Effetto Mandela e falsi ricordi

Tutti lo abbiamo provato, ma spesso non ne siamo coscienti

falsa memoria

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    Conosci la signora Fiona Broome? Probabilmente no, ma in fin dei conti perché dovresti!? Fiona è una persona come tante: ama la pizza (chi non l’adora?!), avrà probabilmente vari hobbies, ma uno di questi in particolare riguarda il mondo del paranormale e dai fenomeni inspiegabili: passione che coltiva da tempo, condividendo tutte le sue scoperte ed esperienze con il web. A dire il vero, la signora Fiona, ha fatto di questo un lavoro, ma non mi farò gli affari suoi più del necessario su questo aspetto.

    La nostra cara Fiona ha anche aperto un sito nel 2009 (mandelaeffect.com), a seguito di una conversazione con il responsabile della sicurezza del DragonCon (evento del Nord America legato al mondo dei fumetti, videogiochi e fantascienza) e con altri ospiti famosi.

    Sapete il motivo del sito e perché sono qui a parlarne? Perché Fiona è stata “testimone” della morte di Nelson Mandela! Una morte avvenuta diversi anni prima, negli anni ‘80, in un carcere sudafricano e probabilmente a seguito di privazioni o torture; su questa brutta vicenda difficilmente scopriremo tutta la verità. Niente di strano? No? Beh, qui il mistero si infittisce, perché moltissimi partecipanti alla conversazione sembravano ricordare nitidamente i funerali, le testate giornalistiche e il tutto in maniera estremamente simile al racconto della nostra Fiona Broome. Fatto sta che il grandissimo Nelson Mandela è venuto a mancare nel 2013, all’età di 93 anni a causa di complicazioni respiratorie, quindi ben 4 anni dopo la fantomatica conversazione “assassina”, da qui deduciamo che Fiona è vittima della sua stessa “creatura”: Il Mandela Effect o Effetto Mandela.

    Poteva semplicemente fare finta di niente e procedere con la sua vita, ma la nostra Fiona non è quel tipo di persona, perciò ha preso il suo computer e si è confrontata con altri utenti in rete per condividere la sua esperienza. Il risultato? In molti avevano il suo stesso identico ricordo (e qui il buon Nelson Mandela cominciava a toccare ferro). A questo punto la questione è chiara: non c’è niente di chiaro! Perciò Fiona si prepara una caraffa di caffè e decide che la nottata sarà dedicata a svelare l’arcano.

    Cos’è l’Effetto Mandela?

    L’Effetto Mandela è, in maniera estremamente semplice, una situazione in cui molte persone credono che si sia verificato un evento specifico mentre in realtà non è mai successo o, come molti credono (compresa Fiona), un ricordo di qualcosa che è accaduto in una realtà differente da questa. Ovvero ricordiamo qualcosa che non è avvenuto in questa realtà. Capite? I seguaci del Rasoio di Occam potrebbero appellarsi ai falsi ricordi, o a una distorsione della memoria, nota anche come “effetto disinformazione”. Ma Fiona vede in questo la prova che le persone esistono in realtà parallele in cui convivono versioni alternative di eventi reali, universi simili e coesistenti (ma non uguali) che possono entrare in contatto tra loro. Perché no!? E gli effetti che producono quali sono?

    Effetto Mandela: esempi

    1. Dallas, omicidio del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy: ricordi (da filmati e foto) quanti passeggeri erano presenti sull’auto? In totale erano 4, giusto? Sbagliato! La verità è che i passeggeri in macchina erano sei: l’autista, 2 agenti dei servizi segreti, il governatore del Texas con sua moglie e, ovviamente, anche il presidente Kennedy insieme alla ex first lady. La limousine, infatti, aveva due sedili aggiuntivi.
    2. Tutti i fans di Star Wars, e probabilmente anche quelli che non l’hanno mai visto, conoscono la frase “Luke, io sono tuo padre”. Ma la vera frase, usata nell’episodio V – L’impero colpisce ancora, è “No, io sono tuo padre”.
    3. Biancaneve e i sette nani? Tutti hanno visto il famoso cartone animato della Disney, o almeno hanno sentito la famosa frase della Regina Cattiva: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Impossibile non ricordarla vero? Invece, a quanto pare, è più probabile di quanto si possa credere, infatti la vera frase è “Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Non ci credi? Vai pure a verificare di persona.
    4. Domanda a bruciapelo: dove si trova la Nuova Zelanda? Riesci a visualizzarla mentalmente su una cartina geografica? La stai immaginando vicino all’Australia, per la precisione a nord-est rispetto ad essa, sbaglio? In realtà la Nuova Zelanda si trova a sud-est dell’Australia.
    5. Mai vista la famosissima serie tv “Sex in the City”? Impossibile, perché non esiste. Al massimo avrete visto “Sex and the City”.
    6. Piazza Tienanmen, Cina, 1989. Un solo uomo, in piedi davanti a un carro armato che si avvicina e lo investe. Un’immagine di protesta straziante e dall’immenso impatto emotivo, vero? Sbagliato! Il fatto non sussiste (ormai avrai imparato il giochetto). In realtà l’uomo si è sì avvicinato pericolosamente al carro armato, ma è anche stato portato via con la forza, senza venire minimamente ferito o ucciso.
    7. Enrico VIII, monarca britannico noto per i suoi sei matrimoni e per la sua ricerca disperata di un erede maschio. In un famosissimo dipinto viene rappresentato con una coscia di tacchino in mano. Mai esistito un dipinto del suo tempo che lo ritraesse con una coscia di tacchino in mano (anche perché che senso avrebbe?).
    8. Madre Teresa di Calcutta, la celebre suora cattolica missionaria, è stata canonizzata dal Papa negli anni ’90 mentre era ancora in vita. Errore! Veniva spesso definita una santa nel parlato comune per le sue opere di carità disinteressata, ma in realtà è stata dichiarata santa solamente pochi anni fa, il 4 settembre 2016, da Papa Francesco.
    9. Leonardo Di Caprio, attore dall’immenso talento e la cui carriera non necessita di presentazioni, è riuscito a ottenere finalmente un Oscar come migliore attore nel 2016. E questo è verissimo (ti ho fregato!). Ma in molti, prima del riconoscimento per il film The Revenant, credevano che avesse già vinto il suddetto premio, almeno una volta, quando in realtà aveva “solamente” ricevuto 5 candidature prima della vittoria nel 2016. Ai tempi la faccenda fu oggetto di meme a non finire.
    10.  Il logo della Fruit of the Loom? Una cornucopia ripiena di frutta, ovviamente! No, sbagliato! Vi è senz’altro della frutta, questo sì, ma assolutamente nessuna cornucopia.
    11.  I più grandi si ricorderanno del cartone animato ambientato all’età della pietra, che vede protagonista la famosa famiglia Flinstones, da cui deriva il nome del cartone. Peccato che manchi una T: il loro vero nome infatti è Flintstones, dall’unione dei termini Flint e Stones.
    12.  Pikachu è sicuramente il Pokémon più amato e maggiormente conosciuto. Molti ricordano un dettaglio nero a zig zag sulla sua coda gialla. Il fatto è che la coda di Pikachu è completamente gialla, senza alcun dettaglio nero su di essa.

    Interessanti vero!? In qualche maniera è probabile che almeno uno di questi falsi ricordi sia ben radicato in noi. In questo risiede il cuore dell’effetto Mandela, riassumibile con queste caratteristiche specifiche:

    • presenza di falsi ricordi;
    • una falsa contestualizzazione di un evento reale;
    • una distorsione dei ricordi esistenti;
    • ricordi errati riguardanti l’ortografia e/o la pronuncia.

    Per alcuni è semplicemente una forma di ignoranza comune, nel senso meno offensivo del termine, ma per altri la faccenda è più intricata di quanto si possa pensare.

    E se fosse frutto di un incontro tra universi coesistenti?

    Fiona Broome (creatrice del termine “Effetto Mandela”) sostiene la teoria della fisica quantistica sulle realtà alternative. Infatti il fenomeno sarebbe causato dalla presenza di più universi paralleli coesistenti ma con variazioni di oggetti, persone ed eventi; ipotesi che si rifà alla meglio conosciuta “Teoria del Multiverso”.

    Per esempio, in un universo parallelo potrei non essere un appassionato di vino e non aver mai scritto questo articolo, ma averne scritto semmai uno sui webinar per farmacisti.

    Quando queste realtà o universi in qualche modo si intersecano accidentalmente, la stessa memoria si confonde nelle diverse linee temporali per creare una falsa memoria collettiva di un particolare evento. La cosa sorprendente (ovviamente per i profani come me) è che sebbene questa teoria sia piuttosto complessa e per certi aspetti possa sembrare fantascientifica, non esiste per ora un modo per confutarla scientificamente e “contro ogni ragionevole dubbio”.

    Forse è proprio per questo che molte persone si sono unite alle comunità online dell’Effetto Mandela per discutere questa teoria, e sembra che le teorie del complotto, il mistero e il fascino dell’ignoto stiano attirando sempre più seguaci della teoria dell’universo alternativo come causa dell’effetto Mandela.

    Cosa ci propone la psicologia

    Psicologi e neuroscienziati sostengono che per ottenere una spiegazione al fenomeno non è necessario scomodare la fisica quantistica e gli universi paralleli, ma essere consapevoli del fatto che la memoria umana è semplicemente inaffidabile. La psicologia è proprio una disciplina criptica e affascinante!

    La nostra memoria non è semplicemente un hard disk. Non possiamo semplicemente immagazzinare dati derivanti dall’esterno in attesa di poterli recuperare successivamente, certi di ritrovarli inalterati e identici a quando li abbiamo memorizzati, tutt’altro! Infatti (continuando con il parallelismo tra dischi rigidi e menti) i nostri ricordi subiscono una continua cancellazione e sovrascrittura, fatta di emozioni, vissuti, nuove conoscenze, processi cognitivi ed esperienze sensoriali. Può capitare che la “verità” ci passi proprio sotto al naso, che riusciamo a ricordare un avvenimento in una maniera molto simile a come ci è realmente capitato (e comunque rimane pur sempre un’interpretazione soggettiva della realtà), ma in alcuni casi riusciamo a stravolgere completamente gli avvenimenti, complici anche informazioni sommarie e incomplete già in partenza.

    Quando una persona richiama un ricordo, le complicate interconnessioni tra i neuroni e i processi neurofisiologici possono cambiare, creando “percorsi nuovi”. Questo consente di aggiungere nuove informazioni ad essi, ma anche di far emergere falsi ricordi a causa delle nuove connessioni createsi. Potremmo pensare che richiamando vecchi ricordi si vadano a rafforzare, ma la scienza mostra che spesso, quando si richiama un ricordo, ne viene innescato un altro nel processo, che può causare l’intreccio e la miscelazione di due o più ricordi in uno.

    Inoltre, siamo inclini alla confabulazione spontanea, ovvero una sorta di tendenza all’incapacità di riconoscere l’ordine temporale delle informazioni, ma anche un’inclinazione a commettere errori riguardanti l’interpretazione inconscia ed errata di particolari ricordi. La confabulazione può verificarsi quando il cervello cerca di inserire delle informazioni mancanti in ricordi incompleti.

    Quindi è possibile sbagliarsi anche riguardo a ricordi che crediamo nitidi e ben delineati, la memoria infatti può essere alterata da risposte emotive e dettagli che sono stati aggiunti solo in seguito. Questo è un fenomeno particolarmente evidente nelle persone che hanno subito danni cerebrali o soffrono di Alzheimer, ma comunque nessuno può ritenersi immune.

    E per quanto riguarda i falsi ricordi collettivi? Possono essere semplicemente delle fake news smentite in ritardo (o mai) oppure informazioni date in maniera grossolana e poco approfondita tramite social, blog su internet e/o in tv. Purtroppo, non sempre i mezzi di informazione effettuano una ricerca approfondita delle fonti e anche questo va a fare da cassa di risonanza a notizie che invece andrebbero stroncate sul nascere, o almeno trattate con la giusta attenzione e facendo i dovuti approfondimenti.

    Oltre a tutto questo esistono anche i bias cognitivi, che sono delle distorsioni valutative causate da pregiudizi. I bias sono talmente radicati nei processi cognitivi umani da non essere eliminabili, ma conoscendoli possono essere intercettati e “ricalibrati”, diminuendone gli effetti distorsivi. Alcuni di questi possono concorrere al rafforzamento e/o creazioni di falsi ricordi o alla percezione dell’effetto Mandela, vediamone alcuni:

    • Effetto dell’illusione di verità: avere immagazzinato un’informazione, pure in maniera inconscia e non necessariamente corretta, porta al momento del riconoscimento a crederla come vera, anche nel caso non lo sia.
    • Bias del livellamento e bias dell’affinatura: il livellamento indica una graduale perdita dei dettagli al trascorrere del tempo, mentre l’affinatura indica la presa di forza di determinati dettagli a discapito degli altri e/o allo svanire della maggior parte di essi. Entrambi i bias possono rafforzarsi a vicenda.
    • Effetto carrozzone: tendenza a fare o credere a determinati cose/avvenimenti semplicemente perché molte altre persone lo fanno o ci credono.
    • Bias di conferma: tendenza a cercare, interpretare e concentrarsi su determinate informazioni in maniera da confermare i propri pensieri iniziali.
    • Pensiero di gruppo: all’interno di un qualsiasi gruppo di persone (ma può accadere anche in un gruppo social, blog, chat) il desiderio di armonia e di riduzione al minimo dei conflitti, porta i membri del gruppo a soffocare la propria personalità in favore degli ideali collettivi.

    Per il resto nessuno può al momento affermare con certezza di avere la verità in pugno e magari, il me di un’altra dimensione, non ha mai ricevuto la notizia della morte di Mandela che, ormai centenario, continua a vivere la sua vita, in barba alle realtà alternative e in totale serenità. P.S: nota bene, se sei sovrappensiero e/o hai letto l’articolo in maniera un pochino distratta, potresti pensare, arrivati a questo punto, che ti abbia in qualche modo detto che Nelson Mandela sia ancora vivo (in questa realtà). Beh, in tal caso benvenuto in una delle cause del Mandela Effect.

    Fonti

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