Il “V Day” toscano raccontato da foto e sensazioni

Sono cominciate in Italia le vaccinazioni contro il Covid-19: un momento storico, comunque la si pensi. Ce lo racconta, con parole e immagini inedite, il fotografo Lorenzo Berti.

V Day Covid 19

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    Lorenzo Berti di professione fa il fotografo ed è quindi abituato non solo a raccontare eventi di ogni tipo attraverso i suoi scatti, ma a vivere in prima persona situazioni che, a volte, entrano di diritto nella storia.

    È il caso del cosiddetto “V Day”: il giorno in cui in Italia sono cominciate le vaccinazioni contro il Covid-19. Lorenzo era a Firenze, nell’RSA Montedomini, e ci ha raccontato la sua esperienza.
    Tra le tantissime discussioni sul tema, lasciamo spazio alle parole e alle immagini delle prime vaccinazioni, che al momento sono la speranza più concreta di lasciarci alle spalle la pandemia.

    vaccino covid v day 1

    Cosa rappresenta secondo te il “V Day”?

    Dopo un anno di brutte notizie, questa giornata è stata una sorta di fiammella della speranza in mezzo a tanto grigiore a cui siamo stati obbligati. Tra rinunce affettive, problemi economici e, soprattutto, vite umane perse, questo 27 dicembre rischia di essere quello spartiacque di cui avevamo bisogno. “V Day” è stato ribattezzato, riprendendo per assonanza quella storica data del 6 giugno 1944 che segnò la svolta nella Seconda guerra mondiale. Visto che anche questo virus è stato definito un nemico da combattere con una guerra, a cui non sono mancati “traditori” o quantomeno “disertori” con i loro comportamenti, una tale definizione trova il suo senso di esistere. O almeno lo spero.

    Nelle primissime ore del mattino sono state consegnate all’infermeria dell’ospedale di Careggi le prime dosi di vaccino Pfizer anti Covid-19 destinate alla Toscana. Trasportate da Roma, sono state poi smistate alle varie destinazioni ed una delle prime ad utilizzarle è stata l’RSA Montedomini a Firenze, la prima in Toscana dove è partita la somministrazione per i pazienti e gli operatori. È lì che sono stato io a documentare la vicenda.

    v day

    Com’è andata la giornata?

    Fin dal mio ingresso nella struttura ho respirato un’atmosfera strana, che oscillava tra due diverse sensazioni. Da una parte c’era un rituale a cui ormai, dopo anni ed anni di lavoro, sono fin troppo abituato, ossia l’esaltazione mediatica di un qualcosa che è intrinsecamente importante, ma allo stesso tempo fornisce un motivo di spettacolarizzazione pure eccessivo se vogliamo. Dall’altra, però, c’era un qualcosa nell’aria a cui difficilmente assisto, ossia un senso di sincera commozione per quello che stava succedendo, per il suo significato più profondo, per l’inversione di tendenza emotiva che questo giorno può generare in ognuno di noi. E questo senso, devo dire, offuscava di gran lunga il primo.

    vaccino covid v day

    Cosa dava forma a quella “atmosfera strana” a cui fai riferimento?

    Operatori sanitari, pazienti e miei colleghi: in tutti loro ho colto un’emozione particolare. Non era la solita puntura da fare e non era, per noi, la solita conferenza stampa a cui assistere. Persino il sindaco Nardella ed il presidente Giani, che solitamente sono personalità molto attive durante le cerimonie e gli incontri pubblici, questa volta hanno mantenuto uno spontaneo riserbo, un “profilo basso” quasi ossequioso rispetto a ciò che stava succedendo.

    v day covid

    Che commenti si sentivano attorno a te?

    Non c’erano grandi parole da parte di nessuno, solo applausi a ogni dose che veniva somministrata. Era come se mancasse un po’ il coraggio di dire qualcosa, come se ci fosse la voglia di gioire in ognuno di noi che rimane un po’ frenata dalla consapevolezza che questo fosse il primo passo concreto verso una rinnovata speranza, ma pur sempre una speranza. La speranza che questo vaccino possa veramente porre fine a questo periodo.

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