Benessere al lavoro: l’importanza della pausa attiva e della pausa in generale

Fare una pausa attiva migliora non solo il nostro benessere psicofisico, ma permette anche di lavorare meglio. Di cosa si tratta?

Pausa attiva

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    Per lavorare bene è necessario un equilibrio fra la vita personale e quella lavorativa. In un mondo che va sempre più veloce e che richiede una dedizione sempre maggiore al lavoro, prendersi una pausa può sembrare impossibile e scatenare senso di colpa e l’impressione di non fare abbastanza. Ma ormai si sta diffondendo anche un punto di vista alternativo: c’è vita oltre il lavoro e, anche per lavorare al meglio, è necessario consentire al nostro cervello e al nostro corpo di riposarsi e ricaricarsi. Le pause sul posto di lavoro sono un diritto di tutti, regolato per legge, ma possono diventare “attive” e quindi anche un momento per prendersi cura di se stessi e mettersi nelle condizioni di ottimizzare il tempo lavorativo e migliorare il proprio benessere psicofisico.

    Cos’è la pausa attiva?

    La pausa attiva è un tipo di pausa di 5-10 minuti durante la quale si stacca completamente la testa dalle proprie mansioni e responsabilità per concentrarsi su semplici esercizi di respirazione, di stretching o di meditazione. Può consistere in esercizi da fare alla propria scrivania, ma anche in brevi passeggiate per riattivare il corpo e rilassare la mente.

    Se tutti i lavoratori, in base al proprio orario e al proprio contratto, hanno diritto a delle pause, spesso anche in questi momenti che dovrebbero essere di relax si tende a restare con la testa sui problemi e i compiti che il nostro lavoro ci pone quotidianamente di fronte.

    Niente di più sbagliato: questo porta infatti ad aumentare i livelli di stress, ma anche a lavorare meno bene, rischiando alla lunga di sviluppare un rapporto tossico con il proprio lavoro, fino al burnout.

    In più, molte professioni possono essere logoranti a livello fisico, perché portano a passare molte ore in piedi, a fare sforzi fisici, o, al contrario, obbligano a una vita eccessivamente sedentaria, con ricadute, in entrambi i casi, anche sul benessere del corpo.

    La pausa attiva, quindi, porta benefici non solo a livello mentale, permettendo di staccare e imparare a gestire il carico di stress, ma anche a livello fisico. Una persona adulta infatti dovrebbe praticare almeno 150 minuti di attività fisica a settimana, ma, soprattutto per chi lavora in ufficio o al pc per molte ore consecutive, il rischio è quello della sedentarietà, con le conseguenze che si porta dietro, come dolori articolari e muscolari e una maggiore predisposizione a sviluppare malattie cardiovascolari.

    Fare una o più pause di 5-10 minuti durante la giornata di lavoro, e impiegare questo tempo per fare esercizi antistress ha quindi benefici su più fronti:

    • diminuisce i livelli di stress
    • permette di avere una vita meno sedentaria
    • permette di ottimizzare il proprio lavoro

    Pausa attiva a lavoro e a scuola

    La pausa attiva non è solo una pratica per migliorare il proprio benessere psicofisico sul posto di lavoro, ma anche uno strumento per creare un maggior equilibrio fra i banchi di scuola.

    I benefici sul corpo e sulla mente di brevi esercizi di allungamento e respirazione riguardano anche i più giovani, con ricadute positive sulla concentrazione e la creatività.

    Le pause attive sono organizzate in modo da staccare da quello che si sta facendo e che si deve fare, che sia una consegna lavorativa o la prossima ora di lezione, e sono strutturate in modo da favorire anche la ripresa delle proprie attività.

    Infatti, una pausa attiva si articola di solito in tre momenti:

    • breve riscaldamento
    • breve attivazione fisica
    • defaticamento

    Il defaticamento finale permette di calmarsi e recuperare quelle energie necessarie a riprendere il lavoro o le lezioni e anche in virtù di questi tre momenti che caratterizzano le pause attive, queste, come le pause in generale, non vanno affatto viste come perdite di tempo o distrazioni, anche se, soprattutto sul lavoro, la tentazione di sentirsi in colpa per essersi fermati può essere forte.

    Uno dei primi progetti di pause attive sviluppati in Italia è stato “Facciamo una pausa… ma una pausa attiva” della Direzione Sanitaria/Aziendale di Pavullo, in Emilia-Romagna. In collaborazione con l’Ausl di Modena sono stati messi a disposizione dei dipendenti dei brevi video, uno per ogni distretto corporeo, da usare nei momenti di pausa per risintonizzare corpo e mente. E si stanno sviluppando progetti simili anche in alcune scuole.

    L’importanza di prendersi una pausa

    Prendersi una pausa è spesso visto come una perdita di tempo, qualcosa che è bene fare il meno possibile non solo per non perdere la concentrazione sul lavoro che stiamo svolgendo, ma anche per mostrarsi zelanti e impegnati.

    E in generale questo si applica anche alla vita di tutti i giorni, non solo all’ambito lavorativo: in quella che è una società della performancei momenti vuoti non sono contemplati e si tende, anche nelle pause dal lavoro, a caricarsi di altre incombenze, magari personali, da gestire o da risolvere.

    Se nell’immediato questo può darci l’impressione di essere più produttivi e sempre “sul pezzo”, alla lunga questo modo di lavorare non è vantaggioso per nessuno: né per i lavoratori, né per i datori di lavoro.

    In un mondo globale e in continuo movimento, fermarsi sembra coincidere con il restare indietro, col perdere qualcosa. Questo perché il contesto nel quale viviamo spesso ritiene normale una contaminazione fra lavoro e vita personale, con chiamate negli orari più improbabili e pause e ferie concesse storcendo il naso.

    Al contrario, però, è proprio stabilire dei limiti, mentali e di tempo, ad essere proficuo anche per una migliore resa lavorativa.

    Negli ultimi anni, poi, sono stati condotti studi, come quello del 2015 pubblicato sul “Journal of Physical Activity and Health”, che confermano la funzionalità di pause mirate, non solo per diminuire lo stress, ma anche per migliorare le prestazioni.

    E in generale, nonostante il mondo del lavoro richieda ancora, molto spesso, una dedizione eccessiva e comporti un carico mentale oneroso e non-stop, si stanno sviluppando correnti di pensiero che vi si contrappongono e sottolineano i benefici di una vita più lenta e di una separazione fra vita e lavoro, che, per la salute fisica e mentale, non dovrebbero mai sovrapporsi né tantomeno coincidere.

    Fonti

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