Il diabete è una patologia metabolica riguardante il metabolismo del Glucosio, che colpisce l’8,8 % della popolazione adulta mondiale, con un’incidenza del 25% maggiore nelle donne rispetto agli uomini.
Nei prossimi anni l’OMS si aspetta un incremento ulteriore dei dati epidemiologici associati a questa malattia, soprattutto negli Stati Uniti, Medio Oriente e Sud-Est Asiatico.
Una delle strategie migliore di prevenzione è sicuramente intervenire sul nostro stile di vita, soprattutto sulle nostre abitudini alimentari, tuttavia è anche necessario tenere sotto controllo quelli che sono i campanelli di allarme di questa patologia e cercare di agire in tempo con eventuali trattamenti. Andiamo a scoprire i tipi, le cause del Diabete e i sintomi da tenere sott’occhio per una diagnosi precoce della patologia.
Il metabolismo del Glucosio
Il glucosio è la principale fonte energetica del nostro corpo, nonché del mondo vivente in generale; le cellule assumono glucosio dal sangue e attraverso tutta una serie di complesse reazioni chimiche lo scompongono in molecole più semplici: durante le singole reazioni, i legami chimici del glucosio vengono rotti liberando energia che viene usata dalla cellula per mantenere i propri processi vitali.
Noi assumiamo glucosio attraverso gli alimenti: dopo un pasto il contenuto chimico di un nutrimento viene scomposto dall’apparato digerente nelle varie macromolecole, cioè proteine, grassi e carboidrati; quest’ultimi suddivisi da numerosi enzimi in singole molecole di glucosio che oltrepassano la parete dell’intestino e entrano nel sangue. L’effetto finale di un pasto, è infatti l’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue chiamata Glicemia; questa quantità di glucosio circolante deve essere in qualche modo resa disponibile per le cellule dell’intero organismo e infatti c’è un ormone che fa proprio questo di mestiere: l’insulina.
L’insulina è un importante ormone composto da aminoacidi che permette alle cellule di usare il glucosio in modo da poterlo trasformare in energia o in sostanze di riserva come i grassi.
L’aumento di Glicemia viene percepito per primo dalle cellule del pancreas, che, sentendo l’aumento di concentrazione del glucosio, innescano una risposta interna che porta alla liberazione dell’insulina nel torrente circolatorio: l’ormone rilasciato nel sangue viaggia in tutto il corpo e raggiunge tutti i tessuti, in ognuno dei quali trova cellule che espongono sulla loro membrana un recettore specifico.
L’insulina si lega al recettore e lo cambia di conformazione: questo cambiamento conformazionale si riflette sulla porzione interna del recettore che diventa capace di comunicare a tutto il macchinario enzimatico della cellula che c’è tanta disponibilità di glucosio e quindi è necessario darsi da fare per internalizzarlo e procedere al suo metabolismo per estrapolarne energia.
Le cellule del tessuto, a questo punto, sulla base dei segnali ricevuti dal recettore dell’insulina, espongono sulla superficie una proteina trasportatrice che cattura il glucosio all’interno della cellula per avviarlo al suo metabolismo.
Con questo tipo di segnalazione l’insulina fa due cose:
- Permette all’organismo di usare il glucosio come fonte energetica
- Allo stesso tempo abbassa la glicemia, altrimenti tossica: le cellule del corpo diventano “avide” di Glucosio che infatti abbassa la sua concentrazione nel sangue.
Cos’è il Diabete e quanti tipi ne conosciamo
Il diabete è una malattia di stampo metabolico, causata da difetti nel metabolismo del glucosio, che portano a un aumento della Glicemia.
In base al tipo specifico di difetto, si possono riconoscere le seguenti tipologie di Diabete:
- Diabete di tipo 1: dovuto a un malfunzionamento del pancreas che non riesce a produrre insulina, di conseguenza abbiamo un aumento vertiginoso di glicemia durante i pasti che non riesce ad essere abbassata a causa della mancanza dell’Insulina. La perdita di produzione dell’ormone è dovuta a fenomeni autoimmuni a livello delle cellule pancreatiche
Il trattamento prevede l’assunzione di insulina artificiale, tutte le volte prima di assumere un pasto, in questo modo agendo dall’esterno si riesce a controbilanciare l’assenza di produzione insulinica.
- Diabete di tipo 2; dovuto a insulino-resistenza: le cellule non rispondono alle segnalazioni di insulina e quindi non riescono a usare il glucosio contenuto nel sangue che rimane in concentrazioni elevate.
In questo caso il trattamento prevede la somministrazione sulfamiluree: questi farmaci sono dei composti che vanno ad agire a livello di canali ionici nel pancreas stimolando la produzione di insulina; una maggiore produzione di insulina permette di controbilanciare il fenomeno dell’insulino-resistenza, riuscendo a revertire i sintomi; oltre al trattamento farmacologico è necessario agire anche su piani nutrizionali ben calibrati. - Diabete gestazionale; si verifica in gravidanza: può essere causato sia da insulino-resistenza che da bassa produzione di insulina.
In tutte le tipologie di diabete assistiamo a un aumento di glicemia, primo segnale di diagnosi del diabete.
L’aspetto pericoloso del diabete risiede nell’attivazione di un metabolismo alternativo che coinvolge i grassi: la diminuzione di insulina in circolo determina la mobilitazione dei grassi che vengono scomposti in sostanze acide che portano all’acidificazione del sangue.
I sintomi tipici del Diabete
L’alterazione dello stato metabolico dell’organismo porta alla conclamazione di sintomi che possono essere dei validi campanelli d’allarme del diabete, da tenere sotto controllo per prendere in tempo il decorso della patologia:
- Diabete di tipo 1: molta sete, molta fame, frequente necessità di orinare, estrema irritabilità, stanchezza, perdita insolita di peso nonostante l’aumento di appetito, alito con caratteristico odore di frutta.
Esordisce prima dei 20 anni, soprattutto nella fase pre-adolescenziale. - Diabete di tipo 2; molta sete, frequente necessità di orinare, estrema irritabilità, stanchezza, vista offuscata, infezioni frequenti alle gengive o alla vescica, formicolio di mani e piedi, disturbi cardiaci. Il diabete di tipo 2 può insorgere a tutte le età, ma secondo i dati statistici colpisce maggiormente le persone adulte con picco tra i 35 e 40 anni
- Diabete gestazionale: ha gli stessi sintomi del diabete 1 e 2; solitamente il quadro clinico ritorna normale dopo la nascita del feto, con una completa regressione dei sintomi, ma secondo le statistiche le donne che hanno sofferto di diabete in gravidanza hanno più probabilità di sviluppare il diabete in seguito.
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