Storia di Francesco Acerbi. Il “Re Leone” della Lazio salvato dal cancro

Oggi è uno dei leader della squadra biancoceleste che sfida le grandi d’Europa. Ma è stato un tumore a farlo rinascere

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    La storia di Francesco Acerbi inizia il 10 febbraio del 1988 nel piccolo comune di Vizzolo Predabissi, appartenente alla città  metropolitana di Milano, il cui unico luogo di interesse è una Chiesa del ‘500. Francesco ci sa fare con il pallone, gioca in attacco e il suo idolo è il liberiano George Weah che, tra il 1995 e il 2000, indossa la maglia numero 9 del Milan e fa tremare le difese avversarie.

    Ha appena 13 anni quando, nel 2001, il Brescia lo nota fra i giovanissimi della Voluntas Brescia, società  che, all’epoca dei fatti, apparteneva alla squadra dell’allora presidente Luigi Corioni che aveva tra le sue fila, tanto per dire, nomi come quelli di Roberto Baggio e Josep Guardiola, futuro allenatore, artefice del Barcellona delle meraviglie di Leo Messi.

    Francesco, che intanto è diventato difensore, però, è ancora piccolo, deve crescere e così viene spedito al Pavia, inizio di una trafila che lo vedrà  vestire anche le maglie di Renate, Triestina e Spezia, passando dalle giovanili ai professionisti. Per la Serie A, dove gioca il suo Milan, c’è però ancora da aspettare e l’esordio arriva all’età  di 23 anni, all’80’ minuto di un Catania-Chievo Verona in cui la sua squadra, il Chievo, esce vittoriosa per 2-1. Nonostante le appena 17 presenze in campo nell’arco dell’intera stagione, in via Turati, sede della sua squadra del cuore, si accorgono di lui e il 1° settembre 2012 scende in campo dal primo minuto a Bologna con la maglia rossonera, nella vittoriosa trasferta del Milan per 3-1.

    Sembra l’inizio di un sogno ma, invece, è quello di un incubo.

    L’arrivo al Milan e la caduta nell’alcol

    Come dice oggi lo stesso Acerbi, sbarcato al Milan si sentiva arrivato e invincibile, nonostante qualche chilo di troppo e la tanta, troppa, voglia di far casino.

    ‘Bevevo? Sì, tanto alcol. Anche se poi sul campo andavo lo stesso forte. Il fisico mi ha aiutato, la fortuna è stata dalla mia parte’

    Francesco è convinto, nonostante tutto, di rimanere lì 10 anni, magari di chiudere la carriera con la maglia rossonera. Le cose, però, non vanno come sperato e Acerbi, complice una vita sopra le righe, colleziona solo 7 presenze in campo; a gennaio è sul mercato e il 3 febbraio 2013, appena sei mesi dopo il suo debutto con il Milan, si trova nuovamente a vestire la i colori gialloblu del Chievo Verona.

    La scoperta del tumore 

    Nell’estate del 2013 arriva però una nuova e stimolante opportunità . Il neopromosso (in serie A) Sassuolo lo vuole e lo mette sotto contratto per 5 anni. Per Acerbi è un’occasione di ripartenza, un modo per mettersi alle spalle quel giocatore che, nemmeno un anno prima, aveva percorso per l’ultima volta il viale di Milanello con una valigia piena di rimpianti. Durante le visite mediche di rito, però, i medici della squadra emiliana scoprono che il giocatore, venticinquenne, ha un tumore al testicolo. Il difensore viene operato d’urgenza all’Ospedale San Raffaele di Milano e tutto va per il meglio. Ma da quel momento, Francesco Acerbi, però, non è più la solita persona.

    Tumore ai testicoli: cause, prevenzione, diagnosi e terapia

    Il cancro ai testicoli è un tumore che, normalmente, colpisce un solo testicolo negli uomini con possibilità  di recidiva nell’altro per chi lo ha già contratto. Le cause, ad oggi, sono ancora sconosciute, anche se sono noti i fattori che lo possono provocare, tra i quali il criptorchidismo (la mancata discesa nello scroto di uno dei testicoli) e la sindrome di Klinefelter, malattia genetica, cronica, caratterizzata da un’anomalia cromosomica.

    Sebbene la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi sia del 91 per cento circa, la prevenzione sin da bambini è molto importante e consiste nell’autopalpazione dei testicoli una volta al mese (e di cui vi parliamo in Un check up annuale per lui? una buona abitudine!), vista la mancanza di programmi di prevenzione organizzati e l’inefficacia dei marcatori tumorali alfa-feto proteina e beta-HCG, utili però per la conferma della diagnosi e per monitorare l’evoluzione della malattia.

    Nel caso di sospetta positività  viene effettuata una piccola incisione a livello dell’inguine che porta all’asportazione della lesione e nel caso si tratti di un tumore si può arrivare all’asportazione del testicolo, a cui fa seguito un esame istologico, TAC ed ecografia (come vi spieghiamo nell’articolo Ecografia: cos’è e come funziona) per capire le caratteristiche del cancro e la presenza di eventuali metastasi.

    A livello terapeutico, infine, si va dalla chemioterapia alla rimozione del testicolo, in base al tipo di tumore, le sue dimensioni e il suo stadio.

    Acerbi: ‘La malattia mi ha salvato’

    In una lunga intervista rilasciata a ‘la Repubblica’ il 25 ottobre del 2019, il giocatore (ribattezzato dalla sua nuova tifoseria “Re Leone”), colonna della Lazio dal 2018, ricorda di aver smesso di avere paura sei anni fa.

    ‘Ci sto ripensando proprio in questi giorni: Ace, che fa se quella roba ritorna? La affronterai di nuovo, mi sono risposto. Vedo le cose ben chiare davanti a me e so che da un giorno all’altro potrebbe cambiare tutto. […] Può sembrare un paradosso terribile ma il cancro mi ha salvato: ero al Milan, mi sono venuti a mancare gli stimoli, non sapevo più giocare. E bevevo, bevevo di tutto. Poi ho avuto di nuovo qualcosa contro cui lottare, un limite da oltrepassare. E sono ritornato bambino’.

    Quello che a Vizzolo Predabissi dava i calci a un pallone, aveva in camera il poster di Weah e sognava, un giorno, di giocare a San Siro. 

    Fonti

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