Asessualità: è davvero così rara?

Capire l’asessualità attraverso l’esperienza diretta e indiretta delle persone

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    Non è da molto tempo che si parla di asessualità. Sicuramente la nota serie tv “Bojack Horseman” ha portato alla ribalta questo tema, essendo uno dei suoi protagonisti Todd Chavez asessuale dichiarato; ma anche alcune testimonianze online hanno aiutato a far diffondere questo termine e questo modo di vivere.

    Abbiamo raccolto innumerevoli testimonianze anonime attraverso un sondaggio diffuso sui social e, quello che ci hanno rivelato gli/le intervistati/e, ci ha permesso di capire meglio cos’è l’asessualità e tutte le sue sfaccettature.

    Cos’è l’asessualità?

    La maggior parte delle persone coinvolte in questo sondaggio sull’argomento ha confermato di conoscere l’asessualità direttamente o indirettamente; solo il 9% non sapeva niente dell’esistenza di quello che, per molti, è definibile come un orientamento sessuale.

    Forse facciamo prima a dire ciò che non è: non è astinenza, non è un comportamento, non è una scelta, non è una patologia. Potrebbe essere definito come orientamento sessuale, ma non tutti sono d’accordo nel definito così. Ok, quindi?

    La persona asessuale non prova attrazione sessuale verso nessun genere, ma ha bisogni emotivi: può innamorarsi, può eccitarsi e fare sesso (sì, può fare sesso per curiosità, per avere figli, per compiacere il partner e/o instaurare un legame, anche fisico).

    Cosa vuol dire essere asessuali?

    Una persona asessuale non prova attrazione sessuale, ma può innamorarsi, privandosi in parte della componente erotica, con persone dello stesso sesso o dell’altro. Il desiderio sessuale può esserci, così come l’autoerotismo, soprattutto a livello di immaginazione e di fantasie. Solitamente sono più le donne asessuali o meglio, che si dichiarano asessuali, probabilmente perché c’è ancora un retaggio sociale per cui l’uomo tende a vergognarsi se si dimostra non interessato al sesso.

    Tra le persone intervistate, tra i 18 e i 55 anni, il 15% è stata con persone che non provavano attrazione sessuale verso di loro (di questo 15%, il 40% è uomo e il 60% è donna) e poco più della metà hanno deciso di non parlarne con il partner. Un dato interessante è invece quando abbiamo chiesto se le persone sono state con partner con i quali non provavano attrazione sessuale, tanto da rimandare il sesso e arrivare a periodi di astinenza prolungata, sentendosi quasi in “obbligo” nell’avere rapporti sessuali: il 100% delle risposte affermative viene da donne (nonostante il sondaggio fosse in tutte le sue parti anonimo) e solo il 50% di loro ha affrontato l’argomento il partner, mentre l’altra metà ha preferito non dire niente, forse provocato da un qualche senso di vergogna.

    Asessualità, calo della libido, calo dell’attrazione fisica, mentale, affettiva… che differenza c’è?

    L’11% delle persone intervistate pensa che non ci siano differenze, o meglio, che stiamo vivendo una fase storica in cui tendiamo a definire tutto con termini e categorie. In teoria, ognuno di questi  aspetti è diverso. Il calo della libido negli uomini e il calo del desiderio nelle donne, la secchezza vaginale (nelle donne), disfunzioni erettili (negli uomini) sono invece aspetti legati a varie “problematiche”, causate da ansia o stress, da farmaci, da fattori psicologici, come la depressione, da malattie.

    Può oltretutto capitare che in una coppia si affievolisca l’affiatamento e l’amore stesso per vari motivi; in questi casi, anche la sfera sessuale ne risente. L’asessualità, invece, è un orientamento sessuale, che non si sceglie, e che diventa consapevole tendenzialmente tra l’adolescenza e l’età più matura: per le persone asessuali esiste l’amore senza sesso.

    Ovviamente c’è distinzione tra assenza di desiderio per problemi personali (fisici o mentali), tra momenti di vita in cui non si è attratti fisicamente da nessuno o da storie finite (prendendo spunto dalle risposte degli intervistati) e persone asessuali, che non hanno desiderio verso nessuna persona e nessun genere, tendenzialmente mai, se non per alcuni casi e motivi specifici.

    L’asessualità nella coppia

    L’asessuale non è una persona che non si innamora, che non prova sentimenti, che non vuole bene: è semplicemente una persona che non prova desiderio sessuale (ci sono casi estremi in cui proprio si aborra tutto ciò che è sfera sessuale, in altri, semplicemente, non si desidera avere rapporti sessuali). La parte sessuale e quella affettiva sono due campi e aspetti differenti ed ecco perché l’asessuale può innamorarsi e non sentire il bisogno di avere con il partner rapporti intimi, nonostante molte delle persone che ci hanno risposto al sondaggio ci abbiano riferito che non concepiscono personalmente una relazione affettiva senza una relazione legata alla parte sessuale.

    Quasi il 55% del campione intervistato ha risposto di non essere disposto a vivere una relazione con qualcuno che, seppur innamorat*, non prova attrazione e non desidera unirsi a livello sessuale e il 29% ha risposto che non lo sa; solo il 16% degli intervistati, invece, ha detto che per loro non farebbe differenza.

    Quello che è certo è che non esiste un giusto o sbagliato: ognuno è come si sente ed è giusto che viva la propria sessualità, il proprio amore e i propri legami come meglio crede; l’importante è condividere e parlare con il partner per avere una vita di coppia serena e rispettosa di entrambi. Aven, la prima comunità degli asessuali italiani, ha riportato che il 2% della popolazione italiana è asessuale*: questo significa che le persone non attratte dal desiderio e dal sesso sono tante e sempre meno inclini a nascondersi, anche se c’è ancora discriminazione e disinformazione sul tema.

    Fonti

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