Bambini e smartphone: consigli per una dieta digitale equilibrata

Cresce l’allarme per il crescente abuso dei dispositivi mobili: intervista allo psicologo Michele Facci, autore del libro “Generazione Cloud”

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    Valori come la concretezza, l’empatia e la socialità rischiano di perdersi: questa è la grande preoccupazione di genitori e insegnanti, che si trovano a dover crescere ed educare bambini nati e cresciuti assieme a Internet. 

    Prima i videogiochi, poi internet, la vita virtuale, i social network e il 3D: le nuove generazioni si rapportano sempre meno con il concreto e vivono più tempo in una dimensione virtuale, in cui si spendono soldi senza toccarli e senza uscire di casa e si spara senza conseguenze reali. Vista l’importanza della questione, molti genitori si chiedono quale sia l’età giusta per mettere tra le mani un dispositivo così potente.

    La Società Italiana di Pediatria (SIP) nel documento ufficiale sull’uso dei media device per bambini con età 0 a 8 anni, si è espressa vietando smartphone e tablet nei primi due anni di vita e limitandone l’uso giornaliero a un’ora nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni e al massimo 2 ore al giorno per i bambini di età tra 5 e 8 anni. Il rapporto dei pediatri italiani scoraggia l’utilizzo di videogame e programmi con contenuti violenti e, soprattutto, l’uso di telefonini e tablet per calmare o distrarre i bambini. L’uso di applicazioni di qualità deve essere un momento di condivisione con i genitori.

    Smartphone e bambini: alcuni dati sull’utilizzo

    Nella realtà purtroppo, i dati di utilizzo sono ben diversi da quelli consigliati dai Pediatri italiani. Nella ricerca EU Kids Online lo smartphone è lo strumento principale con cui i giovani vanno su internet: viene utilizzato tutti i giorni per navigare dal 97% degli adolescenti con età 15-17 e dal 51% dei bambini di età 9-10. In crescita (13%) il numero di giovani di ambo i sessi, con età 9-17 anni, che sono stati turbati o messi a disagio da esperienze fatte in rete, inerenti cyberbullismo, hate speech, sexting, contenuti user generated negativi (NUGC). I dati allarmanti riguardano gli Stati Uniti: una recente ricerca ha visto che lo smartphone inizia a essere fra le mani del 92% dei bambini sin dal primo anno di vita e dai due anni lo utilizza quotidianamente. 8 bambini italiani su 10, con età 3 e 5 anni, sanno destreggiarsi con lo smartphone dei genitori. L’eccessivo permissivismo sull’uso del cellulare da parte dei genitori fa salire al 30% la percentuale di coloro che lo usano per calmare il proprio figlio già nel primo anno di vita, il 70% al secondo anno.

    Rischi per la salute fisica e psicofisica dei bambini

    Secondo vari studi e ricerche, l’abuso dello smartphone provocherebbe danni alla sfera comportamentale, oltre alla dipendenza, sarebbe alla base di comportamenti asociali e dell’incapacità dei bambini e dei ragazzi di oggi di costruire relazioni reali stabili con i loro coetanei.

    Un’esposizione precoce e prolungata interagisce con lo sviluppo neuro-cognitivo, il sonno, la vista, l’udito, le funzioni metaboliche, le relazioni genitori-figli e lo sviluppo emotivo in età evolutiva. Il saper maneggiare oggetti è importantissimo per i nostri bambini, poiché comprendono il mondo a livello sensoriale e tattile: per questo oltre ai cinque sensi è fondamentale anche la motricità. Uno studio dei pediatri di Cincinnati ha fatto vedere, con la risonanza magnetica, che la mutazione delle “abilità neuromotorie” dei nativi digitali “si associa a modificazioni” di determinate aree cerebrali. 

    Proprio a causa dello sfrenato utilizzo del cellulare, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha messo in guardia anche contro le onde elettromagnetiche, ancora poco studiate, che potrebbero rivelarsi molto dannose per la salute dei bambini. 

    Smartphone: rischio onde elettromagnetiche 

    Proprio su questa tematica l’Istituto di Ricerca Ramazzini di Bologna dopo uno studio a lungo termine sull’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza della telefonia mobile (RFR) ha stilato una serie di consigli da seguire:

    • Utilizzo del cellulare solo in casi di necessità per bambini e donne in gravidanza
    • Utilizzo del vivavoce o degli auricolari dato che l’intensità del campo magnetico cala in base alla distanza del telefonino dal corpo (a 5 centimetri la sua potenza diminuisce di ben 25 volte. Questo non vale per quelli bluetooth perché con essi non cala l’intensità del campo)
    • Tenere spento o in modalità aerea lo smartphone in auto o in treno, dato che le onde elettromagnetiche sono più pericolose quando il segnale non è pieno. In queste situazioni infatti il cellulare continua a cambiare il ripetitore a cui si “allaccia”, oltre al fatto che gli abitacoli di questi mezzi fanno da schermo ai segnali e creano una specie di gabbia per le onde, che si concentrano così maggiormente sul nostro corpo.

    L’importanza dell’esempio genitoriale

    Questo panorama non deve spaventare, deve invece essere letto come una semplice evoluzione, un cambiamento della società. È però necessario reinserire alcuni aspetti decisivi nello sviluppo dell’uomo: educare alla concretezza è e sarà sempre necessario per la corretta crescita degli individui, per la loro salute mentale e fisica, per il loro inserirsi correttamente nella società. Si tratta di favorire un’educazione equilibrata, una dieta digitale corretta nella crescita dei bambini.

    Abbiamo intervistato sul tema proprio lo psicologo Michele Facci, coautore del libro “Generazione Cloud”.

    Come far avere un rapporto sano tra bambini/adolescenti e le tecnologie odierne? Quanto conta l’esempio genitoriale in questo rapporto?

    «Occorre accompagnare i bambini nell’esplorazione della tecnologia in modo guidato. Non ha alcun senso vietare ai bambini la tecnologia, per fare poi in modo che la scoprano da soli, magari con gli amici, in preadolescenza. Fin da piccoli i bambini possono usare ad esempio un tablet, l’importante è che lo usino poco, che utilizzino solo app specifiche per la loro età, che al bambino sia chiaro che può usare il tablet solo su permesso e in presenza del genitore e via dicendo. Se abituiamo i bambini fin da piccoli a queste regole, sarà molto più facile in adolescenza che venga favorito un utilizzo sano e consapevole della tecnologia. Certamente, non possiamo pensare di chiedere ai nostri figli di non usare il cellulare mentre mangiano se per 10 anni abbiamo dato in mano loro il nostro smartphone quando siamo fuori a mangiare la pizza, “così non disturbano”. L’esempio genitoriale è dunque, anche in questo caso, più che determinante.»

    Come cambiano le emozioni e gli aspetti cognitivi dei bambini con l’utilizzo di questi dispositivi? Che patologie sono legate all’abuso?

    «Non cambiano: se le tecnologie e gli ambienti virtuali sono usati correttamente, ovvero se sono solo una parte della vita dei bambini che però continuano anche a giocare al parco, a sporcarsi le mani con la terra, a cercare gli amici per fare qualche gioco da tavolo, a sapersi confrontare, abbracciare e amare dal vivo, le tecnologie sono solo una risorsa. Il problema non è legato all’uso delle tecnologie, ma all’abuso delle tecnologie a sfavore di altre sfere. Per esempio: se un bambino è abituato a guardare YouTube prima di dormire, a farsi leggere le fiabe dal computer, a interagire solo in forma digitale, vedendo i genitori poco o niente, ed essendo poco esposto ad altri stimoli, è evidente che il suo sviluppo emotivo, socio-relazionale e cognitivo ne risentirà. Se invece un bambino cresce in modo equilibrato, stimolato in diversi modi, in diversi ambienti, ludici, sportivi, sociali ecc., si favorirà una crescita sana ed equilibrata. Si inizia a parlare di patologia nel caso delle dipendenze, ovvero quando un adolescente (o un adulto) non riesce più a fare a meno, ad esempio, di un gioco online, o di fare shopping compulsivo o ancora di visualizzare video pornografici. La dipendenza da comportamento – così viene chiamata – assume caratteristiche del tutto simili a quella da sostanze, provocando anche crisi di astinenza nel momento in cui viene allontanato l’oggetto della dipendenza. Occorre quindi assolutamente cercare di evitare di arrivare alla dipendenza, prevenendola e cercando aiuto fin dai primi segnali di eccessivo utilizzo o abuso delle tecnologie. Questi segnali sono tipicamente il tempo che trascorriamo online a discapito della realtà concreta, il nostro stato emotivo e le problematiche relazionali.»

    Come deve comportarsi la scuola con le nuove tecnologie? Come trovare l’equilibrio senza cascare nell’abuso?

    «La scuola deve insegnare a usare correttamente le tecnologie, quindi deve insegnare ai bambini come si fa una ricerca rispettando le fonti, come fare una ricerca senza farci ingannare da fake news, come comportarsi correttamente online nel rispetto del prossimo, come utilizzare in modo adeguato una chat o un social network. Occorre favorire una vera e propria educazione alla cittadinanza digitale. Questa, è la base per prevenire ogni tipo di abuso.»

    Fonti

    Miur

    Rivista Ufficiale Istituto Ramazzini

    Tecnologie digitali e bambini: un’indagine sul loro utilizzo nei primi anni di vita” a cura del Centro per la Salute del Bambino onlus e dell’Associazione Culturale Pediatri

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