Suffumigi: anche per la tosse?

Tecnica ancestrale per il trattamento del raffreddore comune, ma qual è il suo ruolo nella cura della tosse?

suffumigi tosse

Sommario
    Tempo di lettura Tempo di lettura terminato
    0
    Time

    Attrezzatura basilare, ingredienti facilmente reperibili ed economici, messa in opera semplice: questo sicuramente spiega perché la pratica dei suffumigi (o fumenti) sia così diffusa e radicata fin da tempi antichi, facendola annoverare tra i rimedi D.O.C. “della nonna”, anche per i bambini.

    Come si fanno i suffumigi

    Beh, si può dire che la mise en place è veramente minimal:

    1. Pentola
    2. Secondo recipiente (adatto alle alte temperature)
    3. Asciugamano

    Anche la lista ingredienti non è da meno:

    1. Acqua (il nostro veicolo)
    2. Sostanze (veicolate) contenute in essenze, piante aromatiche o medicinali, sali, preparazioni ad hoc.

    Procedura

    • L’acqua deve essere portata all’ebollizione, in quanto è proprio il vapore a fungere da “nastro trasportatore”: questo può essere fatto nella classica pentola sul fuoco, o, per chi avesse un assetto più tecnologico, anche tramite bollitori elettrici o forni microonde.
    • L’acqua bollente è poi trasferita in un secondo recipiente, per far scendere la temperatura di qualche grado 
    • Aggiungere gli “additivi” di nostro gradimento
    • Avvicinare, cautamente, il volto a una distanza intorno ai 30 cm
    • Porre un asciugamano sulla testa, allo scopo di trattenere e convogliare i vapori formati nel recipiente
    • Inalare i vapori, respirando profondamente, per 10/15 minuti (si può anche suddividere in intervalli)

    La teoria dietro la pratica

    Guardando alla dicitura in Treccani, per “suffumigio” si ha “Riduzione in fumo o in vapore di sostanze medicamentose o disinfettanti a scopo inalatorio”.
    Se ci accostiamo la parola religione, un forte odore di incenso giunge subito al naso.
    Ma, tralasciando la combustione e concentrandosi sul caso specifico di cura delle vie respiratorie, il senso è esattamente quello di veicolare, tramite vapore, sostanze che possano portare beneficio. 

    Tosse

    È bene fare una breve introduzione a questa sintomatologia, volta all’espulsione di corpi estranei dalle vie aeree, suddividendo nelle definizioni di:

    • Tosse secca: quella “stizzosa”, propria dell’irritazione o infiammazione delle mucose  
    • Tosse grassa: caratterizzata da elevata formazione di muco, a cui di solito è associata anche infezione batterica

    Questo può influire sulla scelta di sostanze più indicate per una o l’altra tipologia, allo scopo di porre rimedio ad una condizione già di per sé fastidiosa.

    Vapore

    Vero e proprio playmaker, capace di arrivare a livello bronchiale finemente disperso in virtù del proprio stato fisico.
    Per caratteristiche, si può considerare l’archetipo dei moderni aerosol, che mirano allo stesso obiettivo tramite però nebulizzazione del liquido inserito.
    In primis ha un effetto di tipo termico, facilitando il discioglimento del muco e favorendo la vasodilatazione, con annessa permeazione dei principi attivi.
    Il vapore che si può creare amatorialmente tramite pentola è di tipo saturo, quindi ad alto contenuto di acqua, consentendo anche un certo grado di idratazione delle mucose.
    A lui è affidato il compito di trasportare le sostanze nel flusso respiratorio.

    “Additivi”

    Qua la fantasia si può sbizzarrire: si possono aggiungere sotto forma di essenze (qualche goccia), sali, preparazioni specifiche per suffumigi, o addirittura parti di pianta (se aggiunte nella fase di ebollizione, si parla di decozione, altrimenti di infusione).

    Tra le piante, generalmente sono raccomandate quelle che esplicano attività balsamica, antinfiammatoria o antisettica, tra cui possiamo trovare:

    • Eucalipto 
    • Timo 
    • Menta
    • Limone (o altri membri della famiglia Citrus)
    • Pino
    • Camomilla
    • Lavanda

    Nel caso del timo, è raccomandabile tenere gli occhi chiusi nella procedura, in quanto sprigiona vapori pungenti ed irritanti.
    Ciò accade anche per l’eucalipto, forse il più emblematico tra tutti, che svolge anche un’azione espettorante, molto indicata per la tosse grassa.
    Camomilla e lavanda, ma come anche malva e altea, forniscono un’ulteriore azione emolliente e calmante, utile nel caso di tosse secca.
    L’uso dei sali è invece volto a rendere la soluzione ipertonica, per cercare di fluidificare il muco secreto:

    • Sale da cucina
    • Bicarbonato di sodio (modifica anche il pH del muco, sfavorendo la proliferazione batterica)

    PRO Tip: Dopo questo procedimento si hanno i pori ben dilatati per effetto del vapore e coadiuvanti, quindi perché non approfittarne e concludere con una bella pulizia del viso?

    I suffumigi per la tosse sono utili?

    Per entrare negli annali dei rimedi casalinghi, una ragione ci deve pur essere. Come spiegato precedentemente, si può rendere veramente efficace l’utilizzo di questa tecnica con un po’ di consapevolezza, soprattutto per gli ingredienti.

    Io stesso, quando leggo “fumenti”, sono riportato con la mente ad un fumetto di Topolino, dove il suddetto si decide ad utilizzare questo sistema prima di un’uscita importante: per una disattenzione però, si rovescia l’acqua su un piede, terrorizzando Pippo con ululati tremendi.
    Questa è una delle prime raccomandazioni che è bene fare:  siamo in contatto con recipienti e liquidi BOLLENTI, quindi la precauzione maggiore è rivolta a questi, per evitare brutti ricordi (evitare di stare a ponte sulla pentola stessa).
    Anche la distanza da mantenere è un tratto non trascurabile, poiché una temperatura troppo elevata può essere deleteria per viso e mucose.
    La temperatura di acqua e relativi vapori è molto spesso sottovalutata, illudendosi di poter aumentare l’effetto benefico: in uso cronico, questo può portare a scottature a livello polmonare di vario grado, con conseguenze anche gravi.

    In virtù di ciò, sono nati vari studi in cui si valutano attentamente benefici e rischi dell’inalazione di vapori caldi, per il paradosso il dover curare un tentativo stesso di cura (ustioni di vario tipo), e considerando che ogni ospedalizzazione comporta costi, sia per l’assistente che per l’assistito.
    Anche la posologia, come sempre, è da considerare: specialmente nel caso delle essenze, data la loro concentrazione, ma anche per i sali, il tutto per non portare a vapori troppo irritanti o ad altri effetti collaterali.

    Si può concludere che, se fatto con criterio e senza attribuire poteri curativi, sterilizzanti o altro, la “suffumigazione” può essere un valido aiuto per il trattamento SINTOMATICO di questo malanno a tema invernale, dati i vari apporti benefici a cui si può giungere; va comunque tenuto a mente che l’eziologia della tosse può variare, e un parere medico è sempre indicato.

    Fonti

    Lascia il tuo commento

    Non verrà mostrata nei commenti
    A Good Magazine - Newsletter
    è il contenuto che ti fa bene! Resta aggiornato sulle malattie digitali