Come far entrare un gatto selvatico nel trasportino

Ti è mai capitato di trovare un gatto per strada e avere la tentazione di portarlo a casa con te? Ecco come farlo entrare nel trasportino!

gatto selvatico trasportino

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    Adottare un gatto randagio è una cosa bellissima, ma non sempre semplice, soprattutto se il gatto è selvatico. La cosa migliore da fare in questi casi è rivolgersi ad associazioni locali per farsi aiutare, ma, se ti trovi a dover effettuare un “recupero felino” in prima persona, ecco come muoversi.

    Prima di procedere con l’operazione “recupero micio”, assicurati che il gatto che hai incontrato non abbia già una famiglia. Alcuni padroni permettono ai loro amici felini di uscire dalla propria abitazione e non è raro incontrarli durante uno dei loro giretti o mentre sono intenti ad acchiappare una povera lucertola.
    Come fare a capire se il gatto è addomesticato oppure no? Se non è restio alla tua presenza, ma anzi ne è incuriosito e ti permette di accarezzarlo e/o fa le fusa, molto probabilmente è un gatto di casa. Potrebbe avere con sé comunque un collarino con un numero da chiamare oppure esserselo sfilato in una delle sue avventure. In quest’ultimo caso prova a chiedere al vicinato e a verificare se ci sono villette nella zona.

    Una volta appurato che si tratta di un gatto selvatico, ecco i 5+ 1 step da seguire per farlo entrare nel trasportino.

    1. Studia le sue abitudini e crea un contatto

    Cerca di capire se il gatto è abituale di quella zona oppure è solo di passaggio. Nel caso stazioni nel luogo in cui lo hai incontrato, recatici ogni giorno alla stessa ora portando con te del cibo per gatti. Probabilmente anche rivedendoti manterrà le distanze, magari ti soffierà o correrà a nascondersi, ma almeno assocerà la tua presenza a qualcosa di positivo. Ripeti l’operazione nei giorni a seguire. Una volta creata questa nuova routine e studiate le sue abitudini, non ti resterà che procurarti un trasportino – magari uno specifico – per il giorno della cattura.

    2. Come scegliere il trasportino per un gatto selvatico

    Affinché l’operazione “recupero gatto selvatico” vada a buon fine, ti serviranno un paio di guanti da giardino (per proteggerti da eventuali graffi o morsi), un trasportino, un lenzuolo grande e tanta, tantissima pazienza.

    Esistono diversi tipi di gabbia trasportini e anche vere e proprie “gabbie trappola” con chiusura facilitata.  Se vuoi far entrare un gatto selvatico nel trasportino, infatti, il punto principale è che la chiusura sia pratica, semplice e veloce, altrimenti il micio schizzerà via come un’anguilla.
    Se il tuo è un normale trasportino, puoi legare un filo allo sportello per riuscire a chiuderlo anche a distanza. 

    3. Far entrare il gatto selvatico nel trasportino

    Posiziona il trasportino nel luogo dove intendi catturare il gatto. Lascialo con la porticina aperta e poggia del cibo poco fuori la trappola, per indurre l’animale ad avvicinarsi e altro cibo all’interno, sul fondo.

    Il giorno precedente alla cattura è consigliato non dar da mangiare al gatto, affinché siano la vista del cibo e la fame a indurlo a entrare nel trasportino.

    Una volta che il micio sarà dentro e la porticina si sarà chiusa – grazie alla tua prontezza o al filo appositamente posizionato – copri immediatamente la gabbia con un telo scuro, grande abbastanza da rivestirne l’intera superficie. Eviterai così ulteriore stress per il gatto. A tal proposito puoi spruzzare dei feromoni di gatto (che puoi acquistare nei negozi di animali oppure online) all’interno del trasportino. Aiuteranno il gatto a rilassarsi in questa fase così delicata.
    Se questo metodo non funziona, non ti resta che riuscire a prendere il gatto selvatico per la collottola, così da immobilizzarlo – più facile a dirsi che a farsi.

    4. Vai direttamente dal veterinario

    Porta il tuo nuovo amico a quattro zampe dal veterinario, spiegandogli in anticipo la storia dell’animale, così che possa prepararsi a incontrare un gatto selvatico e a gestirne paure e iniziali diffidenze.

    Una volta appurato che il gatto è un randagio – verificando che non sia già registrato all’ANF (Anagrafe Nazionale Felina) – e verificato il suo stato di salute, l’età approssimativa, il peso e il calendario dei vaccini (e della sterilizzazione/castrazione), non ti resta che portare il gatto a casa con te.

    5. Si va a casa

    Scegli una stanza in cui posizionare il trasportino. Mi raccomando, la stanza deve essere calma e silenziosa, senza vie di fuga, per evitare al gatto nuovi stress.
    Posiziona la lettiera, le ciotole, l’umido completo e i croccantini (anche se il gatto per sua natura ha bisogno principalmente di un’alimentazione umida che vada a compensare la sua scarsa tendenza al bere), dei giochi e una copertina. Se la gabbia è abbastanza grande posizionaci un cuccia, anche di quelle a igloo, così che il gatto possa nascondersi laddove si senta minacciato. Utilizzare i feromoni anche in questo caso lo aiuterà a distendersi e a prendere più confidenza con l’ambiente circostante e con la tua presenza.

    Per i primi giorni lascia che ti studi dalla gabbia o dal trasportino, per poi permettergli di esplorare – in sicurezza – tutto il resto della stanza. Una volta che si sentirà sicuro con te nel nuovo ambiente, consentigli l’accesso al resto del suo nuovo regno: la tua casa.
    In questa prima fase, non dovrai mai forzare il gatto a fidarsi di te ma conquistarti la sua fiducia giorno dopo giorno.
    Un po’ come la Volpe del Piccolo Principe, dovrai addomesticarlo, fino al giorno in cui ti sceglierà per sempre.

    Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”

    Il Piccolo Principe – Antoine de Saint-Exupéry

    6. Step Bonus

    Se hai incontrato un gatto randagio, che ha bisogno di cure o che si trova in un contesto pericoloso e vuoi aiutarlo ma non puoi portarlo a casa con te, rivolgiti alle associazioni volontarie presenti nella tua zona, ai gattili o a un veterinario di fiducia.

     

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