Da Alexa a Google Home: come usarle per rilassarci

Ne abbiamo parlato con la psicoterapeuta Lara Pelagotti, scoprendo come e perché queste tecnologie ci aiutano a calmare la mente

relax in casa

relax in casa

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    Se comprensibilmente la comunicazione legata all’emergenza sanitaria da Covid-19, iniziata nei primi mesi del 2020, si è molto concentrata sulle conseguenze più evidenti (quelle economiche, quelle legate alle terapie intensive piene e ai morti), molto meno si è detto degli effetti psicologici.

    Uno studio statunitense pubblicato il 2 febbraio 2021 ha però mostrato, ad esempio, l’innalzarsi del livello di stress a partire dal mese di inizio dell’emergenza (ad aprile negli Stati Uniti), con ansia (47%), tristezza (44%) e rabbia (39%) tra i sentimenti più comunemente espressi.

    In Italia, il Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’ISS è stato da subito attivato con uno studio coordinato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’.

    Su un campione di 20.720 partecipanti è risultato evidente che durante il lockdown sono aumentati i livelli di ansia, depressione, sintomi legati allo stress (soprattutto nella popolazione femminie) e peggioramento di sintomi ansioso-depressivi pregressi.

    Per questo, oltre ai benefici portati da una corretta alimentazione e dall’attività sportiva, non è da sottovalutare l’utilizzo di strumenti tecnologici come Google Home, Amazon Alexa e HomePod che, fra le loro funzionalità, hanno quelle di poter riprodurre musica e suoni rilassanti.

    Ho parlato con la dottoressa e psicoterapeuta Lara Pelagotti di come questi strumenti possono aiutarci ad abbassare il nostro livello di stress e a rilassarci.

    Prima però vediamo insieme cosa sono e quali sono le loro principali funzionalità.

    Amazon Alexa, Google Home, Home Pod: cosa sono e cosa possono fare

    Se si è alla ricerca di relax, le tecnologie sviluppate da Amazon, Google e Apple, ci vengono incontro attraverso i rispettivi assistenti personali e altoparlanti intelligenti.

    Ecco quali sono e cosa sono in grado di fare.

    Amazon Alexa

    Amazon Alexa è un assistente personale intelligente creato, come suggerisce il nome, da Amazon nel 2014.

    Nota semplicemente con il nome di Alexa, questa intelligenza artificiale interpreta il linguaggio umano ed è in grado di:

    • gestire liste della spesa e delle cose da fare
    • riprodurre musica, podcast e audiolibri in streaming
    • funzionare come sveglia
    • dare le previsioni del tempo, oltre a notizie e informazioni sul traffico
    • controllare altri dispositivi intelligenti ad essa collegati

    Utilizzando la parola “Alexa” (o in alternativa “Amazon”, “Echo” o “Computer”) il dispositivo si attiva e basta chiedere “aiuto” (letteralmente, pronunciandolo) per ottenere l’elenco dei suoni rilassanti disponibili.

    Tra i suoni disponibili ci sono quelli del carillon di Natale, delle cicale, del focolare, dei grilli, del mare, della pioggia, del ruscello, del treno, degli uccelli e del vento, mentre per fermare la riproduzione va pronunciato: ‘Alexa, stop’ (‘Alexa, riprendi’ per ripartire).

    Amazon Alexa per poter riprodurre contenuti e suoni si appoggia agli altoparlanti intelligenti Amazon Echo, presenti in più versioni.

    Google Home

    Google Home è un altoparlante intelligente, comandato attraverso l’assiste virtuale Assistente Google, annunciato nel maggio 2016 per poi essere immesso sul mercato statunitense nel novembre dello stesso anno e su quello globale nel corso del 2017.

    Il nome iniziale era “Chirp” e successivamente Google Cast. Nell’ottobre del 2016 fu quindi definitivamente denominato Google Home e Google Cast è rimasto il nome della tecnologia.

    Fra le cose che gli altoparlanti di Google Home consentono di fare ci sono:

    • dare comandi vocali per interagire con i servizi
    • ascoltare musica, riproducendola in maniera sincronizzata in più stanze della casa
    • gestire la riproduzione di video e foto
    • restare aggiornati sulle ultime notizie
    • controllare elettrodomestici compatibili

    Google Home, da aprile 2017, è in grado di distinguere fino a sei persone dalla voce e, da maggio dello stesso anno,:

    • permette di effettuare telefonate gratuite negli Stati Uniti e in Canada e fornisce risposte visive su dispositivi mobili e televisori che hanno attivazione Chromecast
    • fornisce aggiornamenti proattivi in prossimità di eventi programmati e da la possibilità di inserire appuntamenti nel calendario
    • consente lo streaming audio tramite Bluetooth

    Ultimo ma non ultimo permette di rilassarsi ‘ascoltando – come riportato dalla pagina di assistenza – un’ampia selezione di piacevoli suoni ambient’.

    Una volta dato il comando vocale ‘Ehi Google’ si può chiedere di ascoltare suoni ambient generici, suoni ambient specifici o il rumore bianco, assimilabile a un continuo fruscio o soffio e con poteri distensivi e rilassanti.

    Nello specifico i suoni ambient che si possono riprodurre attraverso Google Home sono quelli dell’acqua (anche quella che scorre), del caminetto, della campagna di notte, del fiume, della foresta, della natura, dell’oceano, della pioggia, di un ruscello e di un ventilatore in funzione.

    HomePod

    Da Cupertino, sede della Apple, arriva invece l’altoparlante intelligente utilizzabile tramite iPod, iPhone e iPad.

    Ad oggi non è disponibile in Italia e nel marzo scorso la Apple stessa ha dichiarato di aver rinunciato al progetto originario delle HomePod per dedicarsi a una versione più piccola ed economica di questo supporto.

    Come per gli strumenti di casa Amazon e Google, anche HomePod ha diverse funzionalità che vanno dalla ricerca dei brani in base al testo fino al controllo delle luci di casa.

    Per chi è in cerca di relax i suoni disponibili sono i classici rumori del fuoco del camino, dell’oceano, della foresta, della pioggia, quelli notturni, del fiume e il rumore bianco, attivabili con l’intelligenza artificiale di Apple, Siri (pronunciando ‘Hey Siri’).

    Vediamo ora perché questi strumenti possono aiutarci a rilassarci, quali sono le principali indicazioni da tenere in conto e se ci sono eventuali controindicazioni.

    Dott.ssa Pelagotti: ‘La tecnologia può farci da guida’

    Per approfondire ulteriormente come e perché un servizio come quello offerto da questi strumenti intelligenti può aiutarci a rilassarci, migliorando la qualità della nostra vita, ne ho voluto parlare con la dott.ssa Lara Pelagotti, psicoterapeuta che dal 2008, oltre alla libera professione, si dedica alla formazione (fra le varie cose) in tema di burnout e stress.

    Come la tecnologia può aiutare a rilassarci (e a migliorare il nostro stato d’animo)

    La dott.ssa psicoterapeuta Lara Pelagotti sottolinea subito come ‘la tecnologia può farci da guida, nel senso che ricevere una voce guida esterna, aiuta la persona ad entrare in uno stato di flow, di rilassamento’.

    ‘In questo senso ci sono applicazioni diverse, ovvero applicazioni che propongono proprio programmi di meditazione, mindfulness, rilassamento muscolare progressivo e quindi forniscono una guida vocale. Attività che prima venivano fatte solo dal vivo in terapia o singola o di gruppo’.

    ‘Lo scopo di queste applicazioni è quello di “imparare a stare nel presente” ed “accogliere senza giudicare” i diversi stati emotivi che mi attraversano’, uscendo dalla ruminazione (o rimuginio se preferite), ovvero quel fenomeno mentale che porta a restare “incastrati” nei ragionamenti.

    ‘Considerando che la ruminazione è una delle problematiche maggiori quando si parla di insonnia, l’attività focalizzata sul corpo nel presente va in contrasto con le forme di ruminazione del pensiero’.

    Perché i suoni della natura ci aiutano?

    Soprattutto la sera prima di andare a letto, mi piace farmi cullare dai suoni della natura, come quello della pioggia o dell’acqua di un ruscello che scorre. Una pratica, come scientificamente provato, che favorisce il rilassamento e concilia il sonno. Ma perché?

    ‘Ci sono applicazioni che propongono “suoni rilassanti”, per esempio i suoni della natura, i suoni dell’acqua. Su questi abbiamo delle ricerche che ci dicono che favoriscono l’attivazione del nostro sistema nervoso parasimpatico (che insieme al sistema nervoso simpatico è parte del sistema nervoso autonomo, il responsabile della regolazione delle azioni inconsce dell’organismo, ndr) – mi spiega la dott.ssa Pelagotti – e quindi lo stato di rilassamento. Si pensa che questo derivi dal fatto che il nostro primordiale ambiente di riferimento fosse quello naturale e non quello artificiale’.

    Ma c’è dell’altro. ‘Inoltre – aggiunge la dott.ssa – sembra che durante l’osservazione di suoni della natura ci concentriamo meglio sull’esterno, mentre quando ascoltiamo suoni artificiali siamo più concentrati sull’interno del corpo. Notoriamente concentrarsi troppo sull’interno del corpo aumenta il monitoraggio fisico che è una delle cause dell’aumento dell’ansia. Difatti, anche in psicoterapia, molti degli esercizi che mirano ad abbassare l’ansia sono concentrati sull’ancorare la persona al paesaggio in cui si trova. Non solo si abbassa il monitoraggio, ma con questi suoni aumenta l’attenzione e la concentrazione della persona’.

    Tanto che io spesso uso i suoni della natura anche quando mi trovo davanti al pc a scrivere un articolo.

    Volume giusto e controindicazioni

    Due domande che però mi faccio, altrettanto di frequente, riguardano il giusto volume dell’audio e quali sono le eventuali controindicazioni.

    ‘Il livello del volume deve essere valutato individualmente, perché ovviamente è soggettivo. Sicuramente non deve essere troppo basso da non essere percepito ma allo stesso tempo non troppo alto da risultare fastidioso’.

    E per quanto riguarda le eventuali controindicazioni?

    ‘Non sono strumenti che hanno delle controindicazioni – mi rassicura la dott.ssa Pelagotti – ma possono, in alcune persone, non ingenerare gli effetti sperati di rilassamento. Questo accade perché siamo molto focalizzati sul “fare” e quindi quando ci fermiamo e rallentiamo, la nostra “mente pensante” continua a parlare e a criticare ciò che stiamo facendo. In questo caso si può criticare l’ascolto con frasi del tipo ‘con me so che non funziona’, ‘Non serve a niente’ e via dicendo’.

    Prima di concludere le chiedo se consiglia quindi di utilizzare strumenti per rilassarsi. ‘Io consiglio di provare ogni esperienza e quindi anche questa – conclude la psicoterapeuta – con flessibilità e curiosità’. 

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali