Da terra elvetica si annuncia l’immissione di un nuovo dispositivo in aiuto alla lotta pandemica: non solo in grado di discriminare virus dell’influenza e infezione da SARS-CoV-2, ma anche di individuare tipo A e B.
La commercializzazione avverrà nei Paesi che accettano il marchio CE a partire dai primi di gennaio, con l’intento di inoltrare la richiesta anche presso Food and Drug Administration ad inizio 2022.
Test specifics
Lo “stampo” è comune agli altri test che abbiamo imparato a conoscere, con tampone nasofaringeo e risultati “yes/no” in 15-30 min. Da buon test immunocromatografico fa riferimento alla presenza, in determinata concentrazione, di antigeni presenti nel nucleocapside dei tre virus. Ciò che fa ben sperare sono le performance, stabilite in base all’accordo con test molecolare, come la specificità relativa (98.59% SARS-CoV-2, 100% influenza A, 99.04% influenza B) e la sensibilità relativa (84.85% SARS-CoV-2, 81.16% influenza A, 100% influenza B). Inoltre, sono state effettuate prove in silico inerenti alla recente variante Omicron, che sembra non inficiare l’attendibilità del test.
A chi è rivolto?
L’intento è quello di fornire un valido aiuto alle professioni sanitarie (quindi non destinato al self-testing, mediante rapida differenziazione dei casi con un test piccolo, economico e senza particolari apparecchiature, cercando di andare incontro ad ogni necessità e portafoglio. Il test si interfaccia completamente con NAVIFY® Pass, piattaforma digitale della casa farmaceutica, che permette di immagazzinare, visualizzare e condividere i risultati dei test e lo status dei vaccini in un unico sito.
Sarà il test rapido numero cinque ad essere commercializzato, in collaborazione con SD Biosensor Inc, dal colosso svizzero. Thomas Schinecker, CEO di Roche Diagnostics, dichiara: “è cruciale che gli operatori sanitari abbiano l’abilità di sapere rapidamente se un paziente è infetto da SARS-CoV-2 o influenza, specialmente dal momento che la pandemia si estende nella stagione influenzale”. Inoltre, specifica che “il test aggiunge una soluzione nella gestione a lungo termine di SARS-CoV-2 e influenza stagionale, mentre passiamo dall’emergenza sanitaria globale di oggi alla fase endemica di domani”.
Aspettando il test del test
La capacità di discriminare i virus può indirizzare verso la cura più appropriata per il paziente, tenendo allo stesso tempo sotto controllo i casi annoverabili a COVID-19, il che potrebbe tornare estremamente utile. Non secondario è anche l’impatto a livello individuale, poiché in una rapida seduta possiamo sottoporci a un vaglio ancora più completo.
La difficoltà a distinguere l’eziologia dei sintomi, dovuti all’infezione da uno o l’altro virus, è uno dei temi più in voga ultimamente: tosse, raffreddore e stati febbrili, soprattutto quando di lieve entità, stanno portando a sottovalutare l’evoluzione e diffusione della pandemia in corso, con annesse varianti. >Se prendiamo come esempio l’Italia, ciò accade anche perché purtroppo, in base alle recenti normative, si cerca di ovviare o, ancora peggio, nascondere casi allo scopo di preservare il lavoro. La brama per il beneamato Green Pass sta facendo dimenticare del perché, un anno fa, anche un solo starnuto scatenava il terrore, e paradossalmente ci ritroviamo a commentare con frasi della serie “questo è il raffreddore che viene ogni anno”.
L’auspicio è che questi test facciano ben sperare medici, farmacisti e tutti gli operatori sanitari, invasi da nasi che colano e colpi di tosse, aggiungendo un’altra freccia al loro arco.
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