Creatività e pensiero divergente

La creatività è un’abilità che caratterizza tutti gli esseri umani e ci permette di trovare soluzioni al di là della logica e di schemi prestabiliti

Pensiero divergente

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    Nonostante in passato la creatività fosse creduta prerogativa esclusiva di menti geniali e talenti artistici eccezionali, oggi è considerata un’abilità di cui tutti disponiamo. Se in alcuni soggetti questa modalità cognitiva è innata, in tutti può essere allenata e migliorata: la creatività e il pensiero divergente non solo permettono di risolvere i problemi e superare gli ostacoli, ma, in generale, di sviluppare una maggiore empatia e di aumentare la nostra consapevolezza e motivazione.

    Cos’è la creatività?

    Il fisico Albert Einstein definiva la creatività come “la coscienza che si diverte”; lui era uno di quelli considerati creativi proprio perché geniale. Ma, come è stato dimostrato in seguito, e senza nulla togliere alla effettiva genialità di Einstein, la creatività non ha niente a che vedere con l’intelligenza. Anzi, la creatività è un’abilità del cervello umano, che quindi tutti, in misura diversa, possediamo; può essere definita come la capacità di trovare soluzioni alternative a un problema, considerando vari punti di vista che esulano anche dalla quotidianità (ad esempio utilizzare un oggetto ma non per la sua funzione in senso stretto). In quanto abilità, può essere allenata attraverso un tipo di pensiero definito “pensiero divergente”, in opposizione al pensiero convergente. Le due espressioni stanno ad indicare due modalità cognitive diverse, entrambe a loro modo utili nella quotidianità.

    Cos’è il pensiero divergente?

    L’espressione pensiero divergente indica la capacità di combinare gli elementi e gli strumenti in nostro possesso in modo originale e inconsueto, considerando la questione da più punti di vista; il pensiero divergente è in questo senso un pensiero creativo. Il pensiero convergente, per opposizione, indica invece una modalità più logica e razionale, per cui di fronte a un problema esiste una sola risposta corretta. Se questo tipo di pensiero è fondamentale negli ambiti matematici e scientifici, il pensiero divergente dall’altro lato si mostra utile non solo nella risoluzione dei problemi, ma anche rispetto al benessere psichico e all’intelligenza emotiva. Uno dei massimi teorici e studiosi del legame fra creatività e pensiero divergente è lo psicologo americano Joy Paul Guilford (1897-1987); oltre ad aver dato il suo contributo con studi e ricerche, ha individuato le caratteristiche del pensiero creativo o divergente:

    • fluidità, ovvero la capacità di formulare molte idee fra cui scegliere
    • flessibilità, ovvero considerare gli elementi e gli strumenti in nostro possesso non strettamente per quella che sarebbe la loro funzione
    • originalità, intesa come capacità di ideare soluzioni insolite
    • elaborazione, cioè un approfondimento delle varie idee
    • valutazione, cioè la scelta della soluzione più funzionale e pertinente allo scopo

    La mente umana è da sempre oggetto di studi e ricerche, ma rimane in molti suoi aspetti enigmatica: come si creano i nostri pensieri? Da cosa possono essere influenzati? Quali sono i suoi meccanismi chimico-fisici? In base al tipo di azione e alle caratteristiche cognitive di un soggetto si attivano aree diverse del cervello, e anche la divisione fra emisfero destro e sinistro, responsabili rispettivamente della creatività e della razionalità, appare in questo caso pretestuosa e semplicistica. Durante un pensiero creativo, infatti, si attivano più aree del cervello (restano ancora incertezze riguardo a quali) e il funzionamento neurale è perciò ancora più complesso.

    Che rapporto c’è fra creatività e pensiero divergente?

    La creatività è quindi un’abilità del cervello che permette di avere uno stile di pensiero detto divergente, caratterizzato dalla capacità di vedere le cose da più punti di vista e formulare idee alternative fra cui scegliere, spesso che si discostano dalla norma. Culturalmente non siamo educati a pensare in modo creativo, anzi, l’apprendimento e l’insegnamento privilegiano ancora il pensiero convergente. Le due modalità cognitive sono però fra loro complementari e solo se applicate sinergicamente risultano entrambe, a loro modo, vincenti.

    Creatività e pensiero divergente nei bambini

    Il pensiero divergente, come osservato anche da Guilford, è particolarmente frequente nei bambini, e non solo in quelli ad alto potenziale cognitivo; anzi, come è stato dimostrato l’intelligenza non ha niente a che vedere con la creatività e i test cognitivi (ad esempio quelli per stabilire il quoziente intellettivo), non sono in questo caso esaustivi. Il sistema scolastico si basa principalmente su una modalità cognitiva convergente, più lineare: viene richiesto di saper distinguere fra la risposta giusta e quella sbagliata, e solo negli ultimi anni si è iniziato a dare spazio a modalità cognitive e di apprendimento alternative, soprattutto in relazione a studenti con bisogni educativi speciali o disturbi dell’apprendimento. Resta ancora lontana, però, un’integrazione a pieno titolo del pensiero divergente nella didattica; proprio per il prevalere di un tipo di pensiero opposto, gli adulti hanno un’abitudine al pensiero creativo ancora più scarsa, nonostante i benefici che questo potrebbe avere. Ma la mente umana è elastica, capace cioè di modificare la propria morfologia in base all’esperienza e all’apprendimento; nei bambini, soprattutto alcune attività favoriscono lo sviluppo del pensiero divergente, come:

    • la lettura
    • attività, da fare anche in casa, con materiale vario (come creta, stoffe…)
    • il disegno
    • la noia: trovarsi in una situazione di inattività può avere effetti molto positivi sui bambini, che dovranno così attivarsi per inventarsi qualcosa da fare

     

    Allenare la creatività

    Abbiamo visto come la creatività sia l’abilità alla base del pensiero divergente e come non sia più considerata una caratteristica eccezionale, tipica di talenti straordinari: Caravaggio, Mozart, Einstein erano sicuramente geniali, ma la creatività la possediamo tutti e possiamo allenarla. Alcuni modi ed esercizi per migliorare la propria creatività, intesa come capacità di creare connessioni anche inedite e originali e di formulare molte idee fra cui scegliere sono:

    • sinettica (teorizzata da J.J. Gordon): cioè creare connessioni fra elementi che non hanno niente a che vedere fra loro
    • tecnica SCAMPER (teorizzata da Bob Eberle e ispirata alla tecnica del Brainstorming di Alex Osborn): ogni lettera dell’acronimo indica un’azione (come sostituire, “Substitute” o pensare a usi alternativi “Put to other use”), che spingerebbe a considerare la situazione da più prospettive
    • praticare attività fisica (ad esempio il ballomeditazione

    Esistono poi indovinelli, giochi ed esercizi per allenare la creatività, che sfruttano sia le parole che la manualità (ad esempio prendere l’immagine di un oggetto e disegnandoci sopra trasformarlo in altro).

    Perché creatività e pensiero divergente possono migliorarci la vita

    Per mettere in atto il pensiero divergente è quindi fondamentale allenare la creatività, tipica non solo di personalità insolite, ma caratteristica che tutti hanno e che può essere allenata. Creatività e pensiero divergente, infatti, possono diventare delle vere e proprie risorse di fronte a un problema pratico o a un disagio psicologico, e in generale apportano un miglioramento anche in una situazione nota e in assenza di dilemmi o complicazioni. Allenarsi a vedere le cose da più prospettive migliorerà anche la consapevolezza e il pensiero critico, oltre all’empatia e alla motivazione (soprattutto sul luogo di lavoro, dove avere una maggiore autonomia nei procedimenti richiesti sembra vantaggioso).

    Fonti

    CentroElpis
    GuidaPsicologi
    NewWorldEncyclopedia
    StateofMind

    M. Csikszentmihalyi, Creativity, HarperCollins, New York

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