Scoperto il gel che paralizza gli spermatozoi senza effetti collaterali

È un nuovo metodo anticoncezionale maschile ancora in fase di studio. Ma i risultati condotti dall’Università di Boston sono incoraggianti

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    Le evoluzioni nel campo dei metodi anticoncezionali maschili progrediscono, soprattutto nell’ottica di trovare soluzioni sempre meglio tollerate e accolte dal nostro organismo: ultima ma non ultima la notizia della scoperta di un gel che paralizza gli spermatozoi senza effetti collaterali.

    Prima di parlare di questa importante novità, facciamo un ripasso dei principali metodi anticoncezionali. Che ne dite?

    Metodi anticoncezionali: quali sono?

    Come abbiamo avuto modo di ricordare in un articolo di qualche tempo fa, dedicato agli a gli anticoncezionali, ci sono moltissimi metodi contraccettivi tra i quali scegliere.

    Operare una scelta consapevole, basandosi sulla conoscenza delle singole caratteristiche e modalità d’uso, è importante.

    Fra i principali metodi ci sono quelli di barriera, quelli naturali, quelli ormonali, oltre alla sterilizzazione, mentre tra gli strumenti più noti si ricordano il preservativo, la pillola estroprogestinica, la pillola del giorno dopo, il diaframma, il cerotto a rilascio transdermico, la spirale intrauterina e l’anello vaginale.

    Non tutti questi strumenti sono però esenti da effetti collaterali. L’uso dell’anello anticoncezionale, ad esempio, ha fra i suoi effetti indesiderati più comuni la cefalea ed emicrania, la nausea e il dolore addominale ma anche la diminuzione della libido e le infezioni vaginali.

    Risulta dunque importante pensare e lavorare a nuovi metodi anticoncezionali che oltre a fermare gli spermatozoi e, fatto non secondario, a prevenire malattie sessualmente trasmissibili (non tutti i metodi offrono questa protezione), non provochino effetti collaterali talvolta anche gravi.

    Per questo motivo non poteva non saltare all’occhio un aggiornamento della ricerca in questo campo, ovvero la scoperta di un anticorpo in grado di frenare gli spermatozoi, evitando effetti indesiderati e, si spera, (ma su questo lo studio in questione non ha ancora certezze) capace di prevenire le infezioni a trasmissione sessuale.

    Il gel che paralizza gli spermatozoi senza effetti collaterali

    La notizia arriva dal Regno Unito e in particolare da EBioMedicine, rivista medica incorporata, a partire dal 2018, da The Lancet, notissima rivista scientifica fondata nel 1823.

    Secondo lo studio pubblicato il 10 luglio scorso su EBioMedicine e condotto da 13 ricercatori della Boston University School of Medicine (BUSM) e dalla società ZabBio, un anticorpo monoclonale anti-spermatozoo è risultato affidabile e ha fra le sue caratteristiche quella di una potente attività di agglutinazione, aggregazione e immobilizzazione degli spermatozoi.

    I ricercatori sono partiti da un dato e da un’esigenza: circa il 40% delle gravidanze umane non è intenzionale ed è quindi necessario sviluppare metodi contraccettivi più efficaci. Grazie a nuovi sistemi di produzione che consentono di produrre anticorpi monoclonali umani (mAB), il gruppo di studiosi ha utilizzato la piattaforma Nicotiana per produrre un mAB antisperma umano per poi testarne l’efficacia.

    Il mAB prodotto (un mAB lgC! [“Human Contraception Antibody (HCA)]) è stato quindi purificato, controllato e testato, verificandone la sua capacità paralizzante e l’assenza di effetti collaterali; l’istologia dei tessuti trattati ha infatti mostrato che questi ultimi risultavano, dopo il trattamento, morfologicamente intatti.

    In merito ai risultati ottenuti, Deborah J. Anderson, professoressa di medicina alla BUSM ha dichiarato al sito Healio che ‘prevediamo che il nostro prodotto sarà efficace quanto altri metodi pericoitali come N-9 o Phexxi e avrà il vantaggio di fornire protezione per almeno 4 ore. N-9 e Phexxi sono validi solo per un’ora’.

    ‘Poiché il nostro prodotto è un anticorpo umano e tali anticorpi sono naturalmente presenti’, ha proseguito la Anderson, ‘non ci aspettiamo alcun effetto collaterale. […] Non abbiamo notato alcun evento avverso nello studio clinico che abbiamo eseguito fino ad oggi. […] Speriamo di condurre studi di fase 2 (individuazione della dose, farmacocinetica più ampia) a partire dal prossimo anno e di passare a studi sull’efficacia di fase 2/3 nel giro di 3-4 anni’.

    Secondo i ricercatori l’HCA potrebbe essere utilizzato in sicurezza (con un impatto significativo sulla salute globale) dalle donne che non usano i metodi contraccettivi attuali, diffondendosi fino a diventare un prodotto da banco farmaceutico.

    L’HCA, secondo gli studiosi del BUSM, potrebbe poi essere combinato con altri anticorpi come quelli ani-HIV e anti-HSV, arrivando anche a prevenire le infezioni a trasmissione sessuale.

    La sperimentazione è attualmente ancora in fase 1 ma, come auspicato, dalla professoressa Anderson nel giro di pochi anni dovrebbe raggiungere le fasi più avanzate, rendendo questo nuovo metodo anticoncezionale realtà.

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