Come capire se il calazio sta guarendo?

Come possiamo renderci conto se il decorso del disturbo è quello giusto?

guarigione calazio

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    Eccoci: ci svegliamo la mattina, andiamo allo specchio e pensiamo ad un attacco pugilistico notturno, a nostra insaputa. Altrimenti ragni, zanzare e vari altri insetti sono chiamati in causa. Però, il nostro occhio gonfio potrebbe derivare da ciò che si chiama calazio.

    Il calazio è un problema molto comune e diffuso in tutto il mondo, che può riguardare sia la palpebra superiore, sia quella inferiore. Può colpire sia i maschi che le femmine e, di solito, è più frequente nella fascia di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Ma da cosa è causato?

    Che cos’è il calazio?

    Il calazio è un’infiammazione che riguarda delle ghiandole, dette di Meibomio (dal nome dello scopritore, un medico tedesco). Queste ghiandole si trovano all’interno della palpebra e hanno la funzione di produrre le lacrime, nello specifico la loro componente lipidica. Quando il dotto escretore si occlude, la secrezione prodotta dalle suddette ghiandole si accumula al loro interno, dando origine all’infiammazione. Se l’infiammazione diventa cronica, si forma un lipogranuloma (cisti) all’interno della palpebra, che quindi diventa gonfia. Le sue dimensioni possono variare notevolmente, raggiungendo a volte un gonfiore capace di causare astigmatismo: infatti, la pressione esercitata può compromettere la curvatura della cornea. 

    A seconda della zona dell’occhio in cui compare, il calazio può essere:

    • esterno, se compare vicino al margine ciliare;
    • interno, se compare vicino alla congiuntiva.

    Può trasformarsi in un nodulo duro alla palpazione, e svilupparsi nei pressi della superficie cutanea (calazio sovratarsale) o, più spesso, della superficie posteriore della palpebra (calazio sottotarsale).

    I sintomi

    La maggior parte delle volte il calazio non è doloroso. Però i disturbi che possono manifestarsi sono:

    • gonfiore della palpebra;
    • fastidio provocato dalla luce (fotofobia);
    • visione annebbiata;
    • rossore dell’occhio;
    • diminuzione dell’apertura delle palpebre.

    Alcune volte si può formare una crosta sul bordo esterno del rigonfiamento, che provoca dei piccoli fastidi all’occhio a causa dello sfregamento. Il rigonfiamento può essere confuso con l’orzaiolo, che però si distingue per l’origine infettiva: se non trattato, l’orzaiolo può anche portare alla formazione del calazio.

    Le cause

    Non è stata individuata una causa specifica all’origine del calazio, anche se la sua comparsa può essere causata da diversi fattori, tra i quali:

    • alimentazione ricca di zuccheri e grassi saturi;
    • difetti refrattivi (miopia, astigmatismo, etc.) non corretti;
    • patologie del tratto intestinale;
    • stati ansiosi;
    • costituzione.

    A questi, si sommano anche fattori aggravanti come:

    • acne rosacea;
    • blefarite cronica (infiammazione della palpebra);
    • seborrea (eccessiva produzione di sebo);
    • tubercolosi;
    • infezioni virali.

    Il trattamento

    In alcuni casi, il calazio tende a guarire spontaneamente nel giro di 2-8 settimane, senza bisogno di ricorrere ad alcun trattamento. Va assolutamente evitato di schiacciare o strizzare il calazio, in quanto si potrebbero generare ulteriori danni.

    Per facilitare la guarigione, è consigliato:

    • impacchi umidi (usando acqua non troppo calda) più volte al giorno;
    • massaggiare delicatamente la palpebra (con mani pulite) per alcuni minuti.

    Questo dovrebbe aiutare il drenaggio della ghiandola ostruita, ma se il calazio non guarisce da solo, i trattamenti possibili sono:

    • l’utilizzo di farmaci antinfiammatori steroidei (corticosteroidi) o antibiotici; 
    • intervento chirurgico (Courettage, ovvero un’incisione seguita da un raschiamento).

    Ancora più importante del trattamento, risulta la prevenzione del calazio, che consiste essenzialmente in alcune regole di igiene:

    • assicurarsi della pulizia degli oggetti a contatto con palpebra e occhio (come le lenti);
    • lavarsi sempre le mani prima di toccare le palpebre;
    • pulire accuratamente ciglia e palpebre mattina e sera, usando delle salviette specifiche per l’igiene degli occhi, se si è particolarmente predisposti 
    • curare il modo di struccarsi

    Conviene anche prestare attenzione a ciò che si mangia e seguire un’adeguata dieta alimentare, povera di lipidi ed alcool.

    Come capire se sta migliorando?

    Fondamentalmente, ci si basa sull’osservazione dei sintomi: da qui si può iniziare a capire se vi è un miglioramento (o peggioramento). Se il calazio non dovesse scomparire dopo diverse settimane, potrebbe richiedere intervento medico. 

    Infatti, se non siamo riusciti a farlo andare via attraverso i metodi “fai da te”, consultare un esperto rimane l’opzione migliore. Questo comprende anche il caso in cui il calazio sia ricorrente, ovvero notiamo che il gonfiore, una volta sparito, torna ad essere presente. Tramite un accurato esame dell’occhio, lo specialista può stabilire se sono necessari trattamenti aggiuntivi o ulteriori esami.

    Fonti

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