Aikido verbale: come disinnescare una discussione

Chi abbassa gli occhi ha perso, ma anche chi alza la cresta

Akido Verbale

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    Come vincere un litigio? O meglio: come evitare di litigare? Non possiamo piacere a tutti: questo è un dato di fatto che tutti dobbiamo accettare e con cui, solitamente, ci scontriamo fin da bambini, complici le prime interazioni con i coetanei.

    Può capitare di scontrarsi con il prossimo: a livello intellettuale, verbale o anche fisico se la situazione degenera e nessuna delle due parti riesce a condurre il diverbio verso toni più pacati. E proprio qui risiede il nocciolo della questione: non piacciamo agli altri perché forse hanno un pregiudizio nei nostri confronti, non ci conoscono abbastanza, sono vittime di qualche bias cognitivo o magari, invece, perché proprio noi non siamo stati capaci di condurre l’interazione verso una strada favorevole per entrambi.

    Le discussioni sono inevitabili nella vita in quanto facenti parti dei modelli elementari di interazione tra le persone, ma divenendo oratori abili e consapevoli possiamo parlare con saggezza, ascoltare attivamente e portare empatia e amore nelle nostre conversazioni, anche quelle difficili.

    Forse è proprio questo il super potere mentale che ci consente di vincere tali dispute nella maniera tanto cara al leggendario stratega militare Sun Tzu: “Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate”, ma anche “In guerra è meglio conquistare uno Stato intatto. Devastarlo significa ottenere un risultato minore”.

    Questo ci suggerisce che la miglior vittoria durante una discussione non è annientare verbalmente la volontà e/o la dignità dell’altra persona, quanto portarla dalla nostra parte, comprendere quello che vuole comunicarci (anche se utilizza un registro verbale e dei modi a noi non congeniali) e farne una risorsa sociale pronta a spalleggiarci.

    Potenziare la nostra mente e la nostra capacità di mediazione è possibile, quindi cerchiamo di padroneggiare l’arte suprema della “vittoria” dialettica, identificabile anche con il concetto di aikido verbale.

    Cos’è l’aikido verbale

    L’Aikido Verbale si rifà concettualmente all’arte marziale giapponese codificata dal sensei Morihei Ueshiba, che tradotta significa “raggiungere Ai-ki” (o bilanciare l’energia di uno scambio). L’aikido verbale si basa su un semplice approccio divisibile in tre fasi:

    1. Ricevere l’attacco con un “sorriso interiore”;
    2. Accompagnare l’attacco a un punto di destabilizzazione;
    3. Ribilanciare l’attacco in modo che l’attaccante possa salvare la faccia.

    Esattamente come una pratica marziale richiede esercizio costante e disciplina, motivo per cui adesso cercheremo di dare un boost di informazioni a riguardo e sviscerare anche approcci leggermente divergenti.

    C’è chi ascolta e c’è chi capisce

    Ti è mai capitato di parlare con una persona che nel frattempo è impegnata a chattare su Whatsapp o che magari annuisce nella maniera tipica di chi concede la ragione solamente per compiacere? È fastidioso e fa automaticamente perdere punti al nostro interlocutore. Stessa cosa vale per gli altri se a farlo siamo noi.

    Ascoltare è il primo passo per cercare di capire e comprendere, non consiste solamente nell’attendere il proprio turno per parlare. Sosteneva lo scrittore André Maurois che “bisogna tenere conto degli interessi degli altri, perché solo così possiamo esercitare un’influenza su di loro”.

    Prendiamo in considerazione solamente la nobiltà di tale affermazione, tralasciando il suo potenziale manipolatorio: interessarsi agli altri ci mette automaticamente sotto una buona luce ai loro occhi e questo tende a ripercuotersi positivamente sul nostro rapporto con loro. Vuoi essere ascoltato? Ascolta. Vuoi essere capito? Capisci.

    A ciò si aggiunge l’enorme valore dell’ascolto attivo. Se comprendi veramente quello che ti viene detto offri qualche feedback al tuo interlocutore, ma senza interromperlo. Un semplice cenno con la testa può bastare. Apprendere informazioni sull’altra persona è importante per raccogliere dati e cercare di entrare in empatia con essa. Nel caso non risulti chiaro quanto è appena stato detto non c’è niente di male nel chiedere ulteriori lumi. Il voler essere aiutati a comprendere meglio il discorso rafforzerà solamente il fatto che si stava veramente ascoltando e non offrendo solamente un interesse di facciata.

    Come avere sempre ragione

    È veramente così importante avere sempre ragione? Ti porterà davvero a raggiungere l’obiettivo finale? Invece potrebbe essere maggiormente profittevole una sorta di “compromesso guidato”: ciò non significa far credere al tuo interlocutore che stai rinunciando a qualcosa che in realtà non perderai, quanto a convincere l’altra persona a venirti incontro su terreni per te più “comodi”. Per “terreni comodi” si può intendere rinunce non troppo onerose per i tuoi interessi, ma che per l’altra persona possono essere invece di grande importanza. Non c’è niente di male nel cercare di rimetterci il meno possibile se lo si fa in maniera trasparente e senza intenti truffaldini.

    Oppure può essere utile offrire qualcosa che l’altra persona può apprezzare: la reciprocità in psicologia, come ci insegna il buon Robert Cialdini, risulta essere una leva persuasiva estremamente potente per entrare in sintonia con l’altre persone. Se ciò non è possibile, se portare le persone a vedere le situazioni dal tuo punto di vista non è fattibile allora prova a liberarti dai pregiudizi e cerca di capire se puoi essere tu ad abbracciare le idee altrui: far cambiare opinione a una persona o cambiarla noi stessi attraverso le argomentazioni dell’altro sarà comunque una vittoria se porterà benefici a entrambi ed eviterà il crearsi di uno scontro.

    Non ti hanno offeso, ti senti offeso

    Adesso che abbiamo compreso l’importanza dell’ascolto attivo e l’inutilità dell’avere ragione ad ogni costo possiamo avviarci verso un dialogo costruttivo e libero da varie frizioni. Abbiamo appena appreso come entrare in “risonanza psicologica” attraverso l’ascolto e la comprensione e oltre a ciò abbiamo capito come l’importante sia raggiungere ragionevolmente i nostri obiettivi e non per forza appagare il proprio ego sentendosi dire “hai ragione”.

    Perfetto no? Cosa può andare storto arrivati a questo punto? Tutto! E le nostre stesse parole possono essere la causa della disfatta. L’errore più grande che possiamo compiere arrivati a questo punto è mortificare il nostro interlocutore facendolo sentire sbagliato, imperfetto, riaccendendo così una potenziale miccia che potrebbe condurre allo scontro.

    Per evitare ciò basta modificare il nostro approccio riportando tutto (situazioni, sensazioni, atteggiamenti) a noi e non all’altra persona. Un esempio? Non dire mai “hai sbagliato”, ma al massimo sostituisci con un “non sono d’accordo, aiutami a comprendere”, oppure “mi hai offeso” dovrebbe divenire un “mi sento offeso”.

    Potranno sembrare dei cambiamenti minimi, ma prova a immedesimarti con una persona che sta ricevendo tali risposte. Quale ti infastidirebbe maggiormente? Il motivo è che partire dal preconcetto secondo cui sono gli altri a sbagliare e non noi a percepire ci ricopre di superbia agli occhi degli altri: a nessuno piace essere guardato dall’alto in basso.

    Nelle terre dell’emotività non regna nessuno

    Non cedere allo stato d’animo di colui che ti offende, e non seguire il cammino sul quale avrebbe voluto condurti” diceva l’imperatore Marco Aurelio, ma anche “fai ciò che devi e sia quel che sia”.

    Il fatto di essere aperti all’ascolto, di perseguire lo scopo prima ancora che l’appagamento dell’ego e di essere umili in una controversia non significa rinunciare al proprio punto di vista e cedere alle prepotenze, anzi. Bisogna rimanere fermi sui propri valori, intuendo il momento giusto per sfruttare le proprie leve dialettiche e guidando l’interlocutore verso un terreno dialogativamente fertile per la buona riuscita della controversia o per evitare di innescarne una.

    Per fare questo è bene tenere presente che nell’essere umano esistono due livelli con il quale ci interfacciamo nel nostro quotidiano: uno è il piano emotivo e l’altro è il piano razionale. Entrambi questi aspetti della natura umana possono essere utili al raggiungimento dello scopo, a condizione che si scelga con attenzione dove si vuole andare a parare, quale livello scegliere e come volerlo utilizzare.

    Tieni presente che nelle terre dell’emotività non esistono sovrani, ma (al massimo) delle guide. Le emozioni umane possono essere devastanti e condurre le persone ad agire anche contro i propri bisogni primari e interessi: questo nel bene e nel male. In questo il potere dello storytelling non ha bisogno di presentazioni: saper guidare una persona su delle autentiche montagne russe di emozioni può cambiare la vita della stessa, può farla affezionare a noi e può anche farci odiare come il peggiore dei suoi nemici.

    Questo perché le emozioni non ascoltano motivazioni e quando una persona è arrabbiata è inutile contrapporre altra furia a quella che essa sta già generando. Sempre per citare lo stratega militare Sun Tzu: “Se il vento soffia durante il giorno, nella notte si placherà”.

    Lasciate che sfoghi tutta la sua emotività e con pacatezza cercate di tornare su un piano più razionale e logico, invitando con fermezza e rispetto la persona a spiegare il perché del suo atteggiamento e chiedendo se così facendo pensa di riuscire a raggiungere i propri intenti. Solitamente l’ira è come un fuoco che divampa rapidamente, ma che in poco tempo può spegnersi con il giusto intervento e magari, dopo di questo, l’interlocutore può essere indirizzato verso il piano razionale.

    Quando si parla di razionalità il gioco muta completamente. Non esistono suggestioni, ne picchi emotivi: qui contano i fatti e la logica. Non è sbagliato, anzi! Può evitare l’intervento nel dialogo di pregiudizi e preconcetti assai dannosi e di difendere una posizione “per partito preso”. Molto spesso è un piano profittevole in cui condurre quelle persone maggiormente sanguigne. Per aiutarsi in questo ed essere sicuri di operare bene può essere utile attenersi a questi punti:

    1. Mantieni la calma;
    2. Parla riferendoti solo ai fatti;
    3. Fai domande;
    4. Attieniti solo a ragionamenti logici;
    5. Usa un pizzico di emotività, appellandoti a dei valori maggiori (solo un pizzico, altrimenti rischi di ritornare sul piano emotivo);
    6. Cedi qualcosa al tuo interlocutore;
    7. Sfrutta le “debolezze” del tuo interlocutore (hobby, sport, passioni, rapporti in comune);
    8. Cerca di perseguire anche i suoi interessi oltre che i tuoi (e faglielo capire).

    Altro piccolo trucco per finire in bellezza? Il silenzio. Quando ci si scontra con il fuoco non conviene divenire fuoco, ma mutarsi in acqua. La potenza del silenzio risiede proprio nel suo essere incalcolabile. Come reagisci a una persona che alle tue provocazioni ti guarda sicura di sé e in totale silenzio? Sicuramente è destabilizzante e porta la parte più aggressiva della disputa a parlare e irritarsi maggiormente in un primo momento, ma successivamente a desistere. Ricapitolando:

    • Fissa i tuoi obiettivi e i tuoi valori;
    • Ascolta e comprendi chi hai davanti;
    • Proteggi le tue argomentazioni, ma in maniera ragionevole. Se ci sono i presupposti adatti vieni a compromessi o cambia pure le tue idee;
    • Non essere schiavo degli altri: quello che ti dicono o ti fanno non può toccarti, sei tu a decidere se sentirti offeso o esserlo;
    • Parla con umiltà, potresti essere tu a sbagliare o ad aver capito male, non necessariamente gli altri;
    • “Viaggia” consapevolmente tra le terre dell’emotività e della logica.

    E per finire ricorda che alternare magistralmente silenzi calcolati, posizioni ferme e compromessi porta chi padroneggia tali aspetti non solo ad evitare litigi inutili, ma anche ad assicurarsi tutti i vantaggi di una contrattazione ben riuscita.

    Fonti

    Medium

    LifeHack

    Mentalfloss

    Sunzi.it

    Verbal Aikido

    L’Arte della Negoziazione con il Metodo del Cremlino – Igor Ryzov 

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