Epatite virale: tutto quello che c’è da sapere

Cos’è l’epatite virale? Quali sono i suoi sintomi e come si cura?

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    Quando si parla di epatite si fa riferimento a una patologia che coinvolge il fegato (le cellule epatiche) e può manifestarsi in modo sintomatico o asintomatico. Il processo infiammatorio è causato da virus epatotropi che attaccano principalmente le cellule del fegato. I dati OMS hanno riportato che nel 2020 325 milioni di persone nel mondo vivevano con un’infezione cronica da epatite B o C. Colpisce chiunque, indistintamente da genere, ceto sociale e paesi nel mondo, ma, fortunatamente, è possibile guarire, grazie al sistema immunitario o attraverso varie terapie, com’è successo alla star internazionale Pamela Anderson.

    Cos’è l’epatite virale?

    Tra le varie cause dell’infiammazione del fegato c’è quella virale, divisa a seconda del tipo di agente virale che scatena tale patologia: sono abbastanza simili da un punto di vista di quadro clinico, ma sono diverse da quello etimologico, epidemiologico e immuno-patologico.

    Le epatiti virali conosciute, ad oggi, sono:

    • HAV (causata dal Picornavirus)
    • HBV (causata dall’Hepadnavirus)
    • HCV (causata dal Flaviviurs)
    • HDV (il cui agente scatenante non è ancora stato definito)
    • HEV (Hepevirus)

    Epatite A

    L’epatite A (HAV) è spesso asintomatica e ha un decorso relativamente breve e benigno, anche se, a volte, possono presentarsi casi gravi. I modi migliori per non contrarre l’epatite A rimangono la vaccinazione, una buona condizione igienico-sanitaria e attenzione alimentare.

    Epatite B

    L’epatite B (HBV) è causata dall’Hepadnavirus e si conoscono ad oggi 6 genotipi. Generalmente si presenta con disturbi addominali, nausea e vomito, ma poi diventa, nella maggior parte dei casi, asintomatica. Il contagio avviene attraverso trasfusioni di sangue o contatto diretto con aghi e strumenti infetti, ma può avvenire anche attraverso il rapporto sessuale e da madre a figlio, durante il parto. Per prevenire l’epatite B è consigliato il vaccino (in Italia dal 1991 obbligatorio per tutti i nuovi nati).

    Epatite C

    L’epatite C (HCV) ha diversi genotipi e oltre 90 sottotipi. Spesso si presenta con sintomi (quali febbre, nausea e vomito, dolori e colorazione della pelle e della sclera sul giallo) e il contagio avviene tramite il sangue di una persona infetta (spesso tramite aghi non sterilizzati adeguatamente). Non esiste un vaccino per l’epatite C, quindi si raccomanda il buon senso e di seguire le norme igienico-sanitarie.

    Epatite D

    Virus satellite, quello dell’epatite D (HDV) si replica in presenza di un altro virus, specialmente quello dell’epatite B: ci può essere un’infezione simultanea oppure l’epatite B può comparire in un secondo momento, dopo l’infezione da epatite B. Il modo migliore di proteggersi da questo virus è il medesimo dell’epatite B, quindi il vaccino.

    Epatite E

    Simile all’epatite A, anche l’epatite E (HEV) è tendenzialmente antitetica e autolimitante e, anche in questo caso, la trasmissione si presenta per via oro-fecale. Stanno sperimentando due tipi di vaccino per prevenire il diffondersi dell’epatite E.

    Quali sono i sintomi dell’epatite virale?

    Nonostante l’epatite virale coinvolga il fegato e le cellule epatiche, ogni tipo di epatite ha sintomi e trattamenti di cura diversi, sebbene simili. Vediamo la sintomatologia più comune di ogni tipo di epatite virale elencate in precedenza:

    • Epatite A
      Il periodo di incubazione del virus va dai 15 ai 50 giorni e i sintomi durano dalle 2 alle 10 settimane; solitamente si guarisce completamente e rimane una protezione immunitaria contro nuove infezioni. I sintomi più comuni sono:
      – febbre
      – dolori articolari
      – malessere
      – nausea, spesso vomito
      – presenza di colorito giallognolo sulla cute, le mucose visibili e la parte bianca dell’occhio (dette sclere)
    • Epatite B
      Il periodo di incubazione del virus è più lungo, infatti i sintomi si manifestano solitamente a tre mesi dall’infezione. I sintomi più comuni sono:
      – malessere e affaticamento
      – nausea e vomito
      – dolori addominali e articolari
      – urine scure
      – presenza di colorito giallognolo sulla cute, le mucose visibili e la parte bianca dell’occhio (dette sclere) 
    • Epatite C
      Spesso asintomatica, la sua trasmissione non è immediatamente riscontrabile. Se si presentano dei sintomi sono spesso scambiati per influenza o malessere generale; infatti, i sintomi più comuni dell’epatite C sono:
      – affaticamento
      – febbre
      – nausea
      – dolori muscolari e articolari
    • Epatite D
      Come abbiamo visto, l’epatite D avviene in concomitanza dell’epatite B; i sintomi possono essere variegati (o può essere asintomatica), ma se si palesano, i più comuni sono:
      – dolore addominale, muscolare e articolare
      – prurito
      – presenza di colorito giallognolo sulla cute, le mucose visibili e la parte bianca dell’occhio (dette sclere) e feci chiare
      – spossatezza e debolezza
    • Epatite E
      Il periodo di incubazione va dalle 2 alle 6 settimane; è spesso asintomatica, ma se si presentano i sintomi, questi sono pressoché simili alle altre epatiti:
      – febbre
      – dolori articolari e addominali
      – nausea, poco appetito

    Quali sono le cure e i trattamenti per l’epatite virale?

    In linea generale, l’epatite A e B non richiedono trattamenti specifici. L’epatite A recede spontaneamente dopo un paio di mesi e, per quanto non ci siano cure, ovviamente sono consigliati riposo, cibo sano (poco e spesso) ed è vietato l’alcol. Per quanto riguarda l’epatite B, invece, possono essere prescritti dei farmaci a seconda di come si presenta: può regredire in modo autonomo oppure, se l’epatite B è acuta, i farmaci tengono sotto controllo i sintomi, ma ad oggi non ci sono cure per guarire dal virus. Per l’epatite C negli ultimi anni sono stati sviluppati vari farmaci e combinazioni terapeutiche. Anche per l’epatite D ed E non esistono trattamenti o farmaci in grado di curare la patologia, ma spesso il sistema immunitario riesce spontaneamente a debellare il virus.

    Prevenzione, prima di tutto

    Sembra banale, ma uno stile di vita sano e attento è il primo modo per diminuire le possibilità di contagio di epatite. Quindi oltre a un’alimentazione bilanciata e a un’attività fisica costante, è importante seguire le norme igienico-sanitarie adeguate, soprattutto su ciò che riguarda l’utilizzo di aghi: per questo è importante rivolgersi a strutture e professionisti certificati quando si decide di tatuarsi o farsi fare dei piercing. Inoltre, per le epatiti A e B esiste il vaccino, fondamentale strumento di prevenzione.

    Fonti

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