In Italia, 1 cittadino su 3 segue uno stile di vita che mira a salute e benessere, attraverso l’attività sportiva, una dieta equilibrata, ma anche visite e controlli medici. Ben l’80% degli italiani si ritiene soddisfatto della propria salute, specialmente al nord, dove i dati indicano livelli maggiori di soddisfazione rispetto al sud. Inoltre, gli uomini si ritengono più soddisfatti rispetto alle donne.
Gli italiani sono dunque attenti al proprio stile di vita e cercano anche di fare prevenzione. Rispetto al resto degli europei i fattori di rischio comportamentali sono più bassi per alimentazione, fumo e alcol e l’aspettativa di vita, di 83 anni, è la più alta insieme a quella della Spagna. Il tasso di mortalità legato a una scarsa attività fisica, però, è al pari di quello europeo.
Italiani e cibo: non solo piacere, ma anche salute
Il legame tra italiani e mangiare è ben noto, in una ricerca di Nomisma del 2020 ben il 68% degli intervistati ha dichiarato che il cibo è per sé fonte di soddisfazione e felicità. Una buona fetta, però, fatta di 1 italiano su 3, considera il cibo un mezzo per mantenersi in salute e sa che un’alimentazione sbagliata può portare a obesità, innalzamento del colesterolo e maggiore incidenza di tumori e malattie cardiovascolari.
Gli ingredienti che arrivano sulle tavole degli italiani fanno parte della dieta mediterranea: al primo posto tra gli alimenti irrinunciabili c’è l’olio extravergine di oliva, insieme a frutta e verdure di stagione, sale e caffè. Gran parte degli italiani (l’89%) dichiara di fare una colazione adeguata e durante la settimana consuma in buona quantità frutta e verdura, ma anche pane, pasta, riso e patate.
Per motivi di salute o per perdere peso, gli italiani cercano invece di evitare alcuni ingredienti: tra questi aromi artificiali, grassi, esaltatori di sapidità, conservanti e zuccheri. Chi segue determinate regole nutrizionali per mangiare sano lo fa privilegiando alimenti senza lattosio (10% donne, 7% uomini) e riducendo l’uso di carboidrati (14% donne, 12% uomini). Per migliorare le proprie capacità fisiche, invece, è diffuso l’uso di vitamine.
Integratori alimentari: l’Italia è leader in Europa
Tra vitamine e sali minerali, sono ben 32 milioni gli italiani che assumono integratori alimentari: 18,7 lo fanno abitualmente, sia quotidianamente (10,1 milioni), che qualche volta a settimana (8,6 milioni). La maggior parte degli utilizzatori (62,8%) è donna e ha tra i 35 e i 64 anni (62,8%), il consumo è diffuso soprattutto al sud e nelle isole (30,9%), tra persone con il diploma come titolo di studio (55,2%), ma anche laureate (29,6%).
Il mercato degli integratori alimentari nel 2018 ha raggiunto 3,3 miliardi di euro e l’Italia è prima in Europa, con il 23% della quota di mercato complessiva, seguita da Germania, Francia e Regno Unito. La quota di mercato più alta è detenuta da integratori che migliorano le condizioni di salute, come gli integratori per il sonno o per le funzioni gastrointestinali, a seguire ci sono quelli per dare più energia, mentre la quota più bassa appartiene a quelli wellness.
Nel 2018 sono state 26 milioni le prescrizioni mediche di integratori, le figure essenziali nel consiglio all’utilizzo sono appunto i medici e i farmacisti: tra coloro che hanno ricevuto il consiglio a usare integratori, infatti, l’82,4% lo ha avuto dal medico o dal farmacista, mentre il 17,6% da familiari, amici, web, tv o riviste. La vendita è cresciuta più rapidamente nei corner di prodotti farmaceutici di supermercati e ipermercati, ma la farmacia rimane il canale con il volume di vendita più alto.
Emerge dunque tra i consumatori l’importanza dell’utilizzo degli integratori alimentari come strumento di prevenzione primaria, con una buona soddisfazione da parte di chi ne fa uso: il 77,1% valuta infatti in maniera positiva i risultati ottenuti.
Gli italiani fanno attività fisica?
Solo il 28% degli italiani fa sport in maniera continuativa, mentre il 47% lo fa in modo occasionale o trova occasioni per fare movimento, come delle passeggiate. Il 25% degli italiani, invece, non pratica sport, né fa alcuna attività fisica.
Per quanto riguarda l’assiduità, il 58% di chi fa attività lo fa 2/3 giorni alla settimana, il 18% lo fa tutti i giorni, il 14% più raramente. Ogni allenamento dura in media un’ora, ma c’è chi riduce l’attività a meno di un’ora o ne fa almeno due. Tra gli sport più praticati ci sono la corsa, la bicicletta o l’attività in palestra. A fare sport sono per lo più gli uomini, con il 65,3%, rispetto al 34,7% delle donne. La fascia di età più attiva è quella tra i 35 e i 44 anni (29%), subito seguita da quella tra i 45 e i 54 (28,4%).
Mercato stabile per gli articoli sportivi
Il settore sport e outdoor nel 2020 ha una customer base di 6,7 milioni di utenti, con ricavi in aumento dell’8,5% (627 milioni di euro) rispetto allo scorso anno. Nella top 5 dei siti online che vendono di più ci sono Decathlon, Amazon, Adidas, Nike e Cisalfasport.
In dettaglio, i ricavi del settore legato alla produzione di articoli sportivi ammontano a circa 1520 milioni di euro, stabile dunque da tre anni, come lo è quello di vendita di attrezzatura presso i negozi specializzati. Stime vedono invece in crescita il mercato del noleggio e del leasing di articoli sportivi per attività ricreative, che potrebbe arrivare a più di 400 milioni di euro nel 2024.
Con riferimento alla frequenza di acquisto di prodotti sportivi online, c’è chi lo fa soprattutto ogni 2/3 mesi (il 35%), mentre meno lo fanno solo 1 o 2 volte all’anno (il 23%), ma c’è chi compra anche una volta al mese (21%).
Wearable e app: gli italiani non pagano volentieri
Le app per il fitness e i wearable, dispositivi indossabili per il monitoraggio di attività e salute, hanno visto crescere la domanda. Nel 2020 sono stati 13 milioni gli utilizzatori di app, mentre solo 3,8 milioni hanno fatto uso di wearable; sebbene molto diffusi, però, per questi strumenti gli italiani non sono disposti a pagare un costo per l’utilizzo e solo il 33% di loro nell’ultimo anno ha usato servizi a pagamento su piattaforme legate al fitness e alla salute.
Nel 2020, in Italia, il mercato di servizi digitali legati al fitness ha generato 253 milioni di ricavi, con un +23,7% rispetto all’anno precedente. L’85% di questi proviene dai wearable, il restante fa riferimento alle app. Il target principale è dato soprattutto da uomini tra i 25 e i 44 anni, a basso reddito.
I dispositivi indossabili per controllare attività e condizioni di salute, come gli smartwatch o i contapassi, sono stati utilizzati qualche volta (22%) o frequentemente (19%), ma in molti non ne fanno alcun utilizzo (53%). Solitamente vengono adoperati per controllare le calorie, il battito cardiaco e l’attività sportiva, meno di frequente per monitorare i farmaci da assumere, la glicemia o per prenotare visite ed esami diagnostici.
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