Avete presente la sensazione di relax e calma che si prova a stare seduti in veranda, con una distesa di verde di fronte a voi? É la prova che le piante, qualsiasi esse siano, a partire dal loro colore fino al meccanismo della fotosintesi clorofilliana, trasmettono benessere. Ancora di più se ad occuparci della loro crescita siamo noi stessi.
Stiamo parlando di ortoterapia: fare giardinaggio, orticoltura e in generale prendersi cura delle piante con finalità terapeutiche per noi stessi. Lo psichiatra Benjamin Rush, all’inizio dell’Ottocento, studiò come la stimolazione dei cinque sensi umani durante l’attività di giardinaggio avesse effetti positivi sulle persone. Più tardi, alla fine degli anni ‘70, negli Stati Uniti è nata l’American Horticultural Theraphy Association (AHTA) e, con il tempo, l’ortoterapia ha iniziato ad acquisire importanza anche in Italia.
Benefici dell’ortoterapia
Le attività di orticoltura sono ormai sfruttate ampiamente per contrastare disabilità mentali e malattie come l’Alzheimer, oppure per aiutare i bambini a crescere socializzando gli uni con gli altri positivamente.
Tutto questo è possibile perché, di base, la cura di un orto fa bene alla salute psicofisica. É un’attività che stimola un approccio creativo e naturale al mondo circostante, migliorando l’autostima e aiutando a controllare i pensieri negativi. Le energie di una persona sono incanalate in qualcosa di produttivo, che regala risultati tangibili e insegna qualcosa in più sull’origine degli alimenti e dei loro principi attivi: se il cibo viene dal nostro orto, possiamo essere sicuri di mangiare qualcosa di buono e fresco! Alcuni studi sull’ortoterapia hanno anche evidenziato l’aumento dei livelli di serotonina e vitamina D nel sangue, una prova fisiologica dei benefici di questa attività.
Con queste informazioni, capiamo come è possibile fare un orto partendo dall’A, B, C.
Uno: inizia dal terreno
Siamo principianti, perciò ci occuperemo inizialmente di una superficie poco estesa. Puliamo l’area che ci interessa eliminando sassi, arbusti ed erbacce. Poi, armati di vanga, dissodiamo il terreno, in modo da smuovere il terriccio depositato e far venire in superficie quello meno secco. Dobbiamo impiegare una certa forza per questa prima operazione: la vanga deve arrivare almeno a 30 cm di profondità perché faccia effetto.
Dopodiché, spargiamo un po’ di concime, compost o letame a seconda di quello che abbiamo disponibile, e con una zappa rimescoliamo nuovamente il terreno. Così, i nutrienti si infiltreranno in profondità. L’ultima cosa fare, prima dello step successivo, è passare il rastrello su tutta l’area da coltivare: in questo modo non si formeranno cumuli di ristagno.
Un consiglio su quando iniziare l’avventura dell’orticultura. La stagione migliore per piantare è la primavera, perciò la lavorazione del terreno deve iniziare prima, meglio se tra l’autunno e l’inverno. In questo modo il terreno, arricchito del concime e rastrellato, ha tempo di ossigenarsi e strutturarsi con l’aiuto delle piogge stagionali.
Per la primavera sarà soffice e pronto ad accogliere i semi.
Due: pianificare le colture
Come scegliere cosa coltivare? Anche per un piccolo terreno è molto importante conoscere le caratteristiche di ciò che andremo a piantare: solo così capiremo quali piante possono convivere e come impostare la futura rotazione delle colture.
Bisogna tenere presenti due cose:
- quali verdure non possono mancare sulla nostra tavola
- quanto spazio abbiamo a disposizione per ogni coltura.
Stilando una lista di possibili colture consociate, il consiglio è seminare in prima battuta gli ortaggi che necessitano di meno accortezze, così da prendere confidenza con tutto il meccanismo. Un esempio potrebbero essere spinaci e pomodori, due verdure ricche di principi attivi benefici per la persona e facilmente utilizzabili in cucina.
Un aiuto, in questa fase, può venire dall’utilizzo del semenzaio, un’area a parte rispetto all’orto dove poter controllare più da vicino le prime fasi della crescita dei semi. Un semenzaio può essere anche un vaso di dimensioni medie. L’importante è che contenga terreno sterile misto a sabbia e concime, e che venga annaffiato regolarmente ma senza abbondare, e infine che sia esposto alla luce solare il più a lungo possibile. Quando la piantina sarà germogliata, in primavera, potremo spostarla nell’orto vero e proprio.
Tre: conoscere i rischi per le piante
In quanto organismi viventi, anche le piante del nostro orto sono soggette a malattie e attacchi da parte di parassiti e insetti. Nel primo caso, si tratta generalmente di malattie fungine come la peronospora o l’oidio. Nel secondo caso, i responsabili potrebbero essere lumache, ragnetti rossi, cimici o pidocchi delle piante, per dirne alcuni.
Per prevenzione, dobbiamo evitare che il nostro orto sia eccessivamente umido e assicurarci che sia curato in base alle colture iniziate. Alcune volte, comunque, gli imprevisti accadono a prescindere: ogni parassita della nostra pianta ha la sua soluzione, l’importante è non usare prodotti e pesticidi a caso perché potremmo peggiorare la situazione.
E se voglio un orto sul balcone?
Se non possediamo terreni e non abbiamo la possibilità di creare il nostro orto all’aperto, ma abbiamo un discreto balcone a nostra disposizione, il sogno verde può ancora avverarsi. I punti illustrati fino a qui sono sempre validi, dobbiamo solo rapportarli alla dimensione dei vasi. Per ogni pianta decorativa o edibile che vogliamo avere, scegliamo il vaso e il sostegno migliore: con l’aiuto del giusto terriccio, di un paio di cesoie e di un badile renderemo il balcone un ambiente verde perfetto.
Un’ultima regola importante: teniamo un calendario del nostro orto, dove segnare tutto quello che facciamo e come procedono le cose. In questo modo, se dovessimo incorrere in qualche problema, risaliremo velocemente alla causa.
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