Per cinque anni ho indossato un Milwaukee ogni notte. Avevo dieci anni e non sapevo di dover ringraziare i miei genitori e il Professore per avermi costretta a farlo. Oggi, a dieci anni dalla fine del trattamento, ho pensato di investigare sulla mia patologia con occhi adulti.
Etimologia e definizione
Scoliosi deriva dal termine greco che sta per ‘curvo’, ‘incurvamento’. In effetti, questa condizione ortopedica consiste in una deformazione della colonna vertebrale, o meglio, come suggerisce la Treccani, in una deviazione laterale del rachide, permanente e non correggibile senza un percorso terapeutico indicato da un professionista.
Cause e tipologie principali
Esistono tanti tipi di scoliosi. La mia, nello specifico, era una di tipo evolutivo e rotativo: un osso duro! La Scoliosis Research Society individua 3 macro categorie scoliotiche. La prima è quella delle scoliosi idiopatiche, la cui causa è sconosciuta; la seconda comprende quelle congenite, che si presentano prima della nascita, quando la colonna inizia a svilupparsi e qualche vertebra rimane incompleta o non si separa del tutto dalle altre. La terza, quella delle scoliosi neuromuscolari rimanda a tutte quelle causate da qualsiasi danno al sistema nervoso e/o muscolare.
Sintomi e visita specialistica
Se non mi fossi sottoposta ad una visita specialistica alla fine delle scuole elementari, probabilmente i miei esiti terapeutici non sarebbero stati così rosei. Spesso, infatti, il fenomeno scoliotico viene trascurato, perché a un primo sguardo si può aver difficoltà a capirne i sintomi. Fra questi:
-Testa non in asse longitudinale con il bacino;
-Coste posizionate ad altezze non parallele;
-Bacino slivellato;
-Variazioni nella consistenza e nel colore della pelle in corrispondenza del rachide;
-Sporgenza delle coste e prominenza di una scapola quando si è chinati.
Gran parte delle deformazioni al rachide vengono riscontrate nell’età dello sviluppo, per questo è consigliabile monitorare l’evoluzione dell’apparato scheletrico e trattare il potenziale fenomeno scoliotico prima dello stabilizzarsi delle ossa, a prescindere dal riconoscimento di uno o più sintomi fra quelli citati. Alla luce della visita, lo specialista richiederà, se opportuno, una radiografia per esaminare l’immagine tridimensionale della colonna vertebrale e porre le basi per il giusto trattamento.
Opzioni di trattamento
Alla Scoliosis Research Society mi sono affidata anche per scoprire quali sono i percorsi medici percorribili. Il primo consiste nella mera osservazione del caso patologico. Di solito, l’ortopedico sceglie questa via quando le curve della colonna sono moderate e il paziente è ancora nella fase della crescita, oppure quando ha già superato l’età adolescenziale e le deviazioni non sono troppo prominenti (si parla di curve minori di 40-45°). Il secondo è l’uso di un busto, il Milwaukee che ho presentato all’inizio. Il corsetto, progettato caso per caso, viene preferito per curve tra i 25° e i 45° e arresta la progressione della deformazione fino al completamento dell’evoluzione della colonna vertebrale. Purtroppo, il tutore ortopedico non è in grado di correggere le curve, ma solo di impedirne l’aggravamento. La terza via, quella più invasiva, è l’intervento chirurgico, l’unico modo per correggere la deformazione ed impedirne la progressione. I pazienti a cui viene proposto questo trattamento sono adolescenti e adulti con curve superiori a 50°, oppure anche inferiori, se molto dolorose.
Sport: si può fare?
Mentre la sedentarietà è da condannare in ogni caso, sport e attività fisica sono da incoraggiare sempre, anche per le persone con scoliosi, soprattutto se lieve. Tuttavia, in base alla gravità e alla tipologia della deformazione, l’ortopedico potrebbe sconsigliare una disciplina agonistica troppo intensa e qualche tipo di sport anche al livello amatoriale. Comunemente, gli sport da evitare sono quelli asimmetrici (come il tennis e la scherma), quelli che sviluppano soltanto una parte della muscolatura a sostegno della colonna e quelli che creano troppa pressione sulla schiena. Nella maggior parte dei casi lo specialista raccomanderà di alternare tra sport e ginnastica posturale correttiva per potenziare gli effetti benefici del primo. Ad ogni modo, soltanto l’ortopedico ha le competenze per dare indicazioni in materia, dopo un’attenta diagnosi.
Esercizi posturali
E qui arriviamo al vademecum per ogni età. Anche se non si convive con la scoliosi, è facile assumere un atteggiamento scoliotico. Questo è causato da una postura scorretta e non da una deformazione strutturale dei corpi interni alla colonna vertebrale. Per prevenire cervicalgia, dolore cervicale e fastidiosi dolori alla schiena causati dalla patologia ortopedica o da un atteggiamento posturale viziato, esistono vari esercizi di autocorrezione che mirano a tonificare e rinforzare la muscolatura della zona lombare, dorsale e addominale. Se la ginnastica posturale è un toccasana per le curve più lievi, può essere controindicata invece nei casi di scoliosi più accentuate. Per questo è sempre opportuno farsi visitare da uno specialista per capire quali sono i movimenti consigliabili e quali, invece, da evitare. Gli esercizi qui di seguito sono indicati per chi, come me, ha subito un trattamento ortopedico in età adolescenziale e per chi presenta lievi sintomi:
– Seduto su una sedia. Stendi le braccia lungo il busto e allunga la schiena, facendola aderire alla sedia per stendere la zona lombare e dorsale. Non dimenticare di allungare il collo.
-In ginocchio, seduto sui talloni. Allunga la schiena facendo scivolare le mani sempre più lontano dalla testa. Mantieni la testa in asse longitudinale con la spina dorsale.
-In piedi, schiena contro il muro. Discosta un po’ i piedi dalla parete e schiaccia la zona lombare contro il muro. Mantieni la testa in asse longitudinale con la spina dorsale e guarda dritto davanti a te.
-In posizione supina, ginocchia piegate. Alza gli arti inferiori contemporaneamente schiacciando la regione lombare a terra. Mantieni le braccia distese lungo il busto.
E per chi ha un lavoro sedentario? Esistono una serie di facili esercizi e movimenti da fare direttamente alla scrivania (o poco lontano). Ne parliamo nell’intervista al fisioterapista Pietro Bini.
Se si rinuncia alla cura
Oggi ho ventisei anni e, se nell’età dello sviluppo avessi rinunciato al trattamento, o se lo avessi interrotto prematuramente, adesso, non solo avrei un incurvamento fortemente antiestetico, ma non avrei la libertà di condurre uno stile di vita normale, lontana da cerotti termoterapeutici e massaggi muscolari. Se diagnosticata in età adulta, infatti, la scoliosi è una patologia trattabile molto difficilmente e porta con sé sintomi mal sopportabili. Certo, esistono dei trattamenti per alleviare il mal di schiena, ma a fatica si riuscirà ad estirparne la causa alle radici.
Grazie Milwaukee.
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