Dolore e piacere: cos’è l’algolagnia

Perché si prova piacere sessuale attraverso il dolore? Quali sono gli aspetti psicologici toccati e quali sono le zone erogene del nostro corpo coinvolte

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    Una domanda che può sembrare banale e scontata, ma che in realtà cela un aspetto fondamentale dei rapporti sessuali e psicologici di ognuno è: quanto è sottile il confine che divide dolore e piacere

    Molti potrebbero rispondere che sono a poli opposti, che il dolore è l’opposto, due parti che non potrebbero mai avvicinarsi, sia che si parli di aspetti emotivi/sentimentali, sia legati al corpo e al fisico. Invece, molte pratiche sessuali (e psicologiche, sempre legate al sesso) dimostrano che il confine tra dolore e piacere è molto sottile, anzi, che spesso è proprio il dolore che provoca piacere.

     

    Il BDSM è una pratica sempre più diffusa nei rapporti intimi, in cui il piacere e le fantasie sessuali sono legate al dolore e alla sottomissione. Desiderato da 1 persona su 6 e praticato da 1 su 10, questa pratica vede nel dolore l’aspetto fondamentale; per questo che è importante conoscere se stessi, il partner, avere una buona conoscenza dei desideri di entrambi e avere un ottimo controllo (e autocontrollo). Dentro questo grande tema, si inseriscono il sadismo e il masochismo, la dominanza e la sottomissione e quindi anche la “schiavitù” e la disciplina: per questo, potremmo inserire anche l’edging, il controllo dell’orgasmo nel partner. Anche in questo caso, il piacere e la sofferenza sono strettamente connesse: il controllo (fino alla negazione) dell’orgasmo deciso dal partner è un modo di sottomettere (o farsi sottomettere) a tal punto di decidere se, quando ed eventualmente anche come raggiungere l’orgasmo.

    Algolagnia: cos’è?

    Un altro aspetto legato al dolore e al piacere a letto, è l’algolagnia, che la Treccani definisce come “perversione sessuale di tipo sado-masochistico: consiste nel ritrarre un soddisfacimento erotico dal dolore fisico inferto alla persona amata (a. attiva) o ricevuto da questa (a. passiva)”.

    Il dolore, variabile di intensità, in questo caso è l’unico modo per il raggiungimento dell’orgasmo.

    Un po’ di storia sull’algolagnia

    Il primo a parlarne è stato Schrenck-Notzing nel 1985, identificando la sensazione di piacere attraverso il dolore. Quando proviamo dolore, il nostro corpo reagisce a questo dolore producendo le endorfine, che arrivano al cervello come “reazione” al dolore, attenuandolo, ma anche producendo una sorta di piacere e contentezza. Ed ecco come il BDSM o l’algolagnia sintetizzano il binomio dolore-piacere nel nostro corpo (e nel nostro cervello).

    Il sadomaso e il masochismo: perversioni o complicità sessuale?

    È indubbio che per praticare questi tipi di rapporti e giochi sessuali la complicità con il partner deve essere assoluta, così come la fiducia e la conoscenza dei gusti e dei piaceri, propri e della persona con cui decidiamo di attuare pratiche “estreme”, appunto, al limite del dolore. Questo perché possono sfociare in esiti pericolosi per la propria salute e quella del partner e a problematiche spiacevoli e dolorose (questa volta solo dolorose). Alcune persone ricercano il piacere attraverso il dolore (ricevuto o provocato) e questo diventa l’unico modo di appagamento sessuale, facendo sentire il partner mero oggetto del proprio piacere sessuale.

    Algolagnia vs Masochismo

    Spesso usati come sinonimi, in realtà si differenziano per l’aspetto “psicologico” intrinseco nel binomio dolore-piacere fisico. L’algolagnia, infatti, è un’attrazione per il dolore, che può essere anche autoinflitto, che può essere provato anche in modo del tutto autonomo dalla sottomissione o dall’umiliazione, che invece sono aspetti propri del masochismo.

    L’algolagnia è una parafilia?

    Sì, l’algolagnia può rientrare nel più globale e complesso insieme delle parafilie. Il confine risulta sempre molto sottile, non solo tra dolore e piacere, ma anche tra ciò che è semplicemente gusto sessuale e voglia di sperimentare contrapposto a specifiche perversioni sessuali, che possono sfociare in disturbi, anche gravi e compulsivi, di particolari desideri sessuali.

    Abbiamo bisogno del dolore per provare piacere?

    Alla luce degli aspetti psicologici, legati alla sottomissione e all’umiliazione, e a quelli fisici, legati al rilascio di endorfine, sembrerebbe che il dolore sia un ottimo compagno del piacere. Ovviamente non esistono verità assolute e l’unico piacere sessuale è quello che prova ognuno di noi: non c’è niente di male se si desidera provare pratiche più estreme e poi tornare indietro perché non appagati sessualmente, oppure continuare a farlo, nel pieno rispetto di se stessi e del partner, o ancora non essere minimamente attratti da questi aspetti. Non ci sono studi scientifici che attestano una cosa piuttosto che un’altra, ma secondo alcune teorie, il dolore è strettamente abbinato al piacere perché scatena diverse reazioni nella persona: c’è l’andare contro il controllo imposto, c’è chi si sente forte perché sta sopportando il dolore, chi si sente forte perché impone il dolore. Di recente si è scoperto che le aree del piacere e del dolore sono molto vicine nel cervello e questo potrebbe portare a un “dialogo” tra le parti e a una sorta di ”amplificazione” del piacere. 

    Inoltre, non è mai sbagliato chiedere un consulto con gli esperti se si desidera provare, smettere o se si hanno domande a riguardo le pratiche sessuali legate al dolore o a pratiche estreme (come l’asfissiofilia o ipossifilia).

    Fonti

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