Incomprensibilmente accade ancora spesso che continuino a diffondersi false verità che trovano la loro origine sia in una tradizione ormai sbugiardata dalla scienza, sia, ancora peggio, in una pericolosa fiducia in tutto ciò che circola sul web.
Vi indico in questo articolo alcune delle errate certezze (in ambito odontoiatrico) che circolano ancora nella popolazione.
1- “Se non mangio non mi si sporcano i denti”
Lo “sporco” dannoso per denti e gengive non è il residuo di cibo quanto un accumulo incontrollato di placca batterica e conseguentemente di tartaro. La placca è una patina costituita da batteri, loro metaboliti e da sedimenti salivari. Si forma continuamente anche senza assumere cibi e bevande. La sua formazione diviene più intensa in presenza di zuccheri raffinati che entrano nel metabolismo batterico. Ne consegue che per detergere bene i denti deve essere rimosso completamente e regolarmente il film di placca batterica da tutte le superfici dentali.
2- “La gravidanza mi ha rovinato tutti i denti”
I cambiamenti del corpo durante la gravidanza non creano danni diretti ai denti. Quello che spesso succede è una riduzione della cura del cavo orale da parte della paziente in stato interessate che può essere dovuta a:
- malessere generale associato a nausea soprattutto durante i primi mesi
- ipertrofia gengivale gravidica
- vomito frequente
- cambiamento della dieta
- eventuale scialorrea
- alterazione del gusto
Tutti fattori, questi, che possono rendere più difficoltose le manovre di igiene orale domiciliare e molto fastidiosa la seduta di igiene professionale.
Oltretutto, in genere, anche i primi mesi dopo la gravidanza spesso sono associati a una percentuale riduzione della cura di sé delle neomamme che si esprime anche con una ridotta cura del cavo orale.
3- “Durante l’allattamento i denti si indeboliscono perché perdono il calcio”
I denti sono organi formati. Non si rimodellano continuamente come il tessuto osseo, che può subire le alterazioni omeostatiche sistemiche. Ne consegue che l’allattamento non indebolisce in maniera diretta gli elementi dentari e il dente non perde calcio.
4- “Se mi sanguinano le gengive non devo lavare i denti”
La causa principale del sanguinamento gengivale è l’accumulo di placca batterica. Se non eliminiamo accuratamente e con costanza la placca e questa rimane a contatto con le gengive, queste immediatamente si infiammano; divengono gonfie e arrossate, perdono il loro fisiologico aspetto a buccia d’arancia e sanguinano appena stimolate. L’unico modo per farle sfiammare è la detersione meccanica e l’eliminazione della placca. Quindi se le gengive sanguinano, i denti devono essere puliti ancora meglio cercando di massaggiare a cavallo tra dente e gengiva e non dimenticando l’igiene interdentale.
5- “E se l’impianto rigetta?”
Gli impianti endossei sono fixture che vengono inserite nella compagine delle ossa mascellari per supportare vari tipi di protesi. La loro stabilità è legata ad un processo di osteointegrazione che “salda” il tessuto osseo attorno all’impianto. Questo può accadere perché le fixture sono formate da titanio, come ogni tipo di protesi metallica inserita nel nostro corpo. Il titanio viene riconosciuto come parte dell’organismo, per tale motivo non ci saranno mai forme di rigetto a carico di questi elementi.
L’insuccesso implantare quindi non dipende da una reazione di rigetto, è per tale motivo che se un impianto fallisce, nella gran parte di casi può essere reinserito nuovamente.
6- “Mi lavo i denti col bicarbonato che sbianca e disinfetta”
Lavare i denti col bicarbonato, come col carbone o con la sabbia, è una pessima abitudine. Il potere abrasivo di queste formulazioni a lungo andare graffia lo smalto, che diviene meno brillante e più suscettibile alla deposizione di cromogeni e di placca batterica e predispone alla sensibilizzazione dentinale.
Un breve sciacquo con acqua e bicarbonato (disciolto), essendo una soluzione fortemente alcalina, può aiutare a velocizzare il ripristino di un ph neutro in quelle situazioni che predispongono ad una protratto abbassamento del ph del cavo orale ( assunzione di cibi molto acidi, ridotto flusso salivare, ridotta attività tamponante della saliva, reflusso gastroesofageo, vomito frequente…).
7- “Le sedute di igiene orale professionale consumano i denti”
Le attuali tecniche di ablazione, di scaling e di curettage, sono estremamente accurate ed attente alla conservazione dei tessuti dentali. La frequenza delle sedute dipende dalla compliance del paziente e dalla gravità della situazione parodontale. A pazienti con una buona igiene domiciliare e stabili da un punto di vista parodontlale è consigliata un’igiene una volta o due all’anno. Per pazienti con una situazione parodontale complessa sono consigliate sedute più frequenti, fino ad una ogni 3 mesi.
8- “Avevo male a un dente e mi son fatto un paio di giorni di antibiotico”
Queste è una delle affermazioni che più mi disturbano perché sottintende una estrema ignoranza e una modalità d’azione che mette in pericolo sia il paziente che la comunità.
Gli antibiotici devono essere assunti solamente sotto prescrizione medica, in caso di reale bisogno e secondo precisa posologia: utilizzare gli antibiotici quando non vi è necessità e in dosi non terapeutiche predispone alla comparsa di resistenze batteriche (ceppi batterici che non rispondono più allo specifico antibiotico) e alla perdita del potere terapeutico di quella sostanza.
Il “mal di denti” spesso è di origine infiammatoria, come nel caso della pulpite acuta sulla quale l’antibiotico non ha potere di eliminare il sintomo. È fondamentale contattare il proprio medico o dentista prima di assumere farmaci in modo arbitrario!
9- “Un dente già otturato non può cariarsi di nuovo”
Un dente otturato non diventa invincibile! L’otturazione prevede la rimozione di tessuto cariato rammollito e la ricostruzione dell’anatomia persa. Il dente rimane comunque suscettibile all’azione batterica sia sulle superfici “sane” sia sulle rime di passaggio da tessuto dentale ad otturazione. Prevenire la carie e la carie secondaria implica una accurata e scrupolosa igiene orale.
10- “Un dente devitalizzato non può più far male”
Un dente devitalizzato perde oggettivamente la sua sensibilità “interna”! Non sarà più suscettibile agli stimoli termici o elettrici e agli stimoli chimici. Permane però una sensibilità periodontale, dei tessuti che lo sostengono. Sono quindi percepiti gli stimoli meccanici e traumatici le situazioni infiammatorie periapicali e parodontali, come nel caso di forme ascessuali di varia natura.
11- “Il tartaro sorregge i denti”
In bocche molto trascurate, gli accumuli di tartaro possono diventare così estesi e spessi da creare veri e propri “muri”che rivestono gli elementi dentari. Nel momento in cui vengono eliminati attraverso l’ablazione, la percezione del paziente che sente di nuovo i denti, è che questi siano sottili e “indifesi”! Tartaro e placca in realtà, permanendo a contatto con denti e gengive attivano processi infiammatori che causano la perdita del supporto parodontale. Con una corretta igiene, il parodonto si sfiamma e, riacquisendo compattezza, ristabilizza anche elementi dentari con lieve vacillamento.
Alla base della salute orale vi è una corretta e accurata igiene orale costante.
12- “I denti di latte non si curano, tanto si cambiano!”
La premessa fondamentale è che gli ultimi denti di latte vengono persi e sostituiti intorno ai 12, 13 anni. Anche i denti di latte se non curati possono far male, andare in necrosi e creare ascessi e la perdita precoce di un deciduo, se non affrontata con mantenitori di spazio, può portare alla perdita di spazio per i permanenti che dovranno erompere e a situazioni che necessitano di interventi ortodontici. I denti dei bimbi vanno controllati e curati fin dalla loro eruzione. La Pedodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa della salute orlale dei bambini.
13- “I denti del giudizio mi hanno fatto spostare tutti gli altri denti”
La spinta eruttiva di un singolo dente non ha la forza di spostare tutti gli altri denti fino agli incisivi.
È plausibile comunque che si possano notare col passare del tempo dei lievi cambiamenti di posizione dentale, soprattutto in pazienti con occlusioni non stabili o affollamenti preesistenti e questo può essere legato a una dinamica di rimodellamento osseo suscettibile anche alla funzione stomatognatica, alla perdita di sostegno parodontale di alcuni elementi dentari, ad abitudini viziate etc… In questi casi possono essere utili delle forme di contenzione per limitare i movimenti dentali.
14- “Un granuloma? Ma è una “cosa brutta”?”
Il granuloma è una lesione benigna che si crea attorno all’apice di denti necrotici.
È una forma di reazione cellulare dell’organismo per evitare la diffusione infettiva. L’organismo invia cellule di difesa che proliferano attorno all’apice di un dente non più vitale e infetto in modo da limitare la diffusione di batteri e tossine batteriche. Radiograficamente si nota come una zona semilunare scura attorno all’apice dentale. Trattando endodonticamente il dente che presenta tale lesione si ha guarigione e riformazione ossea attorno all’apice. Il granuloma è un segno che indica la necessità di una terapia.
Consiglio del giorno “AFFIDATEVI A FONTI CERTE!!”
(Ringrazio i miei colleghi, Dott. Flavio Carraro, Dott.ssa Cristina Gori, Dott. Salvatore Miceli, Dott.ssa Maria Guarda, Dott. Marco Secchioni per la condivisione della loro esperienza e la loro collaborazione.)
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