Alice Loreti, la farmacista podcaster che racconta la professione

Il suo podcast si chiama Pillole, parla ai farmacisti (e non) di digitale, attualità e consigli

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    Blog, Instagram e un seguito podcast: la dottoressa Alice Loreti è una vera farmacista digital, una professionista che ha compreso l’utilità di strumenti come i social network e cerca di trasmetterla ai colleghi, più o meno giovani. Il suo podcast, in particolare, si chiama Pillole, ha all’attivo più di 60 episodi e nelle sue puntate affronta temi che sono utili a chi ha una farmacia, ma anche a studenti e semplici interessati alla materia.

    “Ho 29 anni”, ci racconta la dottoressa Loreti, “mi sono laureata 5 anni fa in Farmacia presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie del Farmaco di Torino e tutto è nato proprio dalla mia tesi di laurea, quando ho deciso di creare due siti web per aiutare professionisti e pazienti a seguire con costanza la terapia. È da qui che iniziata la mia passione per i social, il digital e i siti web, appunto. Avevo il desiderio di fare un blog, ma poi ho iniziato a lavorare e ho lasciato il sogno nel cassetto. Quando ho ottenuto un posto alle farmacie comunali in Val d’Aosta, dove mi sono trasferita dal Piemonte, ho deciso di aprire intanto la mia pagina Instragram, Sorry I am a pharmacist, per condividere tips utili; solo a fine 2019 ho aperto il mio blog, con la complicità del mio ragazzo, che fa il programmatore”. Tra post e fumetti che lei stessa disegna, sul blog e su Instagram Alice Loreti dispensa utili consigli su piccoli malesseri quotidiani, parla di tematiche importanti come quella dei vaccini, ma condivide anche qualche simpatico aneddoto della vita in farmacia.

    L’opportunità del podcast invece è nata da una passione comune, un’idea del compagno che però lei ha infarcito di contenuti a tema pharma. Esce un episodio ogni domenica e a oggi sono presenti più di 60 puntate, che si possono ascoltare sul sito della dottoressa Loreti, che le raccoglie tutte. “Nel 2019 siamo andati al Festival del podcasting e ci è sembrato un mezzo nuovo, innovativo. In quell’anno si è iniziato a sentirne parlare un po’ più in maniera diffusa. Inoltre, con questi temi ce n’erano pochi, erano di nicchia e molto utili per chi cerca informazioni del genere”.

    Come ha rivelato infatti una indagine Nielsen del 2020, chi ascolta i podcast lo fa sì per rilassarsi e per semplice intrattenimento, ma una buona fetta (il 33% degli intervistati) è alla ricerca di materiale per informarsi. Ormai sono in molti, complici anche le chiusure forzate dettate dai vari lockdown, a essersi avvicinati a questi audio on demand, tanto che nel 2020 sono stati 14 milioni le persone che in Italia hanno ascoltato podcast.

    Come spiega Alice Loreti, “il podcast dà l’opportunità a chi è interessato ai tuoi temi di ascoltarti quando vuole. È ben diverso da un post, una storia su Instagram, che sono di passaggio e magari in quel momento uno non ha la voglia o il tempo di approfondire, anche quando quel contenuto ti sta comunicando qualcosa di importante. Il podcast è un modo attivo di informarsi, sei tu che decidi di ascoltarlo, per cui devi essere realmente interessato”.

    Il format del podcast Pillole si rivolge principalmente ai farmacisti, ma è utile anche ai non addetti ai lavori. A seguirlo sono anche professionisti della salute alle nuove armi. In ogni caso, dietro a ogni puntata, come vuole sottolineare la conduttrice, “c’è il pensiero di essere utile e facile”. “Parlo di attualità, anche se spesso alcuni argomenti me li dà che mi ascolta”, continua, “per esempio ci sono giovani farmacisti o studenti che mi ringraziano perché li aiuto con la preparazione degli esami, perché in questo mondo del lavoro quando entri non è facile, hai bisogno di qualcuno che ti prenda sotto braccio”.

    A proposito della professione del farmacista, concorda la dottoressa Loreti, il periodo che abbiamo vissuto e stiamo vivendo a causa della pandemia da Covid19 ha cambiato e non poco la visione che le persone hanno di questa figura, rivalutandone anche il ruolo. “Non ci siamo fermati un attimo”, commenta, “il farmacista per tanti ha smesso di essere quello che ti passa la scatolina dal banco; la gente si appoggia di più a noi. Quando il medico non poteva visitarli o non parlavano con nessuno da mesi del proprio stato di salute, il farmacista era lì, si trova sempre lì. Le persone hanno cominciato a chiedere qualche consiglio in più, a prendere confidenza, si sentivano capite. Ora infatti ci vedono come una figura fondamentale sul territorio, nel male c’è stata l’occasione per riconsiderare il valore del farmacista”.

    Chiedo ad Alice cosa crede che invece manchi ancora al farmacista di oggi. “Le vecchie generazioni fanno fatica ad avvicinarsi ai nuovi strumenti, mentre ci sono dei “super” farmacisti digitali delle nuove generazioni che si stanno affacciando a queste opportunità. I social network, per esempio, avvicinano il professionista al cliente, che così è coccolato anche fuori dalla farmacia. Riceve così una parola in più, che poi è la stessa linea che si usa nella farmacia”.

    Naturalmente concorda che ogni social ha una sua specifica audience, ma che i farmacisti possono trovare beneficio da diverse piattaforme. “Linkedin è ottimo come vetrina professionale dove il farmacista può mostrare la sua formazione; Facebook è indubbiamente utile per la farmacia, che ha un target molto simile a quello che popola Facebook, mentre Instagram può essere usato in tanti modi, sia per avvicinarsi tra professionisti, sia per dare tips sui prodotti”. Intanto, però, Alice Loreti ha affiancato i contenuti più classici a quelli audio del suo podcast e l’iniziativa è stata anche l’occasione per collaborare con qualche professionista, per fare divulgazione. Per il futuro c’è l’idea di andare su YouTube per proporre anche dei video, ma in ogni caso, indipendentemente dalla piattaforma, ad accompagnare le voci di Alice Loreti e del compagno Manuel Zavatta ci saranno sempre contenuti di valore e competenza dei temi che questa farmacista al passo con i tempi ha deciso di affrontare.

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