I disturbi dell’apprendimento

Difficoltà nella scrittura, nella lettura e nel calcolo sono solo alcuni dei disturbi dell’apprendimento, tutt’altra cosa rispetto ai deficit intellettivi

scritta DSA sui cubi di lettere

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    Dislessia e discalculia sono di sicuro i più conosciuti, ma i disturbi dell’apprendimento si presentano in modo molto eterogeneo, anche in ragione della varietà e interconnessione delle loro cause. Se oggi è possibile conviverci, ancora troppo spesso sono causa di grande disagio psicologico e senso di inadeguatezza, con conseguenze pesanti sulla propria realizzazione personale.

    Cosa sono i disturbi dell’apprendimento

    I disturbi dell’apprendimento implicano una difficoltà nella capacità di imparare e applicare gli insegnamenti, oltre che nella comprensione di informazioni. Non ne sono state ancora individuate con certezza le cause, ma è stata dimostrata la loro origine neurobiologica.

    Probabilmente concorrono fattori genetici e fattori acquisiti, come:

    • malattie della madre durante la gravidanza
    • consumo di alcol o sostanze stupefacenti durante la gravidanza
    • complicazioni durante la gravidanza o il parto
    • problemi neonatali, come un parto prematuro
    • infezioni del sistema nervoso centrale
    • traumi

    Altri elementi che possono portare all’emergere di questi disturbi sono di tipo ambientale, come l’esposizione a sostanze tossiche.

    Anche se sussistono fattori genetici che predispongono a sviluppare questi disturbi, di solito la diagnosi viene fatta solo una volta iniziata la scuola elementare. Proprio perché riguardano la capacità di apprendere le abilità scolastiche di base, ci se ne rende conto nel momento in cui si devono acquisire quelle abilità critiche per chi presenta un disturbo dell’apprendimento. A volte, soprattutto se il disturbo è di lieve entità, la diagnosi avviene solo in età adulta; ciò implica spesso un vissuto di sofferenza e isolamento.

    Quali sono i disturbi dell’apprendimento?

    I disturbi dell’apprendimento, secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, curato dall’American Psychiatric Association, rientrano fra i disturbi del neurosviluppo e possono avere un’entità diversa in base alla gravità e all’eventuale compresenza di più disturbi dell’apprendimento e/o disturbi di altra natura. Si distinguono in:

    • disturbi non specifici dell’apprendimento: si caratterizzano per la difficoltà ad imparare nuove conoscenze e abilità in generale
    • disturbi specifici dell’apprendimento (DSA): si caratterizzano per una difficoltà circoscritta a un’abilità specifica (la lettura, la scrittura, il calcolo) e non dipendono da disabilità intellettive, patologie neurologiche o problemi sensoriali

    Vediamo nello specifico quali sono e qual è l’approccio terapeutico.

    I disturbi non specifici dell’apprendimento

    Questo tipo di disturbi, come abbiamo accennato, implica una difficoltà generica ad acquisire nuove conoscenze in più ambiti e non solo in quello scolastico. Fra le cause correlate al loro insorgere ci sono:

    • ADHD
    • autismo
    • disturbi d’ansia
    • epilessia
    • disabilità intellettiva

    I disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)

    I disturbi specifici dell’apprendimento implicano una difficoltà nell’acquisire e applicare le abilità scolastiche di base; la loro origine è neurobiologica, ma non hanno niente a che vedere con deficit intellettivi, neurologici o sensoriali: infatti si riscontra una discrepanza fra le potenzialità del bambino e la sua reale resa scolastica, spesso, almeno prima della diagnosi, piena di insuccessi.

    In relazione all’ambito specifico di difficoltà, si parla di:

    • dislessia: i bambini dislessici leggono in modo lento e poco fluente, spesso con errori; questo perché hanno difficoltà a riconoscere la corrispondenza fra il fonema (il suono) e il grafema (il segno)
    • discalculia: si tratta della difficoltà a comprendere e utilizzare i numeri e i concetti matematici; di conseguenza, per i soggetti discalculici sarà difficile riconoscere i numeri, fare i calcoli a mente, ricordare le tabelline ed eseguire le operazioni numeriche, con implicazioni molto pesanti anche nella vita quotidiana
    • disgrafia: riguarda la componente esecutiva grafo-motoria, quindi si esprime principalmente in una scrittura poco chiara e leggibile, ma anche in una cattiva gestione dello spazio del foglio e in una cattiva impugnatura
    • disortografia: come per la dislessia, c’è una difficoltà nell’associare il fonema al grafema corrispondente, ma non nel leggerlo, bensì nello scriverlo; si traduce spesso in errori nell’uso delle doppie, degli accenti, delle forme irregolari

    Diagnosi dei disturbi dell’apprendimento

    Come abbiamo visto, la diagnosi nella maggior parte dei casi avviene in età scolare: proprio l’ingresso alle elementari e l’apprendimento delle abilità di base fanno notare ai genitori e agli insegnanti delle difficoltà. Tuttavia i sintomi possono manifestarsi anche in precedenza, o, soprattutto se lievi, non essere indagati fino all’età adulta.

    Aspetti che potrebbero derivare da un disturbo dell’apprendimento sono:

    • ritardi e difficoltà nel linguaggio
    • difficoltà nella motricità fine (in tutte le attività che richiedono una maggiore precisione)
    • difficoltà nella coordinazione visivo-motoria

    I parametri considerati ai fini della diagnosi e che devono manifestarsi per un periodo di almeno sei mesi, invece, sono:

    • lettura lenta e inesatta
    • difficoltà a scrivere e a sillabare
    • mancanza di comprensione dei numeri (ad esempio della loro grandezza relativa)
    • difficoltà nel ragionamento matematico

    Trattandosi di disturbi multiformi, la diagnosi viene fatta da più specialisti, che valuteranno:

    • gli aspetti emotivi, neuropsicologici e intellettivi
    • il comportamento in classe
    • l’anamnesi familiare

    Nel diagnosticare un disturbo dell’apprendimento devono essere prima escluse patologie neurologiche, problemi sensoriali e deficit intellettivi.

    Vivere con un disturbo dell’apprendimento

    I disturbi dell’apprendimento possono avere un grande impatto nella vita delle persone, soprattutto a livello di sicurezza e realizzazione personale. Se da una parte, ad esempio, ci sono molti personaggi famosi dislessici, e alcuni hanno scoperto di esserlo solo da adulti, dall’altro molto dipende anche dalla rapidità e dall’adeguatezza dei trattamenti, oltre che dalla gravità e dalla presenza di altri disturbi.

    Oggi si calcola che nel mondo le persone con disturbi dell’apprendimento siano fra il 3 e il 5% della popolazione totale, ma il dato potrebbe non essere completo, per la scarsa consapevolezza di alcuni contesti socio-geografici rispetto a queste problematiche.

    Anche in Italia solo recentemente sono state prese delle misure per garantire alle persone con disturbi dell’apprendimento di avere programmi specifici adatti alle loro esigenze; la gestione sanitaria e scolastica dei disturbi dell’apprendimento oggi è infatti regolata dalla legge n. 170 dell’8 ottobre 2010.

    I tipi di interventi in questi casi riguardano soprattutto la gestione educativa, con programmi personalizzati e un approccio che prima delle abilità insegna a imparare, la psicoterapia, e, più raramente, una terapia farmacologica.

    Sia nella diagnosi che nell’intervento è sempre posto l’accento anche sul lato psicologico ed emotivo: spesso i disturbi dell’apprendimento fanno credere a queste persone di essere incapaci, aumentandone l’insicurezza e l’isolamento: con il giusto approccio, però, è possibile avere prospettive future come quelle di tutti gli altri.

    Fonti

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