Lo sbiancamento anale sembra divenuto, negli ultimi anni, una vera e propria moda per quanto riguarda la vita intima delle persone. I motivi per i quali una persona decide di ricorrere a questo trattamento estetico possono essere diversi. A un uomo, per esempio, con l’età tende a scurirsi la zona attorno all’ano, mentre una donna può vivere lo stesso tipo di cambiamento a seguito di una gravidanza. Ma, in generale, non c’è nulla di male nel voler intervenire anche su questa zona del corpo per renderla più gradevole secondo i propri parametri estetici. Importante, però, è capire se lo sbiancamento anale comporta dei rischi.
Tecniche per lo sbiancamento anale
I rischi dello sbiancamento anale sono direttamente collegati alla tecnica utilizzata per l’intervento estetico. Generalmente esistono due possibilità:
- utilizzo di una crema specifica con funzione sbiancante, che si può applicare in autonomia senza bisogno di rivolgersi a uno specialista. In questo caso, però, bisogna prestare attenzione agli elementi che compongono la crema;
- sedute di laser condotte da un medico specialista, che prima effettua una visita e valuta il tipo di terapia migliore per non rovinare la pelle, già sensibile in questo punto del corpo.
Tra le due modalità, la seduta laser sembra essere l’opzione migliore per chi vuole un risultato definitivo e in breve tempo: la luce colpisce il pigmento responsabile del colore scuro modificandolo, e attivando invece il processo di sbiancamento.
I rischi delle creme per lo sbiancamento anale
Gli effetti collaterali dello sbiancamento sono di due differenti categorie a seconda che si sia scelto di usare una crema o di essere sottoposti a sedute laser.
Nel primo caso, il problema si pone perché alcune creme sbiancanti in commercio potrebbero contenere elementi tossici per la nostra pelle, se non utilizzate propriamente, come ad esempio:
- idrochinone, composto vietato sia in Italia sia in tutta Europa, ma che ancora si può trovare in alcuni preparati sintetici per lo sbiancamento anale. Il forte potere sbiancante deriva dal fatto che inibisce l’enzima della tirosinasi, produttore di melanina: per questo motivo, l’effetto collaterale più noto è la comparsa di macchie bluastre sulla zona di pelle entrata in contatto con l’idrochinone. Altre conseguenze possono essere l’ispessimento della zona perianale, ustioni chimiche e l’aumento della fotosensibilità;
- l’acido cogico, estratto dai funghi, sembrerebbe molto rischioso dal punto di vista delle reazioni allergiche e dell’aumento di possibilità di incorrere in problematiche, anche serie, della pelle;
- l’acido azelaico, spesso usato nei preparati insieme con aloe vera e acido ascorbico, può risultare un allergene per le pelli più sensibili e maggiormente esposte al rischio di sviluppare irritazioni, bruciori e secchezza;
- il mercurio può essere il responsabile di insufficienza epatica, insufficienza renale o avvelenamento.
Altri effetti collaterali
Un altro elemento da tenere in considerazione è l’igiene: se ci si sottopone a dei trattamenti per lo sbiancamento anale poco sicuri si rischia di contrarre infezioni batteriche. Anche per quanto riguarda potrebbe fare del male alla pelle causando ustioni e colorazioni anomale.
Il consiglio migliore, in ogni caso, è sapere bene che tipo di prodotto si sta per applicare e accertarsi di rivolgersi a veri specialisti per le procedure più complesse. Per evitare effetti collaterali è importante leggere gli ingredienti che compongono le creme e attenersi alle procedure indicate: cercare scorciatoie potrebbe rivelarsi una scelta irrimediabilmente sbagliata.
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