La dislessia negli adulti

Difficoltà e lentezza nella lettura potrebbero essere causate da una mancata diagnosi di dislessia anche negli adulti. Ma cosa comporta essere dislessici “da grandi”?

libro con lettere alla rinfusa

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    La dislessia è un disturbo dell’apprendimento molto diffuso in età scolare, ma solo in tempi recenti si è iniziato a porre attenzione sulle metodologie alternative per facilitare l’apprendimento delle persone dislessiche. Così chi ha frequentato le scuole in anni passati può essere diventato grande senza una diagnosi, il che può comportare grandi difficoltà e frustrazione nella vita lavorativa e quotidiana.

    Cos’è la dislessia

    La dislessia, come abbiamo già detto, rientra fra i disturbi specifici dell’apprendimento, ovvero quell’insieme di disturbi che impediscono a chi li presenta di imparare e memorizzare informazioni e sviluppare abilità utili alla vita quotidiana, scolastica e poi anche lavorativa.

    Si tratta di disturbi neurobiologici ben diversi dai deficit intellettivi: nonostante gli studi in merito siano ancora pochi e non abbiano individuato con precisione le cause, i sintomi si originano da anomalie nei processi di comprensione della parola scritta o parlata.

    Nello specifico, la dislessia è un disturbo dell’apprendimento che riguarda la lingua scritta e comporta:

    • ritardi nell’apprendimento di lettura e scrittura
    • difficoltà di memoria
    • confusione fra lettere e parole simili
    • grafia molto disordinata
    • difficoltà organizzative
    • difficoltà con la sequenza degli eventi

    Si capisce bene come chi ha questo disturbo, soprattutto in assenza di una diagnosi e quindi degli strumenti per conviverci, possa sviluppare frustrazione e disagi psicologici, con conseguenti deficit di attenzione e iperattività da piccoli e inadeguatezza sociale da grandi.

    DSA e scuola

    La dislessia rientra nei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e in quanto tale si manifesta in età scolare, di solito durante i primi anni di scuola primaria. Spesso la diagnosi è complicata dalla sua natura di disturbo “invisibile”, reso tale anche dallo sviluppo di strumenti compensativi.

    Nonostante si stimi che le persone con dislessia in Italia siano circa il 4% della popolazione (ovvero due milioni di persone) e che ci siano 3 alunni con DSA ogni 100, solo dal 2004, con una circolare ministeriale, se ne è iniziato a parlare come un disturbo specifico dell’apprendimento.

    La Legge 170/2010, poi, tutela il percorso scolastico dei bambini con DSA e garantisce la personalizzazione dei loro programmi scolastici, in modo che possano sviluppare, attraverso strumenti adeguati, le proprie conoscenze e capacità intellettive.

    In poche parole, più che un disturbo potremmo immaginare un modo di interpretare i grafemi (cioè le varie lettere e i vari simboli) e i processi cognitivi diverso rispetto a quello della maggior parte delle persone. L’insegnamento tradizionale mette in difficoltà i bambini con DSA perché non risponde alle loro esigenze specifiche di apprendimento.

    La dislessia non implica infatti un deficit intellettivo, ma difficoltà a processare le informazioni, nella lettura e nell’organizzazione e questo, in assenza di un trattamento adeguato, può impedire di avere nel futuro le stesse possibilità di tutti gli altri.

    Come riconoscere la dislessia negli adulti?

    La prima diagnosi di dislessia risale alla fine dell’Ottocento, ma fino a tempi recenti la sua effettiva diffusione passava spesso sotto silenzio.

    Oggi la diagnosi di dislessia fino ai diciotto anni è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e si svolge attraverso test specifici condotti da vari specialisti. Attraverso questa diagnosi è poi possibile accedere a un piano didattico personalizzato (PDP), che fornisce al bambino gli strumenti per imparare secondo le sue esigenze specifiche.

    Ma la dislessia è un disturbo con una base neurobiologica, quindi permane anche nella vita adulta. Cosa fare quindi se da adulti emerge il sospetto di essere dislessici? Cosa comporta? Ma soprattutto, è ancora possibile un trattamento?

    I sintomi della dislessia nell’adulto

    La diagnosi di dislessia in età adulta è più complessa a causa del fatto che non sempre gli adulti dislessici presentano difficoltà evidenti nella lettura o nella scrittura. Nonostante questo, i sintomi che fanno emergere in un adulto il dubbio di essere dislessico sono di solito del tutto simili a quelli che portano a una diagnosi nei bambini:

    • lentezza eccessiva nella lettura e nella scrittura
    • invertire le lettere o le parole nella lettura
    • invertire alcune lettere nella scrittura (ad esempio “b” e “d”)
    • avere difficoltà nell’organizzazione
    • avere difficoltà a riportare le informazioni secondo una sequenza
    • avere difficoltà nella comprensione di un’informazione scritta, ma non orale

    Possono costituire elementi collaterali, causati proprio dalla mancata diagnosi:

    • l’interruzione precoce del percorso scolastico: le difficoltà scolastiche legate principalmente alla lettura spesso spingono i ragazzi dislessici ad abbandonare la scuola per una supposta incapacità di raggiungere gli obiettivi; questo può avere un grande peso a livello di frustrazione e di percorso di vita, precludendo ad esempio l’opportunità di proseguire gli studi dopo la scuola dell’obbligo
    • un lavoro al di sotto delle proprie capacità
    • bassa autostima
    • senso di inadeguatezza sociale

    Proprio per le conseguenze, anche psicologiche, non è mai troppo tardi per arrivare a una diagnosi, che permetterà a un adulto con dislessia di acquisire gli strumenti per poter vivere e lavorare con più facilità e serenità.

    La diagnosi di dislessia nell’adulto

    Dalla maggiore età in poi la diagnosi di dislessia deve essere fatta presso centri accreditati e non presso il Servizio di Neuropsichiatria, che invece si occupa dei bambini e dei ragazzi. Questi centri dispongono di test psicometrici e neurologici che, insieme a un colloquio clinico, forniranno la diagnosi.

    Una diagnosi in età scolare permette di intervenire più precocemente, ma anche in età adulta non perde la sua importanza cruciale.

    Avere finalmente un nome per tutte le difficoltà che hanno rallentato il percorso del paziente significa interrompere il loop per cui quelle difficoltà hanno causato inadeguatezza e spesso problemi di stima e auto-accettazione.

    Trattamento della dislessia nell’adulto

    Ad oggi non esistono protocolli d’intervento specifici per la dislessia degli adulti. Di solito, se il paziente sta ancora studiando, si interviene sul metodo di studio, mentre per tutti si cerca di superare le difficoltà nella lettura e nella scrittura attraverso specifiche strategie.

    Spesso una mancata diagnosi di dislessia in età scolare comporta un percorso scolastico e lavorativo complesso e pieno di frustrazione, che lascia anche pesanti strascichi psicologici. Per questo, se da un lato si cercano strumenti e misure compensativi per superare l’ostacolo pratico, dall’altro si rende di frequente necessario un parallelo percorso di psicoterapia per recuperare la fiducia nelle proprie capacità.

    Dislessia e lavoro

    Secondo l’AID (Associazione Italiana Dislessia) ogni anno entrano nel mondo del lavoro 12000 persone con DSA. È chiaro come quindi la dislessia e gli altri disturbi specifici dell’apprendimento continuino a costituire un nodo da sciogliere, anche al di là della scuola.

    La Legge 170/2010 garantisce eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale, ed è stata ampliata con gli specifici diritti dei lavoratori con DSA dalla Legge 25/2022.

    L’intento di integrare le persone con DSA nel mondo del lavoro senza discriminazioni inizia già al momento dell’accesso: per quel che riguarda concorsi pubblici ed esami di abilitazione alle professioni, chi ha un disturbo specifico dell’apprendimento certificato potrà richiedere strumenti e misure compensative specifiche.

    Allo stesso modo le persone con DSA possono richiedere questi strumenti e misure all’azienda per cui lavorano; di solito comprendono la possibilità di avere un computer con sintesi vocale.

    Spetta però al singolo comunicare all’azienda per cui lavora il proprio DSA: una scelta delicata, spesso influenzata dallo stigma che ancora si ha di questi disturbi.

    Concludiamo ribadendo che le persone con dislessia hanno le stesse capacità intellettive di tutti gli altri, e di conseguenza possono avere una vita normale: basti pensare a tutti i personaggi famosi con dislessia!

    Fonti

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