L’effetto Dunning-Kruger e il paradosso dell’ignoranza

Quando si è troppo ignoranti su un tema per capire di essere troppo ignoranti su un tema

Bambino supponente

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    L’effetto Dunning-Kruger è ovunque intorno a noi. Per strada, sui social e nella vita privata a volte si ha la percezione di sentire solo opinioni stupide. Viene da mettersi in discussione e chiedersi se non siamo noi a essere sbagliati oppure arrivare a credere che solo agli incompetenti sia concesso una sorta di patentino per aprir bocca.

    Non è necessariamente un caso, perché talvolta chi ha veramente qualcosa di sensato da dire tende a tacere e di questo potrebbe essere responsabile proprio l’effetto Dunning-Kruger. Maledetta insicurezza dei sapienti!

    Cos’è l’effetto Dunning-Kruger

    L’effetto Dunning-Kruger, in psicologia, è considerato un bias cognitivo in base al quale, in maniera molto semplice, le persone con conoscenze e/o competenze limitate in un determinato dominio intellettuale e/o sociale tendano a sovrastimare notevolmente le proprie conoscenze e/o competenze in tale argomento rispetto alle prestazioni dei loro pari o delle persone in generale.

    Secondo i ricercatori da cui prende il nome, gli psicologi David Dunning e Justin Kruger, l’effetto è spiegabile dal fatto che la capacità metacognitiva di riconoscere le carenze nella propria conoscenza richiede che si possieda almeno un livello minimo dello stesso tipo di competenza, cosa che coloro che mostrano l’effetto non hanno raggiunto.

    Poiché non sono consapevoli delle loro carenze, queste persone generalmente presumono di non essere carenti in determinati settori, ritenendo che scegliere ciò che pensano sia l’opzione più ragionevole sia sufficiente.

    Sebbene non sia stato esplorato scientificamente fino alla fine del XX secolo, il fenomeno è sempre esistito, perfino in letteratura, ma aveva “bisogno” di trovare un nome.

    Da dove nasce l’effetto Dunning-Kruger

    Tutto ebbe inizio nel 1995, quando un uomo di nome Wheeler McArthur rapinò (o meglio cercò di rapinare) due banche di Pittsburgh nel medesimo giorno. Il suo unico mascheramento per non venir riconosciuto consisteva nell’essere ricoperto di succo di limone, espediente che a suo dire lo avrebbe reso invisibile alle telecamere.

    Le riprese delle telecamere furono visionate e in meno di un’ora venne arrestato dalla polizia. Al momento della sua cattura, l’ingenuo malfattore esclamò stupito: “Ma come? Io indossavo il succo!”. McArthur era convinto che, similmente al principio de “l’inchiostro simpatico”, anche il suo volto cosparso di succo di limone sarebbe risultato invisibile quantomeno alle telecamere.

    Inutile dire che questo episodio assurdo attirò l’attenzione di molti, tra cui del docente di psicologia alla Cornell University, David Dunning, e del suo allievo Justin Kruger, spingendoli a compiere degli studi su un gruppo di studenti. Fu chiesto agli studenti di eseguire test sulla grammatica, sulla logica, sull’umorismo e infine di autovalutarsi.

    Da questo studio è emerso come i soggetti meno competenti si dimostrassero eccessivamente sicuri delle proprie capacità, arrivando ad autovalutarsi ben al di sopra delle stesse. Al contrario dei colleghi competenti, che di contro tendevano a svalutarsi o attribuirsi voti maggiormente equilibrati.

    grafico effetto dunningkruger
    Fonte grafico: internazionale.it

    Ho visto un video su YouTube che…

    Chiunque navighi per blog o abbia un account su un qualsiasi social avrà certamente notato l’incredibile quantità di esperienze condivise dagli utenti che possono andare dal fantascientifico al fantastico, dal comico all’assurdo fino a raggiungere vette altissime appartenenti alla immensa famiglia delle teorie del complotto e della lotta comoda sul divano ai poteri forti/big pharma/rockfeller/mammabuttalapastachetornoamezzogiornoeunquarto ecc…

    L’affidarsi al “sentito dire” non è un fenomeno nuovo: un tempo succedeva nell’agorà greca, al bar di paese, al campetto da calcio, dal macellaio o all’oratorio, mentre adesso può accadere anche online. Solo che nell’era pre-internet quelli che la “sparavano troppo grossa” tendenzialmente venivano sfottuti in maniera più o meno amichevole e bonaria oltre ad essere mandati a casa per riflettere sull’evidente castroneria. Adesso invece i “bombaroli di paese 2.0” trovano alleati e talvolta seguaci.

    Se un soggetto dichiara di rivelare verità nascoste in un video sottotitolato e tradotto dal sanscrito antico, aggiungendo di essere un medico radiato dall’albo perché è il solo in tutta la combriccola di medici a non volersi arricchire sulle spalle dell’umanità e fare parte della colossale manovra di vaccinazione di massa beh… non necessariamente va creduto. A volte un meme vale più di un’immagine che a sua volta vale più di mille parole:

    bill gates meme

    Dalla pagina Facebook “Uomo morde Cane”

    Niente contro chi fa il sugo, io stesso faccio il sugo “con la cucchiara”. Questo perché mi rilassa e trovo la cucina un passatempo sano e appagante, ma penso anche che magari, su determinate questioni dalla particolare delicatezza, sia necessario ascoltare chi il tempo che io ho dedicato a fare il sugo (o qualsiasi altra attività che non sia inerente all’argomento trattato) l’ha invece dedicato e investito per studiare la materia, per praticarla sul campo e soprattutto per essere riconosciuto come autorità e/o autorevole in materia non dal popolo della rete, non nei commenti sotto i video di YouTube, ma da una commissione accreditata e/o da un albo specifico del settore.

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    Non voglio essere polemico né tanto meno offensivo, ma quando si tratta di salute è necessario rendersi un gocciolino più spietati e non tollerare risposte del tipo “ma questo è il mio pensiero”, “ma io la penso così”, “siamo in democrazia e dico quello che voglio”, “ho visto un video su YouTube che…” e via discorrendo perché molto spesso, quelle stesse persone che a un certo punto ti diranno o scriveranno “Svegliaaa!” in caps lock, sono le stesse persone che aprendo bocca tolgono la parola e oscurano chi magari qualcosa di sensato e attendibile da dire l’avrebbe veramente. Adesso capisci l’attinenza di questo paragrafo con l’effetto Dunning-Kruger?

    Come contrastare l’effetto Dunning-Kruger

    Già in una ristampa del 1952, Susan Stebbing, nella sua celebre opera “Thinking to Some Purpose” (1939), descrive un fenomeno per certi aspetti simile all’effetto Dunning-Kruger, dichiarando a riguardo:

    “Alcune forme di pensiero inefficace sono dovute al nostro desiderio non innaturale di avere convinzioni sicure su questioni complicate rispetto alle quali dobbiamo intraprendere un’azione o un’altra. A volte siamo troppo pigri, di solito troppo occupati e spesso troppo ignoranti per pensare a cosa è coinvolto nelle affermazioni che accettiamo così prontamente.

    Cadiamo facilmente nell’abitudine di accettare affermazioni compresse che ci salvano dalla fatica di pensare.

    Così nasce ciò che chiamerò ‘pensiero in scatola’. Questa metafora mi pare appropriata, perché il pensiero in scatola è facilmente accettato, è concentrato nella forma e ha perso le vitamine essenziali per il nutrimento mentale. Noterai che ho continuato la metafora usando la parola ‘vitamine’. Non accettare la metafora troppo frettolosamente: deve essere ampliata.

    La carne in scatola a volte è una forma conveniente di cibo: può essere gustoso, contenere un po’ di nutrimento. Ma il suo valore nutritivo non è equivalente a quello della carne fresca da cui è stato conservato. Inoltre, deve essere stato originariamente prodotto con carne fresca a cui non deve essere consentito di invecchiare.

    Allo stesso modo una credenza in scatola è conveniente: può essere spiegata brevemente, a volte anche in maniera brillante, che possa attirare l’attenzione. Una credenza in scatola dovrebbe essere il risultato di una credenza che non è conservata in scatola. Non dovrebbe essere trattenuta quando le circostanze sono cambiate e nuovi fattori sono venuti alla luce. Non dovremmo permettere alle nostre abitudini di pensiero di chiudere la nostra mente, né fare affidamento su pessime parole per salvarci dal lavoro del pensiero.

    Le vitamine sono essenziali per la crescita naturale del nostro corpo; la messa in discussione critica delle nostre convinzioni in scatola a volte è necessaria per lo sviluppo della nostra capacità di pensare a qualche scopo”.

    L’essere incompetenti o ignoranti su un argomento non sempre è disdicevole o attribuibile a una colpa personale, talvolta si è semplicemente vittime di una percezione errata della realtà attribuibile a migliaia di fattori talvolta non individuabili. La vera colpa è inquinare il mondo con credenze delle quali nemmeno noi siamo veramente convinti.

    L’unico “rimedio” (se così si può chiamare) all’effetto Dunning-Kruger è essere consapevoli di sé stessi. Come? Accettando il fatto che se ci sentiamo ferrati su un argomento al quale non abbiamo dedicato molto tempo è più probabile che ci manchi la visione globale della questione piuttosto che esserci rivelati dei prodigi in materia. Dobbiamo continuare a scrutare all’interno dell’argomento finché non cominciamo a sentire l’insicurezza crescere. Proprio nel momento in cui ci sentiamo più ignoranti e fragili cominceremo a comprendere e a sviluppare una conoscenza autentica e genuina.

    Se invece siamo obbligati ad avere a che fare con persone che tendono a sopravvalutarsi dobbiamo avere la lucidità di mantenerci calmi e limitarci a riportare fatti oggettivi. Alcuni non avranno voglia di capire, ma con altri sarà possibile aprirsi a un dialogo educativo e non giudicante e magari cambiare noi stessi il nostro punto di vista. Mettersi sempre in discussione, questa è la “cura”.

    Fonti

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