Dynamo Camp: l’efficacia della Terapia Ricreativa

Il dott. Daniele Bertin, direttore medico di Dynamo Camp Onlus, ci racconta come il divertimento può essere una cura

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Credits: Radio UGI

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    Visitando il sito di Dynamo Camp e andando sulla pagina “Chi Siamo” troviamo, come prima cosa, una citazione presa in prestito da un piccolo ospite del camp che recita:

    “A Dynamo c’è sempre qualcuno che sta per ridere”

    Questo è un aspetto fondamentale di Dynamo Camp, una Onlus che fa parte di SeriousFun Children’s Network, un’associazione non-profit internazionale che promuove e gestisce camp di vacanza, strutturati per ospitare gratuitamente bambini e adolescenti affetti da patologie gravi o croniche, con l’obiettivo di abbattere il “muro della malattia” e migliorare la qualità della loro vita.

    E proprio qui a Dynamo Camp il divertimento diventa una terapia, chiamata appunto “Terapia Ricreativa” di cui il dott. Daniele Bertin, direttore medico di Dynamo Camp e dirigente medico presso lo staff di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Torino, ha deciso gentilmente di parlarci in questa intervista.

    Buona lettura!

    Cos’è Dynamo Camp?

    Dynamo Camp è il primo camp di Terapia Ricreativa in Italia. È un camp che può offrire l’accesso alla Terapia Ricreativa, oltre che a un vero e proprio soggiorno di vacanza e svago, sia ai bambini e ai ragazzi che affrontano malattie croniche, quindi patologie con durate molto lunghe se non per tutta la vita, sia ai bambini con malattie oncologiche e che affrontano periodi di cure intense e dure per loro, ma anche per tutta la propria famiglia.

    Può accedere al camp o il bambino da solo o anche tutta la famiglia in determinati casi, in maniera da poter vivere un periodo di divertimento e serenità. Come ha detto il noto attore Paul Newman (fondatore di SeriousFun Children’s Network), quando ha fondato il primo camp di questa organizzazione:

    “Permettere ai bambini di essere solamente bambini”

    Quindi niente pazienti, persone malate o speciali, ma solamente dei bambini, senza lo stigma della malattia.

    Come operano medici, infermieri, volontari e staff di Dynamo Camp nei confronti delle patologie degli ospiti?

    Come anticipato, a Dynamo Camp è fondamentale che al centro di tutto ci siano le persone. Per questo, ad esempio, gli unici a conoscere le problematiche degli ospiti sono i medici, gli infermieri e il direttore, mentre i volontari e lo staff sono messi sì a conoscenza delle attività che ogni ospite può o meno svolgere, ma senza conoscere le problematiche specifiche. Questo ci permette di vedere i bambini e gli ospiti senza il filtro della malattia, permettendo a tutti di interagire solamente come persone, senza il peso del proprio bagaglio clinico.

    Il bambino deve essere considerato da tutti solo come tale: questa è una tutela sia per i più piccoli che per i volontari, i quali si dovranno preoccupare solo di far divertire e guidare i bambini attraverso le varie attività, ma senza avere dei filtri dati da parole che possono spaventare e/o patologie che non si conoscono così approfonditamente. 

    Ovviamente, noi dello staff medico-infermieristico, essendo a conoscenza delle singole patologie, creiamo quella che prende il nome di “alert list” e che rappresenta un elenco di attività fattibili che cerchiamo di rendere per tutti uguali. Quelle che indichiamo nell’elenco non le chiamerei nemmeno limitazioni, ma al massimo attenzioni che comunichiamo allo staff e ai volontari. In questa maniera, sia la Terapia Ricreativa che le varie attività, possono essere svolte in completa sicurezza e in un clima di divertimento per tutti.

    In cosa consiste la Terapia Ricreativa?

    La Terapia Ricreativa è la base scientifica su cui si basa l’esistenza di Dynamo Camp. Attraverso e per mezzo del divertimento creiamo delle attività che portino i vari ragazzi e familiari a riscoprire alcune attività che non pensavano di poter più svolgere, ma anche di scoprirne di nuove. Vengono proposte anche attività fisicamente impegnative, come l’arrampicata, il tiro con l’arco, il nuoto in piscina, e anche attività più artistiche. 

    Tutto questo porta ciascuno a creare delle sfide con se stesso in maniera divertente e in spirito di collaborazione con gli altri, al fine di riscoprire le proprie potenzialità e raggiungere i propri obiettivi, magari assopiti nel tempo anche a causa dalle terapie a cui gli ospiti si sono dovuti sottoporre.

    Dopo il soggiorno a Dynamo Camp sia il bambino che la famiglia tornano a casa con delle consapevolezze in più su se stessi e sulle proprie potenzialità, ma anche sui rapporti con gli altri. Questo è una forma stessa di terapia, che aiuta ad affrontare anche il dopo, le cure e le sfide future.

    Ci sono studi sull’efficacia della Terapia Ricreativa?

    Sì, l’efficacia terapeutica del divertimento e nello specifico della Terapia Ricreativa è stata dimostrata già da diversi studi. Nel 2018 ne abbiamo svolto internamente anche noi, al quale ho partecipato io stesso. Abbiamo visto un miglioramento significativo nei nostri ospiti attraverso dei test multidimensionali che vanno a valutare vari aspetti, come il fisico, la psiche, le attività scolastiche, sociali ecc…

    Dal lato fisico, ovviamente, non ci possono essere cambiamenti significativi, come ad esempio nelle reazioni motorie, ma negli altri item si sono visti notevoli miglioramenti. Un miglioramento psicologico si riflette anche sulla visione del futuro, sulla scuola e sulla socialità. Abbiamo visto anche dalle valutazioni dai 6 mesi dal ritorno a casa come gli effetti positivi continuino a durare nel tempo. 

    Sono aspetti difficili da misurare, come è difficile misurare la felicità, ma sono confermati anche uno studio internazionale precedente, risalente al 2015 e condotto sul potere terapeutico del divertimento dall’Università americana di Yale (i cui risultati sono raccolti nel report “More Than Just SeriousFun: The Impact of Camp on Resilience for Campers with Serious Illness” 2014-2015). Stando ai dati, a seguito dell’esperienza dei partecipanti al SeriousFun, nel quale abbiamo partecipato con alcuni nostri casi, il 78% dei genitori intervistati riporta un aumento nella sicurezza del proprio bambino, il 76% nell’indipendenza e il 79% nella curiosità e nel desiderio di provare nuove esperienze.

    Sono dati interessanti e comparabili con quelli registrati dai nostri studi al Dynamo Camp.

    Esistono delle attività che Dynamo effettua fuori dalla propria sede?

    Sì certo, anche durante la pandemia non ci siamo praticamente mai fermati. Si è trasformato tutto, ma al contempo è continuato. Ci saremo fermati sì e no nel mese di marzo 2020, giusto il tempo di capire la situazione e organizzarsi per continuare le attività in sicurezza e secondo le disposizioni del momento.

    Mentre nel periodo pre-Covid lo staff Dynamo era presente in quasi tutti gli ospedali pediatrici italiani o comunque in tanti  reparti pediatrici, per portare le attività ai bambini che non potevano frequentare il camp o che in momenti differenti del loro percorso hanno partecipato al camp ma che in quel momento non potevano andarci. 

    Perciò negli ospedali c’erano attività continuative, ma anche nelle case famiglia e in tutte quelle strutture che orbitano intorno agli ospedali pediatrici e che spesso ospitano bambini che vengono da lontano.

    Dall’anno scorso i volontari e lo staff Dynamo non sono potuti accedere alla per via delle restrizioni date dalle normative sul Covid, ma la riapertura ad aprile del 2020 è stata a distanza, con tante attività che chiunque può seguire anche sulla pagina Facebook di Dynamo Camp, ma anche attività meno conosciute e che comunque hanno continuato il loro percorso.

    Avevamo ad esempio gruppi di ragazzi che si connettevano a distanza per svolgere quelle che erano le attività di Dynamo Camp da ovunque si trovassero. Tuttavia, vista la natura sanitaria di Dynamo Camp, abbiamo potuto riaprire già dall’estate 2020, ovviamente con restrizioni, attenendoci scrupolosamente alle norme di sicurezza e evitando contatti nuovi tra ospiti non conviventi tra di loro in precedenza. Questo è stato fatto per continuare a offrire i nostri servizi in una situazione di ancora più bisogno e necessitante di attenzioni nuove.

    Sono state fatte anche sessioni straordinarie, in cui abbiamo adattato le nostre sessioni alle esigenze del momento. Abbiamo anche ospitato persone da case famiglia e da varie strutture in maniera da poter permettere l’accesso alla Terapia Ricreativa anche in periodo Covid-19.

    Come vengono selezionati e formati i volontari del Dynamo Camp?

    I volontari sono una parte fondamentale di tutta l’organizzazione di Dynamo Camp, senza i volontari non si potrebbe ricoprire una gran parte delle attività in programma. Fortunatamente, per adesso, riceviamo una grande quantità di richieste e ogni candidato viene sottoposto a una selezione e successivamente a un periodo di formazione abbastanza precisa. 

    Si può fare richiesta attraverso il sito per poi accedere a dei pre-colloqui con chi lavora a Dynamo. Una volta superate queste fasi si arriva a un weekend di formazione sul campo sullo stile Dynamo Camp, ovvero mettendosi alla prova, ma sempre all’insegna del divertimento. Questo ci serve a comprendere le caratteristiche e le attitudini di ogni singolo volontario, oltre che a capire come può contribuire al meglio a tutti i processi di Dynamo Camp per portare avanti le varie sessioni.

    Ogni attitudine viene valorizzata non solo negli ospiti, ma anche nei volontari e nello staff.

    Ha qualche aneddoto caro della sua esperienza a Dynamo Camp?

    Certamente! Io non lavoro solamente a Dynamo Camp, ma anche all’Ospedale pediatrico di Torino e talvolta ho la fortuna di vedere questi bambini in entrambe le situazioni, ovvero la parte più clinica e medica, ma anche la parte del Dynamo Camp. Questo mi permette di assistere agli effetti positivi della Terapia Ricreativa, anche nel lungo termine. 

    Ho visto in più casi come la partecipazione al camp, abbia sostituito addirittura alcune terapie, come l’utilizzo di farmaci psicosomatici. Ad esempio mi ricordo di una ragazza arrivata al camp con 4 o 5  farmaci differenti contro la nausea e che per una settimana non ha toccato più medicine, se non la sera prima di ripartire. Alcuni farmaci per disturbi psicosomatici, ma in alcuni casi addirittura antidolorifici o oppioidi, per il periodo al Dynamo Camp non sono serviti. La forza del divertimento stimola la produzione di sostanze che possono funzionare come alcune medicine e la necessità farmacologiche scendono in quelle settimane, in maniera anche sorprendente sotto il punto di vista medico.

    Tutto questo finisce per riflettersi sul benessere del bambino e della propria famiglia, che in assoluto è la cosa più importante.

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