Come prevenire il melanoma? I consigli della dottoressa Marta Grazzini

Tempo di sole, giornate in spiaggia e divertimento. Ma c’è un pericolo dietro l’angolo o meglio, proprio sopra il nostro ombrellone. La crema solare dimenticata e troppe ore di tintarella possono trasformarsi in un vero e proprio rischio: il melanoma. Noi di A Good Magazine abbiamo intervistato la dermatologa Marta Grazzini, specializzata in prevenzione e trattamento dei tumori cutanei.

Consigli su come prevenire il melanoma

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    Tempo di sole, giornate in spiaggia e divertimento. Ma c’è un pericolo in agguato, dietro l’angolo o meglio, proprio sopra il nostro ombrellone. La crema solare dimenticata e troppe ore di tintarella possono trasformarsi in un vero e proprio rischio: il melanoma.
    Noi di A Good Magazine abbiamo intervistato la dermatologa Marta Grazzini, specializzata in prevenzione e trattamento dei tumori cutanei. Ecco quali sono le visite da non dimenticare, la prevenzione da attuare e i suggerimenti per tenere sotto controllo i nei e la pelle e trascorrere un’estate senza brutte sorprese.

    1. Che cos’è il melanoma? E chi colpisce?

    Il melanoma è il tumore della pelle più pericoloso. È un tumore maligno che può originare da un neo preesistente che si trasforma o, più frequentemente, da un nuovo neo che si forma sulla pelle con caratteristiche maligne. Può colpire entrambi i sessi a tutte le età ma più tipicamente colpisce le persone adulte. I soggetti più a rischio sono le persone con pelle e occhi chiari, le persone con tanti nei e le famiglie dove ci sono casi di melanoma tra familiari. Il melanoma cutaneo è, in particolare, decine di volte più frequente nei soggetti di ceppo europeo (caucasici) rispetto alle altre etnie.
    I tassi di incidenza più elevati si riscontrano infatti nelle aree molto soleggiate e abitate da popolazioni di ceppo nordeuropeo, con la pelle particolarmente chiara.

    2. È pericoloso?

    Il melanoma è un tumore molto aggressivo anche se la sua gravità è strettamente legata a quanto è precoce la diagnosi. Un melanoma diagnosticato precocemente è molto difficilmente letale mentre le forme di melanoma più pericolose per la vita sono quelle dove si è avuto un significativo ritardo nella diagnosi.
    A livello mondiale, si stima che nell’ultimo decennio il melanoma cutaneo abbia raggiunto i 100mila nuovi casi l’anno: un aumento di circa il 15% rispetto al decennio precedente.
    In Italia la stima dei melanomi e dei decessi a essi attribuiti, è tuttora approssimativa: si aggira attorno a 7.000 casi l’anno.
    In Italia i decessi attribuiti a melanoma cutaneo sono stati circa 4.000 nei maschi e oltre 3.000 nelle femmine, corrispondenti a tassi medi di mortalità rispettivamente di 5 e 6 su 100.000 abitanti l’anno.
    Nelle regioni italiane settentrionali la mortalità per melanoma cutaneo è – per entrambi i sessi – circa il doppio di quella registrata nelle regioni meridionali probabilmente a causa del tipo di carnagione tendenzialmente più scura.

    3. Ci sono diverse tipologie di melanoma e degli stadi del tumore?

    Il melanoma è un tumore maligno che si origina dai melanociti della cute e delle mucose, da quelli che costituiscono i nevi o, molto più raramente, dai melanociti posti in sedi extracutanee (occhio, meningi, orecchio interno, ecc).
    Si distinguono 4 varietà cliniche di melanoma:
    1. melanoma a diffusione superficiale
    2. lentigo maligna melanoma
    3. melanoma lentigginoso acrale
    4.melanoma nodulare
    Il primo rappresenta la forma più frequente di melanoma. La lentigo maligna ha di solito una crescita lenta e si localizza preferenzialmente al volto. Il melanoma acrale lentigginoso si ritrova prevalentemente nelle piante dei piedi o palmi delle mani.
    Il melanoma nodulare invece si sviluppa fin dal primo momento con un nodulo che cresce rapidamente verso l’esterno ma anche in profondità nella pelle.
    Si tratta di una distinzione importante che non ha solo valore accademico, ma si correla bene anche con la prognosi (gravità) della neoplasia. Infatti, tra i vari fattori che possono essere presi in considerazione per prevedere l’evoluzione del melanoma, si considera di primaria importanza lo spessore massimo del tumore cioè in pratica quanto il melanoma è andato in profondità nello spessore della pelle.
    La gravità di un melanoma dipende quindi dallo stadio in cui viene fatta la diagnosi, quindi in base alla profondità dello stesso e ad un sarei di altri parametri tra cui il più importante, se quest’ultimo ha già rilasciato cellule in circolo (metastasi).

    4. Quali sono i sintomi che possono far sospettare la presenza di un melanoma?

    Il melanoma non da alcun sintomo, almeno inizialmente, ma “scrive” sulla pelle la sua presenza esprimendo delle caratteristiche che possono essere messe in evidenza da un occhio esperto.
    L’esame visivo della pelle è il metodo di screening di base nella prevenzione secondaria (diagnosi precoce) del melanoma.
    L’esame clinico generale prevede la valutazione sia della neo riferita dal paziente che di tutto l’ambito cutaneo in condizioni di illuminazione ottimale e con l’uso di una lente d’ingrandimento.
    I principali indicatori clinici per l’identificazione del melanoma sono la regola dell’ABCDE e il segno del “Brutto Anatroccolo”. Da molti anni la regola dell’ABCDE (Asimmetria, Bordi irregolari, Colore disomogeneo, Dimensioni > 6 mm, Evoluzione rapida) rappresenta uno strumento didattico di riconoscimento semplice per la sensibilizzazione della popolazione e dei medici per la diagnosi precoce del melanoma. Un altro indicatore clinico utilizzato per il riconoscimento dei melanomi è il segno del “Brutto Anatroccolo”. La sua identificazione è correlata al fatto che in un determinato individuo i nevi generalmente hanno le medesime caratteristiche.
    Il brutto anatroccolo è un nevo con caratteristiche diverse dagli altri nevi e pertanto la possibilità che sia un potenziale melanoma è alta. Rimane infine lo “zoccolo duro” rappresentato dalla identificazione del melanoma nodulare che, per la rapida crescita e le caratteristiche biologiche, è aggressivo e con prognosi grave. Nel caso di lesioni rilevate sospette (papulose o nodulari), in particolare negli anziani, i parametri di valutazione sono: recente insorgenza, rapida crescita, consistenza dura della lesione ed elevazione. In quest’ultimo caso si consiglia di far subito visita al medico di famiglia o al dermatologo.

    5. Come si cura il melanoma?

    La principale terapia per il melanoma è l’asportazione completa del neo con un buon margine di pelle sana attorno, successivamente dopo che l’esame istologico avrà messo in luce le caratteristiche del melanoma, in alcuni casi potrebbero essere proposte altri trattamenti come l’asportazione del linfonodo sentinella. Nei rari casi di pazienti con metastasi si possono utilizzare chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche.

    6. Parola d’ordine prevenzione: quali sono i comportamenti da avere per diminuire il rischio di incorrere in tumori della pelle?

    Esistono due metodi complementari per prevenire il melanoma e i tumori della pelle in generale: la prevenzione primaria e la prevenzione secondaria. La prevenzione primaria è rivolta a evitare i più importanti fattori di rischio.
    Tra questi evitare le ustioni solari, soprattutto in giovane età, utilizzare ombrelloni, cappelli e indumenti con fattore di protezione, evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata, utilizzare creme e schermi solari adeguati alla propria carnagione. Le creme solari devono essere applicate ogni 3 ore circa e non devono indurre comunque a prolungare l’esposizione solare e riapplicarle dopo ogni bagno o intensa sudorazione. La prevenzione secondaria consiste nella diagnosi precoce di nei o chiazze sospette comparse sulla pelle attraverso attraverso un attento autoesame o una visita dermatologica per controllo dei nei.

    Leggi anche: Come funziona la crema solare? Ecco la guida per proteggere la tua pelle

    7. Quali controlli fare e quanto frequentemente?

    Il controllo dei nei si fa dal dermatologo con uno strumento che si chiama dermatoscopio. Questo strumento serve al dermatologo per evidenziare le caratteristiche del neo e determinare la sua pericolosità.
    Il controllo dovrebbe essere fatto inizialmente intorno alla pubertà e poi con una frequenza stabilita dal dermatologo in base alle caratteristiche e la storia clinica del paziente stesso. Per esempio, se il paziente ha una persona in famiglia con il melanoma, la pelle chiara e tanti nei sarà considerato un soggetto a rischio e sarà inviato a sottoporsi ai controlli nei almeno una volta l’anno (o anche più frequentemente), in altri casi invece il dermatologo potrà suggerire autocontrollo e controlli dermatologici più dilazionati nel tempo.

    Lo specialista

    La dottoressa Marta Grazzini si è Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa.
    Successivamente ha conseguito prima la specializzazione in dermatologia e Venereologia poi il dottorato di ricerca presso l’università degli studi di Firenze. Nel corso della sua carriera si è occupata principalmente di prevenzione e trattamento dei tumori cutanei pubblicando sul tema numerosi articoli scientifici a impatto internazionale.

    Per approfondire: Esposizione al sole e creme solari in gravidanza: sfatiamo un mito 

     

    Fonti

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