La ricerca pionieristica, pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications, porta alla luce l’efficacia del trapianto del microbiota intestinale nei pazienti oncologici troppo spesso costretti a ridurre o sospendere il trattamento a causa della comparsa della diarrea (un effetto indesiderato che può essere anche grave).
Lo studio
È stato coordinato dal professor Giovanni Cammarota, associato di Gastroenterologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma, responsabile della UOSA DH di Gastroenterologia e Trapianto di Microbiota, Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. La ricerca, condotta su venti pazienti con un’età media di 65 anni in trattamento con inibitori delle tirosin-kinasi (TKI) per carcinoma a cellule renali in fase metastatica, rappresenta la svolta contro gli effetti indesiderati delle cure anti tumorali. Nello specifico, è proprio la cura con TKI (la più efficace al momento nella lotta contro il tumore) a causare la diarrea che non avendo un trattamento specifico più essere bloccata solo con la sospensione o la riduzione della terapia. I pazienti protagonisti della ricerca hanno ricevuto un trapianto di microbiota fecale da donatore o placebo per mezzo di una colonscopia.
Il risultato
La diarrea è scomparsa, a distanza di una settimana, in sette dei venti pazienti sottoposti al trapianto del microbiota intestinale. La conquista più grande è stata quella di poter evitare l’interruzione o la riduzione della posologia, portando avanti la cura con TKI. Per tre pazienti su venti invece, è stata necessaria la riduzione.
Il benessere parte dalla pancia!
La ricerca del trapianto del microbiota intestinale è un piccolo grande passo verso cure di diverso tipo. Sono in fase di studio diverse potenziali applicazioni dalle malattie infiammatorie croniche intestinali, alle malattie neurologiche (autismo), alla sindrome metabolica e al diabete.
Avevamo già parlato della correlazione tra dispepsia funzionale e microbiota intestinale messa in luce dallo studio pubblicato a maggio 2020 sulla rivista scientifica Microrganism che spiega l’associazione di causa effetto tra la salute del nostro intestino e la patogenesi che causano la cattiva digestione.
Tra gli studi che mettono al centro il benessere dell’intestino nella lotta contro il tumore c’è anche lo studio condotto grazie al sostegno della Fondazione Airc e pubblicato sulla rivista Nature Microbiology. Il gruppo di ricercatori coordinati da Maria Rescigno, principal investigator del laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas e docente di Humanitas University ha scoperto, grazie a esperimenti condotti sia con topi di laboratorio sia con campioni ottenuti da esseri umani, che il microbiota di pazienti in uno stadio precoce di sviluppo del tumore intestinale è caratterizzato dall’assenza di una famiglia di batteri chiamati Erysipelotrichaceae. Questi batteri attraverso il rilascio di alcune sostanze, come l’acido butirrico, svolgono un’azione di contrariato verso il tumore. In caso di assenza, il cancro ha maggiore facilità di sviluppo. La scoperta potrebbe essere un grande passo avanti dal punto di vista diagnostico, terapeutico o preventivo.
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