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Reazioni avverse ai farmaci: cosa le scatena?

Sono progettati per farci stare bene ma in alcuni contesti possono dare origine a risposte patologiche

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    Le reazioni avverse ai farmaci sono degli effetti patologici generati dall’assunzione di un farmaco specifico o dalla combinazione di più sostanze biologicamente attive assunte contemporaneamente.
    Possono portare all’insorgenza di reazioni allergiche, oppure ad aumentati effetti del farmaco stesso, con conseguenze anche fatali. Andiamo a capirci qualcosa in più

    Farmacodinamica e Farmacocinetica

    Quando assumiamo un farmaco, il suo destino all’interno del nostro organismo può essere riassunto in due grandi insiemi di fenomeni e meccanismi di pertinenza della farmacologia che sono la farmacodinamica e la farmacocinetica.

    • La farmacodinamica è l’insieme dei fenomeni che riguardano l’effetto che il farmaco fa all’organismo. Quando un farmaco viene assunto, per prima cosa deve raggiungere il sangue, nel quale si scioglie nel plasma; grazie al torrente circolatorio il principio attivo si distribuisce nello spazio interstiziale, ossia quel compartimento idrico che circonda le cellule, da qui può finalmente interagire con i recettori proteici per i quali è stato progettato, interferendo con il meccanismo fisiopatologico che innesca lo stato di malattia.
      Spesso accade che una quota di farmaco possa interagire con le proteine contenute nel sangue, andando a formare una specie di riserva nascosta che qualora si verificano certe condizioni può liberarsi massivamente e aumentare pericolosamente la quantità di sostanza efficace.
    • La farmacocinetica è l’insieme di fenomeni che riguardano l’effetto che l’organismo fa al farmaco. Un medicinale è di fatto una sostanza esogena, e il nostro corpo la tratta come tale imponendogli di andare incontro a reazioni metaboliche che ne modificano la struttura chimica, rendendolo più idrosolubile e quindi più facilmente eliminabile tramite l’urina.
      Il metabolismo dei farmaci è un insieme di reazioni che avvengono principalmente nel fegato, grazie a batterie di enzimi che attaccano gruppi chimici idrosolubili al farmaco e lo avviano allo smaltimento renale.
      Spesso può succedere che il metabolismo di un farmaco sia dipendente da fattori genetici: se alcuni o anche uno solo degli enzimi che prendono parte al processo di modifica di un farmaco sono mutati, può accadere che la loro processività sia diminuita determinando una riduzione della quota di farmaco metabolizzato.
      Le complicazioni nel metabolismo di un farmaco sono la causa principale di reazioni avverse: un enzima poco funzionante o l’interferenza da parte di un’altra sostanza, potrebbero portare alla sintesi di metaboliti tossici.

    L’insieme di questi due punti vista farmacologici, quello farmacocinetico e quello farmacodinamico, determina a tutto tondo il destino e l’attività di un farmaco dall’assunzione alla sua eliminazione.

    Cosa scatena le reazioni avverse ai farmaci?

    Le reazioni avverse ai farmaci possono essere considerate come una sorta di meccanismo tossico collaterale del farmaco; purtroppo qualsiasi sostanza farmaceutica può avere reazioni di questo tipo, infatti l’assunzione di un medicinale deve sempre passare per una valutazione del rapporto rischio/beneficio che deve essere sempre particolarmente sbilanciato verso quest’ultimo.
    L’incidenza e la forma con cui si presentano le reazioni indesiderate di un farmaco sono influenzate da vari fattori:

    • Età: con il progredire dell’età il metabolismo e la funzionalità renale rallentano determinando una più lenta eliminazione del farmaco
    • Sesso: Le differenze ormonali tra maschi e femmine, oltre che le caratteristiche sessuali secondarie, possono determinare una risposta diversa a uno stesso tipo di farmaco
    • Malattie coesistenti possono compromettere la funzionalità epatica e renale e quindi lo smaltimento del farmaco
    • Fattori genetici: forme diverse di enzimi diversi possono produrre metaboliti di un farmaco diversi, oppure aumentarne l’emivita

    In generale possiamo dire che all’origine di qualsiasi tipo di reazione avversa ci sono implicazioni metaboliche o comunque, farmacocinetiche; le classi di reazioni indesiderate ai farmaci possono essere distinte nel seguente modo:

    • Reazioni avverse correlate alla dose: sono preoccupanti quando la differenza tra dose terapeutica e dose tossica è minima. Possono accadere in presenza di farmaci che interagiscono con le proteine del sangue; l’assunzione di un secondo farmaco anch’esso affine alle proteine può spiazzare la quota del medicinale precedente aumentando enormemente la sua concentrazione plasmatica. Un altro caso è quello in cui, l’individuo compromesso da un punto di vista renale, non riesce a depurare l’organismo dal farmaco efficacemente così da far permanere più a lungo l’effetto del farmaco. Ancora un ulteriore esempio lo si ha con i farmaci particolarmente liposolubili; questi vanno a stabilizzarsi nell’adipe dell’individuo rimanendo stabili più a lungo (questo effetto è correlato all’obesità). 
    • Reazioni indesiderate ai farmaci di tipo allergico: Le allergie si sviluppano quando un farmaco si comporta da antigene o da allergene. Dopo che un paziente è sensibilizzato, una successiva esposizione al farmaco produce una delle svariate tipologie di reazione allergica
    • Reazioni idiosincrasiche: sono inaspettate reazioni indesiderate ai farmaci che non sono né correlate al dosaggio né di natura allergica. Si verificano in una piccola percentuale di pazienti che assumono un farmaco; questa categoria di reazioni include tutte quegli effetti che non sono riconducibili alla funzione dose effetto del farmaco e non hanno ancora una precisa spiegazione scientifica. Si pensa che alla base delle reazioni idiosincrasiche ci siano disordini chiamati porfirie, caratterizzati da un anabolismo scorretto di alcuni gruppi chimici importanti per la sintesi di molto proteine; oltre a questo sembra che molte di esse abbiano una causa genetica, anche se non può essere considerato un fattore comune.

    Ad oggi questo tipo di reazione è del tutto imprevedibile.

    Farmacovigilanza

    La Farmacovigilanza, l’ultima delle fasi di sviluppo di un farmaco, si occupa proprio di monitorare i rapporti tra farmaco e popolazione, studiando in particolar modo l’insorgenza delle reazioni avverse alla sostanza da parte di una precisa categoria di persone e valutare l’interdizione di uno specifico gruppo di individui dall’uso del farmaco, o eventualmente, nei casi più gravi, valutare se mantenere la permanenza in commercio del medicinale.
    La fase di farmacovigilanza è di fatto coincidente con la distribuzione del farmaco alla popolazione e ne accompagna la vendita per sempre; gli specialisti che si occupano di questa fase sono spesso professionisti con competenze statistiche oltre che biomediche e sono alle dipendenze di organi statali.
    La stessa attività di vigilanza viene applicata anche ai vaccini, per i quali prende il nome di vaccinovigilanza.

    Fonti

    msdmanuals

    wikipedia.Adverse_drug_reaction

    Clementi e G. Fumagalli-Farmacologia generale e molecolare. Casa editrice: UTET, Torino

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