Boom chirurgia plastica: ne parliamo con il dottor Marco Iera

Sempre più uomini scelgono il ritocco per piacere e piacersi. Che sia un effetto collaterale dei social? Ci siamo immersi nel mondo della chirurgia plastica con il dottor Iera!

chirurgo plastico marco iera

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    Sotto le sue mani fresche ma già adeguatamente abili ed esperte sono passati personaggi dello show business nazionale, showgirl e influencer tra le più accreditate del momento, ma anche persone “anonime” che sono ricorse al “ritocco” sia a scopo curativo sia estetico. Il suo è un mondo in ascesa, una professione fatta di studio, sacrifici, curiosità, accreditamenti e di formazione continua, in Italia e all’estero. Ma oltre all’attuale lavoro di chirurgo plastico, Marco Iera ha alle spalle un rodaggio nella sanità pubblica e con la chirurgia ricostruttiva post-tumore. Vincitore, tra gli altri riconoscimenti, di due borse di studio della Fondazione Istituto Europeo di Oncologia (IEO, all’epoca diretto – dal punto di vita scientifico – dal professor Umberto Veronesi) il giovane medico, rivelazione del bisturi, ha fatto della “bellezza” il suo mestiere.

    Dottor Iera, quali sono gli interventi di chirurgia plastica più gettonati dalle donne? 

    La mastoplastica additiva in primis e poi la blefaroplastica, seguita da addominoplastica, soprattutto per le donne che hanno avuto almeno una gravidanza e che desiderano tornare in forma.

    E per gli uomini?

    Blefaroplastica, rinoplastica e liposuzione addome.

    Sono più esigenti le donne o gli uomini?

    Entrambi, chi decide di affidarsi alla chirurgia plastica ha idee precise e vuole che il lavoro sia fatto bene! Sono bisogni personali, desideri meditati, e non si possono deludere certe aspettative.

    Quanto può sopportare un fisico a livello di interventi chirurgici (parliamo di chirurgia plastica)?

    Ogni persona è un caso a parte. Prima di sottoporsi ad ogni intervento è naturalmente necessario effettuare degli esami preoperatori, indicatori di quanto il fisico potrà sopportare. In senso globale, dipende sempre dal fisico e dallo stato di salute. Ma anche dalla tipologia degli interventi ai quali una persona si sottopone. Io consiglio di approcciarsi alla chirurgia plastica sempre con moderazione, passo dopo passo. Scelta dopo scelta. E che siano sempre decisioni ben ponderate.

    Qual è l’intervento di chirurgia plastica più costoso?

    Il lifting al volto.

    Di quali cifre parliamo?

    Dai 10.000 mila euro in su.

    E quello più complicato?

    Ho imparato che in chirurgia, così come in medicina, non bisogna sottovalutare mai niente. Infatti, delle volte può succedere che le cose che noi riteniamo più semplici si possano complicare e viceversa. Per cui, personalmente, considero tutto complicato alla base. Ma tutto fattibile. E da questa convinzione parto e opero, con attenzione, gestendo gli interventi e i trattamenti con estrema cautela e attenzione. Consapevole, appunto, che anche i ritocchi più leggeri non possono essere affrontati con superficialità. Nemmeno quando si pensa di conoscere bene il lavoro e quello che si va a fare!

    E la richiesta di intervento più particolare che ha ricevuto?

    Plastica delle grandi e piccole labbra vaginali.

    Va molto di moda?

    Sì. Negli ultimi anni, soprattutto.

    Si spiega il perché di questo boom della chirurgia plastica?

    Sicuramente l’avvento dei social ha aumentato l’attenzione nei confronti del profilo. In passato, infatti, ci si guardava solo da davanti e non si aveva la possibilità di valutarsi di lato, di profilo, appunto! Non ce n’era nemmeno l’esigenza, perché si dava minore importanza all’estetica, alle pance, al seno, al sedere. Pertanto, più che di moda parlerei di maggiore focalizzazione e quindi cura verso il proprio profilo e la propria persona in generale.

    Per quanto riguarda gli uomini, cosa è cambiato?

    La mentalità. La cultura, oggi anche il maschio vuole piacersi. E il sentirsi bene con il proprio fisico o avere una percezione positiva della propria immagine spesso passa attraverso il bisturi. O da prodotti capaci di esaltare la bellezza.

    Quando si parla di estetica, le persone sono disposte a spendere qualsiasi cifra. Perché?

    Sicurante sentirsi meglio esteticamente aumenta anche la fiducia in se stessi e quindi migliora la sfera fisica e psichica. E in un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui è difficile programmare il futuro, adesso più che mai con la crisi portata dalla pandemia da COVID, le persone hanno voglia di viversi il presente e investire sulla propria persona. Vogliono sentirsi bene, piacersi, piacere.

    Da quale età ci si i ritocca?

    Negli ultimi anni, il pubblico che si rivolge alla medicina e alla chirurgia estetica è sempre più giovane. Colpa, o merito, anche qui, dell’effetto social. Ma la medicina estetica può essere anche utilizzata come strumento di prevenzione per rallentare l’invecchiamento fisiologico e riattivare il microcircolo. Per etica e motivi legali, io effettuo trattamenti estetici solo a pazienti che hanno raggiunto la maggiore età.

    Più femmine o più maschi si rivolgono al chirurgo plastico?

    70% donne, 30% uomini. Ma l’uomo è in crescita.

    Il Botulino, alla lunga, fa male?

    Il Botulino è un farmaco e come tale deve essere somministrato senza farne abuso e in giusta dose, per evitare complicanze collaterali e problematiche in futuro.

    Qual è la distanza tra chirurgia plastica ricostruttiva (post-intervento) e chirurgia estetica?

    La chirurgia ricostruttiva ha lo scopo di ripristinare parti del corpo mutilate da una chirurgia demolitiva post-oncologica, o a seguito di incidenti traumatici. La chirurgia estetica ha la finalità di migliorare e rendere più armoniche parti del corpo che risultano asimmetriche o con delle imperfezioni. Due facce della medaglia.

    Dove c’è più soddisfazione, nella prima o nella seconda chirurgia?

    In entrambe. Anche se la tipologia di pazienti è diversa, così come lo sono le motivazioni. Il fine ultimo è, però, uguale: quello di raggiungere un benessere psico-fisico che permette ai pazienti di migliorare la stima verso se stessi e, di conseguenza, tutto ciò si riflette nella qualità di vita.

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