopra del testicolo dove maturano gli spermatozoi; questo si continua con un piccolo canale che lo collega ai testicoli
- Uretra: contenuta all’interno del pene, è un canale che parte dalla vescica ed essendo in comune con l’apparato urinario, può veicolare sia urina che sperma.
L’autopalpazione del testicolo per la diagnosi precoce del tumore al testicolo e altre patologie
L’autopalpazione è una buona pratica diagnostica facilmente effettuabile in maniera autonoma che ogni uomo dovrebbe fare dai 15 anni in poi: grazie a questo approccio è possibile individuare in tempo molte problematiche legate all’apparato riproduttivo maschile.
Tra le patologie più pericolose, per le quali una diagnosi precoce può davvero fare la differenza, si annovera sicuramente il tumore al testicolo che colpisce all’anno 2200 pazienti in Italia, con un’incidenza maggiore negli individui tra i 15 e i 40 anni, mentre dai 50 in poi l’incidenza cade notevolmente.
La diagnosi in tempo del tumore al testicolo aumenta i casi di guarigione di circa il 90% quindi può veramente fare la differenza.
Anche se la neoplasia al testicolo è sicuramente il male maggiore che possiamo tenere lontano con l’autopalpazione, ci sono anche altre condizioni che possono essere individuate:
- varicocele: dilatazione delle vene testicolari che drenano il sangue dai testicoli; si tratta di una patologia assolutamente non grave che può dare fastidio dopo un rapporto sessuale o dopo l’esercizio fisico con piccoli attacchi di dolore; tuttavia qualora il dolore divenga persistente può essere consigliato l’intervento
- epididimite: infiammazione dell’epididimo, la zona sovrastante i testicoli, dove maturano gli spermatozoi
- idrocele: rigonfiamento di un testicolo dovuto a riempimento della sacca scrotale di fluido acquoso tutto attorno all’organo.
- orchite: infiammazione di uno o entrambi i testicoli, che porta a rigonfiamento di questi ultimi, dovuta ad agenti patogeni responsabili di malattie veneree o cistite
Autopalpazione: come effettuarla?
Al fine di effettuare una corretta autopalpazione è necessario seguire delle semplice istruzioni:
- In primis è buona cosa farsi un bagno o una doccia calda, in modo da rilassarsi, e rilassare anche il muscolo Cremastere, cioè quella tonaca muscolare interna alla parte superiore del sacco scrotale che fa scendere o salire i testicoli a seconda della temperatura. Il rilassamento di questa fasce muscolari renderà la palpazione più facile ed agevole.
- Prima di procedere alla vera e propria autopalpazione, passare da un esame visivo allo specchio per vedere l’eventuale presenza di tumefazioni o rigonfiamenti
- A questo punto si può procedere con l’autopalpazione: tenere le dita indice e medio sull’apice superiore del testicolo e il pollice in quello inferiore, così da racchiudere l’organo tra le tre dita; a questo punto passare le dita molto lentamente e delicatamente su tutta la superficie del testicolo; la manovra non deve causare nessun tipo di dolore e al tocco non si devono notare rigonfiamenti o cambiamenti di volume di nessuna delle strutture che si apprezzano sotto le dita.
- Al di sopra del testicolo si dovrebbe notare la presenza di un piccolo cordoncino che è l’epididimo, la struttura dove maturano gli spermatozoi
- Nella parte superiore di ogni testicolo, tra il suo apice e lo scroto si può notare la presenza di una zona con consistenza soffice, dovuta alla presenza di vasi sanguigni e del cordone spermatico.
L’autopalpazione è da fare una volta ogni mese, dai 15 anni in poi, così da notare ogni volta gli eventuali cambiamenti rispetto alla palpazione precedente.
Quando rivolgersi al medico?
Bisogna ammettere che la buona abitudine sarebbe rivolgersi a un medico urologo o andrologo con una certa periodicità e non solo dopo l’individuazione di strane anomalie dopo un’autopalpazione; tuttavia se durante la palpazione dei vostri testicoli percepite qualcosa di strano è bene contattare il vostro medico curante con il quale valutare la necessità di un’ecografia mirata.
I segni che devono accendere dei campanelli d’allarme sono:
- strani rigonfiamenti irregolari della superficie del testicolo
- aumenti di volume di uno o entrambi i testicoli: indice di idrocele o orchite
- diminuzione di volume di uno o entrambi i testicoli
- presenza di rigonfiamenti nella parte superiore dello scroto, indice di varicocele
Tra questi segni, sicuramente quello da prendere in considerazione con molto scrupolo è la presenza di strutture irregolari che potrebbero essere la prova di un tumore, per il quale una diagnosi precoce può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.
Per la corretta prevenzione del tumore al testicolo è necessario conoscere quelli che sono considerati tutt’oggi i fattori di rischio:
- Familiarità, ossia casi in famiglia di tumore al testicolo
- Disturbi ormonali in gravidanza
- Criptorchidismo: condizione in cui il testicolo, al momento della nascita, si trova ancora nella zona pelvica e non è traslocato nella sacca scrotale. Chi nasce con questa patologia ha più probabilità di incorrere nel tumore al testicolo.
I soggetti che sono affetti da questi tre fattori di rischio dovrebbero sottoporsi con più frequenza e con più convinzione all’autopalpazione, oltre che a visite specialistiche.
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