Diagnosticare una condizione di stitichezza può essere meno banale di quanto si immagini. Infatti, moltissime persone sono convinte di essere stitiche, ma la loro è solamente una convinzione non supportata da evidenze mediche.
Esistono dei criteri specifici per diagnosticare una condizione di stipsi (o stitichezza, o costipazione che dir si voglia) e, se da un lato la stitichezza non è definibile come una malattia, può essere comunque il sintomo di un’altra problematica medica.
Cosa si intende per stitichezza
La stitichezza è un disturbo comune a tutte le età e popolazioni, sebbene alcune categorie possano risultare maggiormente a rischio, come ad esempio le persone:
- anziane;
- di sesso femminile, soprattutto durante e dopo la gravidanza;
- di etnia non-caucasica;
- che mangiano poche fibre (o non ne assumono affatto);
- che assumono specifici medicinali o integratori alimentari;
- con determinati problemi di salute, inclusi disturbi gastrointestinali.
“Stitichezza” è un termine medico che si riferisce a una significativa riduzione del numero di movimenti intestinali ogni settimana, con la possibilità che vi sia associato dolore o difficoltà di evacuazione.
Può essere di natura primaria o secondaria a seconda delle cause e, nel caso la condizione inizi a provocare problemi o disturbi importanti, è necessario informare il proprio medico della situazione per intervenire quanto prima.
Cause e segnali
La stitichezza può manifestarsi con sintomi differenti a seconda della tipologia del disturbo e le sue cause possono essere multifattoriali. L’approccio comune raggruppa la stitichezza in cause primarie e secondarie. Le cause primarie sono problemi intrinseci della funzione del colon o dell’area anorettale, mentre le cause secondarie sono legate a malattie organiche, a malattie sistemiche o all’utilizzo di farmaci.
Stitichezza primaria
Quando si parla di stitichezza primaria (detta anche “funzionale” o “idiopatica”) non si può, nella maggior parte dei casi, individuare una causa scatenante chiara. Tuttavia è possibile delineare 3 tipologie differenti di costipazione primaria:
- Stitichezza da transito: rappresenta una condizione in cui la persona si percepisce come stitica, ma la consistenza delle feci è normale e l’attività digestiva sono regolari. Le persone con stitichezza da transito possono tuttavia manifestare disturbi come gonfiore addominale e dolore.
- Stitichezza da transito lento: chi ne soffre non sperimenta una normale stimolazione dell’intestino, chiamata peristalsi, dopo aver mangiato. Pertanto, il cibo si muove attraverso il tratto digestivo più lentamente del solito e le feci impiegano più tempo a passare attraverso il colon, provocando movimenti intestinali meno frequenti.
- Stitichezza da disordini della defecazione: si verifica a causa di un danno ai muscoli del pavimento pelvico, i quali supportano l’intestino e la vescica o per una mancata coordinazione dei muscoli coinvolti nella defecazione. Alcuni possibili sintomi possono includere:
- necessità di enormi sforzi per svuotare le viscere;
- attitudine a ritardare la defecazione a causa del dolore;
- bisogno di usare le mani per aiutare i movimenti intestinali.
Stitichezza secondaria
La stitichezza secondaria, invece, è quella forma di stipsi che si verifica a causa di fattori legati allo stile di vita, all’utilizzo di determinati farmaci o a una malattia sottostante.
Le cause più comuni di stitichezza secondaria possono includere:
- ipotiroidismo;
- fecaloma;
- malattie cerebrali;
- fattori alimentari (come ad esempio una dieta povera di fibre e/o ipoglucidica);
- abuso cronico di lassativi;
- malattie cardiovascolari;
- demenza;
- depressione;
- diabete
- uso o abuso di alcuni farmaci (paracetamolo, FANS, acido acetilsalicilico, antiacidi, antispastici, diuretici, antidepressivi, antistaminici, antistaminici, antipsicotici, farmaci antiparkinsoniani, antispastici, anestetici, oppiacei);
- sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Mentre invece, tra le cause meno comuni di costipazione secondaria possiamo trovare:
- carenze di vitamine e minerali;
- ragadi anali;
- lesioni del midollo spinale;
- danno ai nervi;
- morbo di Parkinson;
- sclerosi multipla;
- cancro al colon.
In qualsiasi caso, è bene rivolgersi al proprio medico per qualsiasi dubbio o chiarimento, ma a maggior ragione se si riscontrano segnali come:
- addome disteso, timpanico (teso e “suonante” come se fosse la pelle di un tamburo);
- vomito;
- sangue nelle feci;
- perdita di peso apparentemente immotivata;
- insorgenza o peggioramento grave della stipsi in pazienti anziani.
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