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Cosa prendere per dormire

Scopriamo quali sono i disturbi del sonno e cosa ci offre la scienza per combatterli

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    Il sonno è uno dei meccanismi fisiologici selezionati dall’evoluzione per permettere all’organismo di ricaricarsi; è un fenomeno che segue le dinamiche di alternanza tra giorno e notte, come se il nostro vivere quotidiano fosse destinato all’interno di una melodia il cui tema principale è il passare del tempo, il ruotare del pianeta sul proprio asse. Non sempre però si verifica questa armonia, a volte il ciclo sonno veglia può alterarsi e dare dei problemi, vediamo insieme i modi per combatterli.

    Cos’è il sonno?

    Il sonno è una condizione di ristoro del nostro sistema nervoso: quando dormiamo i neuroni abbassano la loro attività e di conseguenza consumano meno ATP, la molecola dell’energia usata da tutte le cellule, aumentandone quindi le loro riserve energetiche.

    Diminuendo l’attività nervosa, i muscoli vedono un diminuire del flusso degli impulsi elettrici causando uno stato di mio rilassamento e una condizione di abbassamento del tono muscolare.

    La diminuzione di consumo di energia da parte del cervello e dei nervi riflette un notevole risparmio energetico netto a livello di tutto l’organismo, considerando che nella fase di veglia, il sistema nervoso consuma circa il 20% dell’ATP usata da tutto l’organismo.

    L’attività nervosa durante il sonno non è regolare, infatti, secondo lo studio dei tracciati encefalografici si possono distinguere due fasi del sonno:

    • Fase REM (Rapid eyes movements): caratterizzata da perdita del tono muscolare, movimenti veloci e non sincronizzati dei bulbi oculari; è la parte del sonno in cui sopraggiungono i sogni o gli incubi
    • Fase Non REM: caratterizzata dalla permanenza di una semi coscienza, mantenimento del tono muscolare e assenza di sogni

    Da un punto di vista ormonale il ciclo sonno-veglia è regolato dalla Melatonina: all’interno del nostro cervello vi è una ghiandola, chiamata Epifisi o ghiandola pineale, che a partire da alcune modificazioni chimiche a livello di un neurotrasmettitore chiamato serotonina, sintetizza questo importante ormone, la Melatonina, importantissimo nella regolazione della sonnolenza e della sua periodicità in funzione dell’alternarsi tra giorno e notte.

    La luce, grazie a meccanismi ancora al vaglio della ricerca biomedica, regola negativamente la produzione di melatonina; al contrario il buio ne stimola la produzione, in modo tale che dopo il tramonto l’assenza di sole promuova l’induzione dell’assopimento. Il ciclo sonno-veglia, quindi, è un meccanismo legato chimicamente all’alternarsi tra giorno e notte, una sorta di metronomo interno che oscilla con la stessa frequenza della Terra.

    Come sappiamo però, non siamo macchine perfette, per qualche motivo certe volte questo orologio si blocca: per fortuna esistono farmaci o sostanze naturali in grado aiutarci. Andiamo a scoprirle.

    L’insonnia

    L’insonnia si verifica non solo quando c’è una difficoltà a raggiungere le ore di sonno sufficienti, ma anche quando il sonno è disturbato o intermittente così da impedire un corretto riposo; è il disordine più comune tra quelli legati al ciclo sonno veglia e può essere originato da una moltitudine di cause spesso di natura estrinseca come stress psicofisico o un’eccessiva stimolazione stimolante nel periodo immediatamente antecedente al sonno, ma anche ansia, abuso di caffeina e malattie tiroidee.

    L’insorgenza dell’insonnia può assumere forme diverse:

    • Insonnia Iniziale: prende questo nome quando il disturbo è caratterizzato da difficoltà ad addormentarsi; è la forma più comune
    • Insonnia terminale: caratterizzata da risveglio precoce e impossibilità a riprendere sonno
    • Insonnia centrale: alternanza di sonno e risvegli a intermittenza

    Vista la sua notevole incidenza, ne soffrono tra il 10% e il 15% degli adulti, esistono molti farmaci per combattere questo disordine. I farmaci che vanno ad aggiustare il ciclo sonno veglia sono sostanze che agiscono sul sistema nervoso centrale o periferico, di conseguenza il loro utilizzo deve essere sempre accompagnato da consulto e prescrizione medica.

    Insonnia grave, accompagnata da disturbi psicologici: ansiolitici/antidepressivi

    In questo caso l’origine dell’insonnia è da attribuire a cause psicodinamiche come la depressione o forti stati d’ansia; in situazioni del genere spesso il medico, a seconda del tipo di eziogenesi, somministra farmaci di natura ansiolitica o antidepressiva.

    • Ansiolitici; farmaci più usati in questo senso sono le benzodiazepine; queste sostanze sono dei modulatori del GABA, un neurotrasmettitore che veicola informazioni di inibizione della trasmissione nervosa: andando a potenziare l’attività di questo messaggero chimico promuovono stati di rilassamento generale, sia neurale che muscolare.
    • Antidepressivi; la depressione può causare insonnia. I farmaci più usati in questo caso sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina: questi composti inibiscono il meccanismo di riassorbimento della serotonina a livello delle sinapsi nervose che provoca così un potenziamento della segnalazione serotoninergica che si traduce in una stabilizzazione dell’umore positivo.

    Nei soggetti che lamentano insonnia causata da depressione, la risoluzione dello stato depressivo porta verosimilmente a una reversione del sintomo dell’insonnia.

    Insonnia legata a soggetti ansiosi che lamentano difficoltà ad addormentarsi: Zaeplon

    L’insonnia può avere varie forme, possono esserci difficoltà ad addormentarsi come un apparente coricamento che si risolve con sonno intermittente o risveglio improvviso nel cuore della notte.

    Molti individui però hanno difficoltà a coricarsi, spesso a causa di stati di ansia; per questa classe di persone esiste un farmaco chiamato Zaeplon: questa sostanza è chimicamente diversa dalle benzodiazepine ma da un punto di vista farmacologico agisce nella stessa maniera, andando cioè a stimolare il canale del GABA modulando risposte di rilassamento.

    Solitamente è prescritto solo nei casi di grave insonnia, quando il disturbo risulta invalidante per la persona.

    Insonnia a breve termine: Zolpidem

    Si parla di insonnia a breve termine quando il disturbo è presente da una a tre settimane; come altre sostanze usate nel trattamento di questi disordini, anche lo Zolpidem è un farmaco non benzodiazepinico ma che agisce comunque sul neurotrasmettitore GABA come le benzodiazepine. La ricerca si è sforzata di trovare farmaci simili alle benzodiazepine ma che avessero solo gli effetti sedativi, poiché quest’ultime pur avendo notevoli effetti ipnotici portano con sé altri benefici come la possibilità di arrestare le convulsioni, oltre che agire da potenti ansiolitici.

    Insonnia grave: Ramelteon

    Il Ramelton va ad agire come agonista dei recettori della melatonina, quindi mima la presenza della melatonina stessa, che il regolatore principale dell’alternanza sonno-veglia. La segnalazione ormonale della melatonina è un meccanismo ancora francamente in parte oscuro, di conseguenza l’assunzione di questi tipi di sostanze deve essere necessariamente eseguita attendendosi ai consigli di un medico.

    Insonnia primaria: Melatonina

    Quando non ci sono cause a monte, ma l’insonnia deriva da alterazioni interne del ciclo sonno veglia, spesso si ricorre alla somministrazione di Melatonina che in questo caso assume la natura di un integratore, in quanto la melatonina è un ormone che produce l’epifisi a cose normali per indurre la sonnolenza: un supplemento di questa sostanza un paio di ore prima di andare a letto può ristabilire il corretto assopimento.

    La melatonina spesso è consigliata nei casi di Jet-leg o lavori con turni notturni.

    Fonti

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